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[00:00:08] Buongiorno, buonasera, bentornate e bentornati ad una nuova puntata del podcast Alessandro Barbero. La storia come non l'avete mai sentita, la raccolta indipendente e senza scopo di lucro delle lezioni e conferenze del professor Barbero. Oggi ascoltiamo la lezione del professor Barbero sulla conquista romana della Gallia Cisalpina, alla biblioteca regionale di Aosta. Buon ascolto!
[00:00:35] Buonasera a tutti, benvenute e benvenuti. Benvenuti in questa serata assolutamente straordinaria. Siamo tutti molto felici di essere qui. Siamo onorati di avere questo genere di inizio per le celebrazioni dei 2050 anni della fondazione della città di Augusta Pretoria. Sempre quando si inizia qualcosa c'è bisogno di avere dei buoni auspici. Beh, una sala così grande, così affollata lo è.
[00:01:05] È il miglior augurio per questa celebrazione, che è appunto una celebrazione di tutti, che è organizzata dalla collaborazione tra l'assessorato regionale della cultura e il comune di Aosta. Oggi ci ospita il comune di Saint-Benzin in questo posto perché è la sala più grande che abbiamo al coperto e allo stesso modo è una sala non sufficiente a ospitare tutti quelli che avrebbero voluto essere qui oggi.
[00:01:29] Per questo molti ci seguono da lontano e la cifra di questa giornata, di questa serata è proprio quella di questa passione, questo entusiasmo che si respira anche in sala, che è quello di condividere una passione, una passione nuova. Che noi abbiamo anche riscoperto grazie al nostro ospite di questa sera, il professor Barbero è il portatore di un nuovo modo di vedere la storia, di un nuovo modo di raccontarla,
[00:01:55] in cui ha semplicemente solleticato delle corde che noi già avevamo dentro di noi e ci ha ricordato quanto è bello poter scoprire, quanto questa fame di sapere possa essere gustosa. Se arriviamo qui è grazie al lavoro di tante persone che hanno permesso questo programma e anche di tante persone che all'interno della soprintendenza, delle diverse strutture regionali, continuano a conservare questo gusto della scoperta.
[00:02:25] Di tutto questo lavoro noi oggi siamo i gioiosi fruitori perché abbiamo un ospite che ci accompagna in questa scoperta e che noi accompagniamo con un ringraziamento, non tanto per quello che ci dirà oggi perché poi lo applaudiremo alla fine,
[00:02:45] ma perché fin qui ci ha portato a riecheggiare questa cosa che già stava dentro di noi, cioè questa sete di scoprire anche i luoghi dove siamo, di guardare con uno sguardo nuovo quello che siamo stati, quello che sono stati degli antenati che magari erano molto diversi da noi, oppure no, andare sempre a vedere che tipo di umanità c'era in tutto questo. Ecco, quell'umanità che 2050 anni fa è arrivata qui e ha iniziato una storia, oggi si trasforma, la vede qui,
[00:03:16] all'inizio di un percorso che durerà fino alla fine dell'anno e che meglio di così è difficile far iniziare. Quindi grazie a tutti voi di essere qui, grazie a chi ci segue da casa, il ringraziamento, non abbiamo bisogno di chiamare l'applauso per il nostro ospite, ma diamo un calorosissimo benvenuto al professore Alessandro Barbero.
[00:03:53] Buonasera a tutti. Ecco, ultimamente sono cresciuto un po', mi sono fatto cambiare il leggio, abbiate pazienza. Dunque, grazie, perfetto. Come sapete il tema di questo incontro è la conquista romana della Gallia Cisalpina, che è il modo in cui i romani chiamavano l'Italia settentrionale,
[00:04:20] e specificamente poi, quando riusciamo a toccarlo ovviamente, il tema di come è avvenuta la conquista del paese dei Salassi, quindi del Canavese e della Valle d'Aosta. Io ero molto incerto se cominciare con una considerazione moralistica, ma alla fine lo faccio, dovete avere pazienza. La considerazione moralistica è questa, che noi siamo talmente abituati a considerare il passato una cosa e il presente un'altra,
[00:04:49] come se non avessero quasi niente in comune. E il risultato è che mentre nel mondo di oggi noi diamo per scontato che non bisogna invadere gli altri paesi e che non c'è nessuna giustificazione per farlo, a meno che si tratti di abbattere un dittatore o di portare alla democrazia, ma in generale non bisogna invadere gli altri paesi. E invece quando raccontiamo la storia di duemila anni fa
[00:05:15] non ci viene neanche per un momento di fermarci a giudicare. Dice, la conquista romana della Gallia Cisalpina, certo! E che diritto avevano i romani di invadere la Gallia Cisalpina, di abbattere i sovrani che governavano quei popoli, di sottomettere quei popoli, di imporre il loro dominio. Verrebbe voglia di dire che in realtà, anche quando parliamo di duemila anni fa, dovremmo applicare gli stessi criteri.
[00:05:42] salvo che forse a quel punto la storia, come dire, sarebbe una tale successione di cose deplorevoli, che insomma... Però vedremo alla fine, chiudo con questa piccola introduzione, ma vedremo alla fine che anche quando si tratta di dire va bene, giudichiamoli da un punto di vista morale, questi invasori, massacratori, distruttori, i romani. Poi in realtà quando andiamo a vedere cosa succedeva alla lunga
[00:06:11] nei paesi che loro avevano conquistato, ci accorgiamo che diventa più difficile poi. Infatti noi qua, in una regione dove la storia dei Salassi è sempre stata considerata una storia importante, gloriosa, sono loro gli antenati. Però noi stasera siamo qua a celebrare la fondazione di Augusta Pretoria, e cioè della città creata dagli invasori, dai conquistatori. Ma come vedremo appunto,
[00:06:39] alla fine i romani erano capaci di fare le cose in un modo tale che anche la distinzione tra i vincitori e i vinti finiva per svanire. Non voglio anticipare troppo, ci arriveremo alla fine. E scusatemi, se mi sono messo a fare questo ragionamento così in apertura, ma è perché, io ve lo confesso, di questo argomento di cui sono venuto molto volentieri a parlare stasera, non è che ne sapessi molto. È proprio ragionandoci su e preparando questo incontro di stasera che mi sono venute queste considerazioni.
[00:07:10] Dopodiché, la conquista romana della Gallia Cisalpina. Chi ci abita nella Gallia Cisalpina quando arrivano i romani a conquistarla? I romani hanno l'impressione di avere a che fare con dei popoli con un'identità molto precisa, anche un'identità etnica, linguistica molto precisa, ma in realtà noi abbiamo la sensazione che queste identità si siano formate lentamente
[00:07:39] nel corso del tempo. Qui forse potremmo fare un altro piccolo inciso, sapete? Uno dei vantaggi di studiare la storia e che ti rendi conto di certe cose che nel presente ti sfuggono. Studiare la storia ti dice che i popoli si formano e cambiano e si evolvono, che le identità non sono mai fisse. In ogni singolo momento sembra che l'identità sia quella. Poi quando tu studi la storia e i secoli e i millenni
[00:08:08] ti accorgi di quante stratificazioni ci sono state. Ecco, i popoli che i romani incontrano nella Gallia Cisalpina e in Valle d'Aosta quando ci arrivano sono popoli che si sono formati per stratificazioni successive. E per quanto possiamo capire sulla base dell'archeologia e sulla base anche della linguistica cioè delle lingue che più tardi noi sappiamo che erano parlate
[00:08:37] in questi luoghi per quanto possiamo capire all'inizio c'è una popolazione indoeuropea quindi affine a quasi tutti i popoli che abitano l'Europa e non solo una popolazione indoeuropea che quando arrivano i romani era insediata lì già da migliaia di anni erano loro già all'età della pietra e poi si sono evoluti attraverso la scoperta dei metalli l'età del rame l'età del bronzo
[00:09:07] parliamo di migliaia di anni prima della conquista romana per quanto riguarda specificamente chi abitava qui in Valle d'Aosta noi cominciamo a saperne qualcosa fra l'età della pietra e l'età del rame parliamo di 5.000 anni fa e la cosa più interessante è che dalle prime indicazioni che gli archeologi ci danno su che tipo di popolo viveva qui in Valle d'Aosta
[00:09:37] la cosa più interessante che viene fuori è che erano popolazioni simili a quelli che vivevano nel Vallese al di là del Gran San Bernardo intendiamoci lo sappiamo solo grazie a ritrovamenti archeologici che se volete è poco però quando noi abbiamo un sito come l'area sacra di Saint-Martin de Corleon a Aosta con le sue statue e stele che richiamano la figura umana
[00:10:07] che raffigurano in modo estremamente stilizzato figure umane con le loro armi con il loro abbigliamento e sappiamo che dall'altra parte del Gran San Bernardo a Sion c'è qualcosa di simile non di uguale ma di paragonabile beh ecco questo ci fa dire guarda sui due versanti del Grande Valico 5.000 anni fa vivevano popolazioni che comunque avevano qualcosa di simile qualcosa di comune
[00:10:38] chi raffiguravano quelle stele tirate su da gente che abitava vicino a quella che diventerà tanto tempo dopo Augusta Pretoria erano dei erano eroi non lo sappiamo magari erano semplicemente i capi guerrieri di quelle comunità perché questo invece lo sappiamo col tempo quelle popolazioni si sono evolute e sono diventate popolazioni di contadini
[00:11:07] e di pastori soprattutto forse governate da un'elite di guerrieri con le loro armi di bronzo che conoscevano il cavallo il carro da guerra io devo dire che quando ho cominciato a mettere a fuoco questa cosa il primo paragone che mi è venuto in mente sono gli Achei dell'Iliade avete presente anche lì non sono mica tutti guerrieri sono guerrieri i capi poi sono popoli
[00:11:37] di contadini di servi di schiavi di pastori ma i capi sono guerrieri sono belli sfolgoranti eroici fanno la guerra ecco un po' come gli Achei dell'Iliade tutti questi popoli dell'età del bronzo avevano le loro elite di guerrieri del resto della gente cominciamo a sapere qualcosa di più avvicinandoci alla nostra epoca arriviamo all'ottocento
[00:12:06] al settecento avanti Cristo avete presente qui celebriamo duemila cinquanta anni di Aosta nel settecentocinquantatré avanti Cristo secondo la tradizione nasce Roma ecco quando molto lontano da qui vicino al mare e vicino a un fiume che poi si chiamerà il Tevere nasce Roma noi cominciamo a sapere qualcosa di più di chi viveva nell'Italia settentrionale e nelle Alpi
[00:12:34] e sono popolazioni che in quell'epoca abitano soprattutto in palafitte che producono una loro ceramica sapete che è una delle prime cose che tutte le popolazioni primitive cominciano a fare è fabbricarsi dei vasi di terracotta e ognuno li fabbrica a modo suo e li orne li dipinge a modo suo per gli archeologi queste cose sono preziosissime sono soprattutto i vasi che permettono di dire quello è un popolo e lì in quell'altra valle
[00:13:03] invece ce n'è uno diverso ecco questi popoli delle palafitte che vivevano molto sull'acqua si spostavano per via d'acqua però appunto avevano il cavallo avevano il carro e avevano dei capi armati di bronzo e questi popoli nel loro insieme noi li chiamiamo i Liguri ora possiamo pensare che anche spingendosi su verso le montagne
[00:13:32] arrivando in quella che oggi è la valle d'Aosta le popolazioni fossero sempre quelle che si trattasse sempre di propaggini dei Liguri che abitavano la pianura padana questo è un tema qui nella mia scaletta ho scritto in passato questo è stato un tema politicamente scottante poi qualcuno in questi giorni mi ha detto ma mica solo in passato anche adesso ma parliamo del passato
[00:14:01] voi sapete che nell'ottocento e fino al fascismo e al nazismo la storia e l'archeologia sono state fortemente condizionate sfruttate dalla politica e dalla politica dell'epoca dei nazionalismi vi faccio un esempio che per una volta ci porta lontani dalla valle d'Aosta tra fine ottocento e fino all'epoca di Hitler gli archeologi tedeschi
[00:14:31] fanno un lavoro enorme sul baltico e nell'europa dell'est fino all'ucraina e sul baltico e fino all'ucraina gli archeologi tedeschi trovano tracce di popolazioni primitive germaniche e a nessuno nella Germania del Kaiser o in quella di Hitler sfugge il peso politico di questa cosa capite cosa vuol dire
[00:15:01] che gli archeologi mi dimostrano che migliaia di anni fa in quei paesi ci vivevano i nostri antenati ecco questa cosa in modo più innocente per fortuna è stata vera anche anche in valle d'Aosta nell'Italia unita dell'ottocento e del primo novecento perché voi capite posto che quando i romani arrivano nella pianura padana
[00:15:30] ci trovano una popolazione che chiamano i Liguri e questi Liguri per tanto tempo non si è ben saputo chi fossero vuol dire non si sapeva se erano anche loro indoeuropei come tutti gli altri come i latini come i greci come i celti come i germani o se invece erano una popolazione primitiva pre-indoeuropea ma comunque abitavano in quella che oggi è Italia e quelli che stavano in valle d'Aosta
[00:16:00] le tribù di pastori di contadini e di guerrieri che vivevano qui in valle d'Aosta erano Liguri anche loro? no dicevano molti nell'ottocento quelli erano celti non erano Liguri e altri dicevano ma figurati Celti erano Liguri come tutti gli altri abitanti dell'Italia del nord voi capite bene cosa ci poteva essere alla fine dell'ottocento sotto a questa disputa
[00:16:29] scientifica si trattava di dimostrare non di capire si trattava di dimostrare niente meno che la valle d'Aosta è parte dell'Italia già allora migliaia di anni fa era abitata dalla stessa gente che abitava nella pianura padana o invece dire no gli abitanti della valle d'Aosta erano Celti non avevano niente a che fare con i Liguri erano Celti e quindi affini agli abitanti della Francia
[00:16:59] al di là delle Alpi questa cosa qui ha fatto discutere appunto storici linguisti con un sottoscena come dire un retroscena politico evidentissimo cosa rimane oggi di questo in realtà ne rimane poco perché si è scoperto che il problema se gli abitanti della valle d'Aosta nel primo millennio avanti Cristo fossero Celti oppure fossero Liguri
[00:17:27] è malposto perché insomma per farla breve si è scoperto che anche i Liguri erano Celti ecco erano Celti tutti quanti non erano affatto un popolo misterioso parlava una lingua indoeuropea celtica non la stessa dei Galli al di là delle Alpi però comunque Celti anche loro
[00:17:58] dopodiché i Liguri sono però soltanto il primo strato perché già nell'età del bronzo e poi del ferro e quindi diciamo a cavallo del mille avanti Cristo attraverso i passi alpini comincia ad arrivare gente comincia ad arrivare gente da quella che oggi chiamiamo la Francia e che i romani chiameranno la Gallia perché i suoi abitanti chiamavano sicuramente in tutt'altro modo comincia un flusso costante
[00:18:27] già nella preistoria già nell'età della pietra ci sono tracce di scambi commerciali attraverso i passi alpini ma adesso non sono più soltanto merci sono uomini dal mille avanti Cristo sempre più spesso uomini singoli individui gruppi bande si trasferiscono attraverso i passi alpini attraversano il paese che diventerà poi quello dei Salassi appunto la Valle d'Aosta e proseguono alcuni proseguono fin verso la pianura padana
[00:18:57] molti si fermano invece subito appena scesi appena trovati luoghi con un clima un po' più umite in Valle d'Aosta nel Canavese nel Torinese e arriva così tanta gente intendiamoci non sono quelle migrazioni drammatiche a cui noi assistiamo oggi sono migrazioni che dobbiamo immaginare come dire un rivolo continuo quasi impercettibile però per generazioni arriva gente
[00:19:27] e le popolazioni che i romani incontreranno nel Piemonte del Nord nel Torinese nel Canavese e qui in Valle d'Aosta nascono proprio dall'incontro fra gli indigeni quei c'erano prima non da sempre ma erano già arrivati da migliaia di anni e questi che arrivano invece dalla Francia e che loro sono non solo Celti ma Galli queste popolazioni
[00:19:58] locali subiscono molto pesantemente l'influenza di tutta questa gente che arriva e di cui appunto gran parte si ferma qui al punto che quando arrivano i romani gli abitanti di tutto il Piemonte a nord del Po e della Valle d'Aosta non sono più liguri i romani non li percepiscono più come liguri i liguri a quel punto sono solo quelli a sud del Po a nord del Po non sono più liguri sono galli
[00:20:29] intendiamoci noi parliamo di qualcosa che emerge in pratica solo dagli scavi archeologici noi non è che sappiamo tutto di questi popoli magari non sappiamo niente comunque molto meno di quello che vorremmo sappiamo pochissimo dire questi sono liguri e questi altri invece sono galli per noi dipende da delle differenze che possono sembrare minime o almeno non minime no minime no però differenze
[00:20:59] molto circoscritte in particolare qual è la cosa più facile da scoprire per gli archeologi in che modo si occupavano dei morti perché in tutto il mondo ligure i morti venivano cremati e invece a nord i galli li seppellivano li seppellivano in tombe che per i capi erano segnate anche da grandi tumuli ebbene qui
[00:21:28] per molto tempo si cremano i morti sono liguri ma lentamente lentamente l'arrivo dei galli da nord fa sì che alla fine le costumanze cambiano nel quinto sesto secolo avanti cristo qui e nel Piemonte settentrionale i morti non si cremano più si seppelliscono in tumuli come dire questo per noi è il segnale che ci fa accendere una luce
[00:21:58] e ci fa dire magari forzando un po' ormai sono diventati i galli e per carità poi alcune di queste testimonianze di come si seppellivano i loro morti sono anche molto significative in Aosta da non molto tempo è stato trovato un tumulo funerario di un guerriero celtico ottavo settimo secolo avanti cristo ecco proprio l'esempio clamoroso di come fino a qualche secolo
[00:22:28] prima una cosa così non ci sarebbe stata un guerriero non cremato ma sepolto sotto un tumulo chi poi fosse tutta questa gente che lentamente nel corso dei secoli attraversa le alpi e viene a stabilirsi qui non è facile anzi non si può per nulla saperlo con certezza mercanti mercenari che venivano a cercare servizio briganti anche forse ma forse anche interi
[00:22:58] gruppi tribali perché la sensazione è che questi siano secoli di grande crescita anche demografica c'è bisogno c'è bisogno di spazio c'è bisogno di terra quello che è sicuro è che quando arrivano i romani qui ci trovano lo sapete tutti i salassi qui in Val d'Aosta nel Canavese più giù nel Torinese i taurini ovviamente e non c'è alcun dubbio che i romani
[00:23:28] quando li incontrano dicono questi sono galli lo sappiamo fra l'altro con precisione sulla base di un passo di un autore romano pochissimo conosciuto un autore tardo del terzo quarto secolo che si chiama Giulio Ossequente e qui voi mi scuserete ma devo cogliere l'occasione lui non vuole non voleva che lo dicessi però io non posso non dire che molte delle cose che vi racconto stasera
[00:23:56] io le ho imparate grazie alla frequentazione dell'amico Giuseppe Rivolin che è come dire uno dei grandi studiosi della storia valdostana ed è oh che bello se mi lasciate la sala così a mezza sala io li vedo in faccia anche mi piace molto di più lasciatela lasciatela grazie se a voi non dà fastidio e dunque è proprio Giuseppe Rivolin che scrive da qualche parte che
[00:24:26] quest'autore che nessuno conosce appunto Giulio Ossequente racconta della prima volta che tanto tempo prima i romani hanno incontrato i salassi 143 avanti cristo sotto il consolato di Appio Claudio e Cecilio Metello e il primo incontro avviene come al solito che sono i romani che vogliono invadere il paese dei salassi e vengono battuti e come sempre in questi casi si va a vedere come mai come mai
[00:24:56] come mai e per come ragionano loro avranno anche aperto un'inchiesta sul comportamento dei consoli sulle forniture militari sulla qualità ecco ma la preoccupazione principale è evidentemente gli dèi non erano favorevoli perché è così che ragionano loro loro vivono in un mondo dove gli dèi continuamente sono presenti e ti guardano e tu devi fare le cose giuste e a Roma quindi
[00:25:24] si vanno a vedere gli oracoli si va a vedere nei libri sibillini dove sono raccolti i venerabili oracoli e lì si scopre che c'è una prescrizione dice ogni volta che si sta per fare la guerra ai galli bisogna fare dei sacrifici sulla loro frontiera prima di invadere ergo evidentemente stavolta il consul Appio Claudio si è dimenticato di fare i sacrifici così si spiega
[00:25:54] che ci hanno sconfitti ma capite cos'è che interessa a noi in questo momento ogni volta che si fa la guerra ai galli i salassi per i romani sono galli a tutti gli effetti ed effettivamente è anche significativo vedere che davvero queste zone in quell'epoca prima della conquista romana non hanno praticamente nessun legame con l'Italia questo vale per tutta l'Italia del nord e a nord del Po almeno
[00:26:23] quasi nessun legame con l'Italia e invece forti legami commerciali con il nord Europa tanto per fare un esempio che monete trovano gli archeologi in Valle d'Aosta prima della conquista romana ve lo dico subito poche e le trovano essenzialmente al Gran San Bernardo perché lì evidentemente ma ci torneremo c'era un santuario c'era qualche divinità potentissima
[00:26:52] che proteggeva le vette e il valico lì c'era un santuario si facevano le offerte lì si trovano le monete che monete sono? sono le monete battute dai re gallici in Gallia non sono monete italiche in Gallia sapete c'era c'era un paese che aveva contatti internazionali la Gallia in Gallia c'erano colonie greche c'era Marsiglia un grande porto mediterraneo greco città greca e i greci di Marsiglia
[00:27:22] battevano moneta dracme e i regallici battevano moneta dracme copiando le dracme dei greci di Marsiglia quelle monete lì si trovano al Gran San Bernardo e quindi insomma è chiaro che già in questi secoli prima della conquista romana la Valle d'Aosta è uno snodo di traffici con il nord attraverso i valichi attraverso il grande e il piccolo San Bernardo mentre è probabile che il Po che non era soltanto il grande fiume
[00:27:52] ma era tutta una fascia paludosa difficile da attraversare il Po rappresentasse una barriera molto più molto più effettiva molto più efficace che non che non le montagne dunque dunque noi siamo arrivati al quinto sesto secolo avanti Cristo con un'immigrazione gallica che ha già condizionato profondamente i salassi anzi che ha creato i salassi e i taurini
[00:28:22] sul primo strato Ligure si innesta uno strato gallico e poi avviene una cosa che è un enorme sconvolgimento per l'Italia e che probabilmente soltanto qui non ha fatto un grande effetto proprio perché qui i galli ormai erano di casa e anzi di fatto le popolazioni si erano abituate a considerarsi anche loro galliche l'avvenimento che sconvolge l'Italia
[00:28:51] è la grande invasione gallica dell'inizio del quarto secolo avanti Cristo quella sia un'invasione non migrazioni che durano secoli un'invasione improvvisa di interi popoli in armi in movimento con armi e bagagli che vengono a trasferirsi in Italia e quella grande invasione gallica che tutti noi abbiamo studiato a scuola io almeno io senza capirci niente mi ricordo benissimo avete presente
[00:29:21] quando i galli nel 390 avanti Cristo arrivano a Roma Brenno che prende Roma e i romani che devono pagare il riscatto in oro e Brenno che almeno queste sono tutte cose che ai miei tempi si studiavano a scuola già alle elementari Brenno che fa mettere il peso in oro sui piatti della bilancia l'oro con cui i romani devono riscattarsi dopo essere stati conquistati dai galli
[00:29:51] e quando la bilancia è in pari Brenno aggiunge ancora la sua spada per ottenere ancora più oro dicendo guai ai vinti e tutte quelle altre storie le oche del Campidoglio il senatore Papirio chi è la metà se lo ricorderà allora tutto questo vuol dire che nel 390 avanti Cristo i galli venuti dalla Gallia quindi da di là dei monti hanno invaso l'Italia e sono arrivati fino a Roma
[00:30:22] poi a Roma non ci sono rimasti se ne sono tornati indietro ma si sono fermati appena più su appena nord dell'Appennino è in questo momento che nasce il titolo di questa lezione di stasera cioè è in questo momento che l'Italia del nord che fino a quel momento non aveva un nome e i romani neanche sapevano che ci fosse si chiama invece la Gallia Cisalpina cioè la Gallia al di qua delle Alpi al di là ci sono i galli
[00:30:51] certo è la Gallia ma anche al di qua è Gallia la Gallia Cisalpina viene colonizzata dai galli che non spassano via ma di fatto ridimensionano fortemente il popolo che prima dominava lì gli etruschi gli etruschi vengono fortemente ridimensionati i galli arrivano fino all'Adriatico e creano una serie di grandi confederazioni i galli Senoni sull'Adriatico
[00:31:21] nelle Marche tra le Marche l'Emilia la Romagna attuale poi i galli Boi poi i galli Insubri tra Lombardia e Piemonte ecco mentre in tutta la pianura padana e fino all'Adriatico l'arrivo dei galli rappresenta dal punto di vista della stratificazione etnica una trasformazione enorme molto probabilmente qui nell'area dei Salassi
[00:31:50] e dei Taurini la cosa invece impatta molto meno proprio perché erano già galli va detto semmai questo che mentre mentre prima della grande invasione gallica i popoli che abitavano qui erano una specie di avanguardia del mondo gallico d'oltre Alpe adesso di colpo si trovano a essere una periferia di un mondo gallico che appunto ha occupato anche tutta l'Italia del nord
[00:32:20] ed è davvero un po' periferia nel senso che quello che gli archeologi ci dicono del tenore di vita delle popolazioni ci dice che rispetto alle grandi confederazioni galliche della pianura padana i salassi i taurini sono proprio un pochino ai margini tanto per dire una cosa i re galli in gallia ve l'ho detto coniavano moneta
[00:32:48] imitando le dracme di marsiglia e anche i re galli della gallia cisalpina in gallico il re si chiama il rix o il ricos ebbene questi rix gallici nella pianura padana coniano anche l'oro moneta sempre dracme sempre imitando quelle greche i re i piccoli re di queste parti non pare che abbiano coniato moneta i galli della pianura padana creano centri urbani importanti
[00:33:18] mediolanum milano ma anche werkellae tercelli qui non nascono centri altrettanto significativi e l'altra cosa che parla di una zona che in quel periodo lì si ritrova un po' periferica è il fatto che non ci sono tracce di penetrazione della scrittura la scrittura a quest'epoca voi lo sapete nell'italia greca latina etrusca è di uso
[00:33:48] universale i galli della pianura padana sono già un po' meno abituati alla scrittura però anche loro cominciano a usarla si trovano oggetti con delle scritte usano l'alfabeto etrusco per scrivere il gallico qui in questa zona tracce di scrittura questa data non ce ne sono però va detto che comunque anche se ripeto all'improvviso queste zone risultano un pochino essere una periferia
[00:34:17] un'retroterra del nuovo mondo gallico italiano però comunque una crescita di benessere c'è dappertutto crescita di benessere aumento demografico le incisioni rupestri in modo particolare in val di susa nell'area dei taurini c'è un moltiplicarsi straordinario in quest'epoca delle incisioni rupestri in altura il che vuol dire una cosa sola più gente più gente che si spinge più in alto la transumanza delle mandrie
[00:34:47] già in quest'epoca ci sono tracce significative è già praticata come lo sarà poi per millenni sempre con gli stessi ritmi le capanne che gli archeologi trovano sono più strutturate con l'acciottolato sul pavimento uso di pietra a secco insomma e si comincia ad avere qualche idea anche dei culti religiosi di questa gente che sono i culti
[00:35:17] gallici sono iscrizioni più tarde che però lasciano pensare a una presenza già ben radicata di culti ci sono gli dei gli dei dei galli come il dio del sole Belenos che abbiamo tutti incontrato quando abbiamo letto qualche fumetto di Asterix naturalmente no? Par tutatis par Belenos ecco c'è Belenos il dio del sole dei galli ci sono le divinità femminili le matrone dee della fertilità
[00:35:48] c'è una figura di dio in forma di toro padrone del fulmine padrone dei temporali e c'è un dio ma forse sempre lo stesso che protegge i valichi per l'appunto è a lui che si facevano le offerte di monete al gran San Bernardo e questo dio delle montagne e dei passi alpini i romani quando arriveranno faranno quello che fanno sempre dappertutto voi sapete come funziona dal punto di vista religioso il mondo antico
[00:36:17] ogni paese ha i suoi dei ma i romani quando incontrano qualcuno si fanno spiegare chi sono i loro dei e poi li identificano con i propri ah quello lì voi lo chiamate così ma è mercurio quello voi lo chiamate così ma è giove il dio che protegge i valichi i romani daranno per scontato è giove da cui il nome che dall'antichità viene dato e che rimarrà in uso per tutto il medioevo a quelli che noi
[00:36:47] chiamiamo il gran San Bernardo e il piccolo San Bernardo ma che per millenni saranno chiamati il monte di Giove il Mongeu e la colonna di Giove la colonna di Giove la colonna di Giove al piccolo San Bernardo e dunque dunque abbiamo ancora un pochino di tempo per parlare della conquista romana a questo punto arrivati qui arrivati qui arrivano anche i romani e ci arrivano in un momento
[00:37:17] particolarmente faticoso della loro della loro crescita come grande potenza mediterranea il terzo secolo dopo Cristo è il momento in cui la potenza della città di Roma è diventata tale che tutte le altre popolazioni italiche cominciano ad aver paura cominciano tutti ad aver paura e perciò si alleano per cercare di contenere
[00:37:46] l'espansione romana e i romani all'inizio del terzo secolo avanti Cristo si trovano ad affrontare coalizioni in cui combattono fianco a fianco sanniti etruschi galli senoni galli boi ma anche magari le città greche dell'Italia del sud come Taranto che poi magari chiama in aiuto Pirro re delle Piro sono decenni di guerre continue in cui si alternano vittorie sconfitte
[00:38:17] ed è qui che i romani per la prima volta si trovano a combattere appunto non ancora i Salassi ma i Galli della pianura padana nel 295 avanti Cristo si crea una grande coalizione dice proviamo una volta ancora se tutti insieme riusciamo a stroncare Roma si mettono insieme i sanniti gli etruschi gli umbri e i Galli senoni i romani li sbaragliano alla battaglia
[00:38:47] del sentino appunto 295 avanti Cristo in particolare i Galli senoni sono annientati come popolo a partire da quel momento i romani pian piano si impadroniscono del loro territorio e nel 284 avanti Cristo creano sull'Adriatico una colonia che esiste ancora oggi e che ancora oggi nel nome ricorda i Galli senoni seni gallia
[00:39:16] poi arriva Pirro i romani hanno a che fare con lui poi c'è la prima guerra punica e insomma voi capite fra l'altro ecco fermiamoci un attimo a considerare questo Roma è una singola città con i suoi alleati chiaro ha sottomesso tanti altri popoli l'ha costretti ad allearsi a fornire soldati ma è pur sempre una singola città ha conquistato l'Italia centro meridionale si è appena affacciata nella pianura padana ma ha già interessi
[00:39:45] in tutto il Mediterraneo ha interessi in Sicilia interessi in Spagna interessi nei Balcani interessi in Medio Oriente è in grado Roma di tenere bene o male coordinati tutti questi fronti è una potenza imperialistica se fosse esistessero il mondo di oggi diremmo terrificante Roma che non conosce limiti alle sue ambizioni nel momento in cui Roma
[00:40:15] è immersa nella prima guerra punica e quindi sta combattendo nel Mediterraneo e in Africa i Galli dopo la batosta dei Senoni gli altri Galli della Gallia Cisalpina decidono che è l'occasione buona per riprovarci e si crea un nuovo esercito stavolta tutto di Galli i Boi gli Insubri e secondo Polibio anche i Taurini i Salassi non li menziona nessuno dice no
[00:40:45] noi abbiamo comunque i Taurini ci vanno invece e provano un secolo dopo Brenno a vedere se i Galli riescono a conquistare Roma e questo esercito dei Galli marcia attraverso l'Italia centrale e vengono affrontati dai Romani a Talamone sono arrivati a 150 km da Roma siamo nel 225 e anche stavolta i Romani però sul campo di battaglia stravincono
[00:41:14] e a questo punto decidono che con i Galli basta è ora di dargli una lezione definitiva già l'anno dopo 224 le regioni romane per la prima volta nella storia passano il Po ed entrano nella Gallia Cisalpina e pochi anni dopo cosa fanno i Romani quando entrano in un paese barbaro come dicono loro in un paese straniero nemico entrano combattendo
[00:41:44] e poi stabiliscono degli avamposti ma la loro concezione di avamposto è una città una città strutturata articolata murata dove possano vivere molte migliaia di persone veterani dell'esercito che ricevono assegnazioni di terra nel 218 avanti Cristo i Romani per la prima volta fondano due colonie a nord del Po Cremona e Piacenza
[00:42:13] è il punto di partenza per andare oltre però però però chi di voi si ricorda un po' della storia romana studiata a scuola forse sentendo dire il 218 avanti Cristo potrebbe aver drizzato le orecchie perché il 218 avanti Cristo è l'anno in cui Annibale con gli elefanti attraversa le Alpi e invade
[00:42:43] l'Italia comincia la seconda guerra punica e a questo punto capite si capisce anche quell'altra cosa che io mi ricordo benissimo studiando la scuola non era mica chiaro perché i galli del posto accorrono molto volentieri a combattere sotto le insegne di Annibale e invece si capisce benissimo se uno mette in fila i fatti i romani hanno appena iniziato l'invasione del paese dei galli i galli vedendo arrivare Annibale
[00:43:12] accorrono a combattere sotto le sue bandiere e voi lo sapete come va sono un po' di anni anni di sconfitta tremende per Roma il nemico alle porte però poi la cosa va per le lunghe certo finché dura la guerra di Annibale i romani non sono più in grado di andare a dare fastidio ai galli però tutte le cose finiscono anche la guerra di Annibale finisce con la sconfitta di Zama quando i romani con Scipione invadono l'Africa finisce e i romani non si fermano mai
[00:43:42] questa è l'altra cosa terrificante da considerare appena superata questa crisi spaventosa della guerra di Annibale della seconda guerra punica immediatamente i romani ripartono come uno schiacciassassi per conquistare la gallia cisalpina e per primi ci sono i boi tra la Lombardia e l'Emilia e anche i boi vengono annientati come già prima i senoni sconfitti ridotti in schiavitù i superstiti
[00:44:12] fuggono oltre le Alpi e i romani vengono avanti i prossimi sono gli insubri tra Lombardia occidentale Piemonte orientale gli insubri avendo visto cosa è successo ai senoni e ai boi decidono che forse non è il caso di resistere che è meglio negoziare con i romani gli insubri negoziano con i romani accettando di sottomettersi in cambio
[00:44:41] di garanzie che i loro re restino comunque al potere e di fatto gli insubri hanno il destino di quei tanti altri popoli che vengono romanizzati avendo scampato una conquista violenta sapete che gli insubri esistono ancora in un certo senso l'università di Varese si chiama università dell'insubria per l'appunto e poi chi altri c'è dunque abbiamo sistemato i galli senoni
[00:45:11] i galli boi i galli insubri li abbiamo assorbiti già ma a sud del Po ci sono i Liguri a sud del Po ci sono i Liguri che vuol dire anche lungo tutto il massiccio tra l'Appennino e le Alpi marittime Alpi Apuane Alpi marittime quello è un altro paese un altro popolo i Liguri sono divisi in tante piccole tribù non sono grandi federazioni come i Galli sono divisi in tante piccole tribù una in ogni vallata appenninica o alpina
[00:45:39] i romani arrivano e cercano qualcuno con cui negoziare non c'è nessuno con cui negoziare sono tante tribù indipendenti che quindi resistono resistono per tantissimo tempo i romani ci mettono qualcosa come 120 anni per occupare definitivamente tutto lo spazio tra la Liguria e il Piemonte meridionale nel corso di quei 120 anni tra il 236
[00:46:08] e il 117 avanti Cristo i generali romani celebrano qualcosa come 17 trionfi per vittorie contro i Liguri sapete il generale romano che torna vittorioso da una campagna arriva a Roma il senato gli decreta l'onore del trionfo 17 trionfi vuol dire che 17 volte in cent'anni un generale romano è tornato a Roma carico di spoglie di prigionieri di schiavi
[00:46:37] catturati ai Liguri raccontando di grandi vittorie e poi hanno dovuto ricominciare un'altra volta e in questi casi sono quelli in cui l'imperialismo romano ovviamente mostra il suo volto più spaventoso le campagne contro i Liguri sono campagne che i romani conducono con la terra bruciata con i massacri con le deportazioni portando via le popolazioni dalle valli costringendole a scendere in pianura riducendo in schiavitù
[00:47:07] importando coloni italici per ripopolare i paesi che loro stessi hanno devastato bruciato distrutto quando entri nel territorio di una tribù che non si è ancora sottomessa devasti tutto tagli i vigneti abbatti gli alberi da frutta bruci le capanne e alla fine ti trovi ad aver conquistato un paese mezzo vuoto dove hai sterminato una parte della popolazione poco male
[00:47:37] l'Italia brulica di proletari e quindi arrivano valanghe di coloni italici a impadronirsi di quelle terre conquistate e dunque è finita per le grandi federazioni galliche è finita per i liguri entro l'inizio del secondo secolo avanti cristo e i salassi ricordate Giulio ossequente che molti secoli dopo dirà sì nel 143 avanti cristo
[00:48:06] i romani hanno incontrato i salassi per la prima volta ed è stata una sconfitta certo nel 143 avanti cristo nel pieno delle guerre contro i liguri il console appio claudio pulcro prende contatti con i capi dei salassi prende contatti con i capi dei salassi perché gli insubri ormai buoni amici di roma sottomessi integrati i galli insubri di vercelli confinano
[00:48:36] con i salassi del canavese e hanno delle grane con loro controllo delle acque do gas insomma hanno dei problemi il console appio claudio come fa roma adesso che gli insubri si sono sottomessi e sono diventati i nostri buoni provinciali noi difendiamo i loro interessi contro i barbari cioè contro quelli che hanno voluto rimanere indipendenti il console appio claudio dovrebbe negoziare invece o che non abbia
[00:49:05] trovato interlocutori o che interpreti il mandato a modo suo invade il paese dei salassi viene battuto dopodiché appunto non ha celebrato i sacrifici ma i romani in genere non si fermano dopo la prima sconfitta anzi a maggior ragione se prima non avevamo nessuna intenzione di dar fastidio ai salassi adesso invece andremo a dargli fastidio quindi segue qualche anno di guerra finché i romani
[00:49:35] non riescono a ottenere dai salassi l'accessione di un pezzo di territorio è una cosa molto significativa il pezzo di territorio che i romani volevano togliere ai salassi è la zona aurifera della Bessa nel biellese attuale posto straordinario anche adesso questa distesa di pietre dove prima c'erano le miniere e queste miniere aurifere ricchissime all'epoca
[00:50:06] facendo due più due era quello che interessava i romani la gestione delle miniere della Bessa sarà nella Roma repubblicana uno dei grossi affari con cui si fanno i soldi ma davvero tanti sono di proprietà pubblica statale ma ovviamente sono date in appalto ai privati potete capire è un affare talmente grosso che a un certo punto il senato romano si preoccupa perché si preoccupa
[00:50:36] perché ovviamente gli appaltatori che sfruttano con tutto il vantaggio delle loro tasche private le miniere statali della Bessa lungo la frontiera con i salassi ci fanno lavorare schiavi e ci fanno lavorare così tanti schiavi che il senato si spaventa perché non è una bella cosa che in una zona così periferica al confine con i barbari indipendenti ci sia una così enorme concentrazione
[00:51:06] di schiavi voi capite tutti maschi tutti in età da lavoro per di più fanno i minatori quindi hanno dei begli attrezzi non va bene il senato romano a un certo punto fa passare una legge che vieta agli appaltatori delle miniere della Bessa di impiegare più di 5.000 schiavi che voi capite vuol dire che in quel fazzoletto di terra del biellese ci stavano come minimo 5.000 minatori
[00:51:35] schiavi importati da tutto il Mediterraneo questo naturalmente potremmo fermarci anche a ragionare su questo per la serie le stratificazioni etniche gli schiavi del mondo romano arrivavano dalla Siria dalla Grecia dappertutto tolte le miniere d'oro ai salassi i romani per un po' si calmano finché non arriva un'altra grande invasione dal di là delle Alpi i cimbri
[00:52:04] arrivano i cimbri popolazione germanica momento di panico e di terrore in tutta Italia i cimbri sconfiggono i romani più volte al di là delle Alpi finalmente travalicano al di qua delle Alpi per essere poi annientati da Caio Mario in una grande battaglia i campi raudi nel 101 avanti Cristo dove sono i campi raudi non lo sa nessuno potrebbe essere nella zona di Vercelli ma forse anche no
[00:52:34] però quel che è certo è che questa invasione arrivata dal di là delle Alpi per Roma è un campanello d'allarme è troppo facile attraversare i passi alpini e invadere l'Italia bisogna consolidare il confine e dato che il territorio strappato ai salassi è abbastanza ampio e permette oltre alle miniere d'oro di insediare
[00:53:03] dei coloni nell'anno 100 avanti Cristo l'anno dopo la grande vittoria di Caio Mario sui cimbri si fa una legge che prevede la fondazione di una nuova colonia allo scopo di assegnare terra ai veterani di Mario voi sapete come funziona l'imperialismo romano l'imperialismo romano si basa su un esercito fatto di proletari
[00:53:32] gente che non ha niente da perdere però cittadini romani i quali combattono e conquistano sapendo che poi dopo la vittoria nel paese conquistato ogni veterano riceverà il suo podere e la sua fattoria e si potrà impiantare lì lui cittadino romano in mezzo agli indigeni sottomessi da padrone a colonizzare il nuovo paese i veterani di Mario vengono insediati nella nuova colonia creata nel 100
[00:54:01] avanti Cristo nel territorio strappato ai salassi e questa colonia riceve un nome in lingua gallica eporedia è ivrea naturalmente è l'attuale ivrea eporedia che in lingua gallica significa che lì c'è o un mercato o un centro di addestramento per cavalli epos in gallico è il cavallo come ipos in greco e come ecus in latino è sempre la stessa parola
[00:54:33] e a eporedia si calcola che siano stati stabiliti duemila coloni duemila veterani delle legioni di Mario con poderi più grandi del solito il che vuol dire una cosa sola questa nuova città che sorge sul territorio appena strappato ai salassi e appena più in là ci sono loro annidati fra le loro montagne ebbè vuol dire che quello è un posto pericoloso e per convincere i veterani a venire a stabilirsi lì
[00:55:02] bisogna assegnargli delle fattorie belle ricche e allettanti detto tutto questo i romani si fermano ancora una volta e noi dobbiamo cominciare a ragionare sul perché succede questo perché abbiamo visto i romani non si fermano mai tendenzialmente hanno il destino manifesto di conquistare il mondo di governare il mondo intero ce l'hanno ben chiaro ma perché qui continuano ad andare
[00:55:31] avanti a passettini allora una prima cosa da chiarire è questa intanto tutto il paese la gallia cisalpina per l'appunto che hanno conquistato strappandolo ai galli e ai liguri loro in quel momento non lo percepiscono ancora come parte d'italia e questo noi lo possiamo sapere con precisione vedendo come viene organizzato questo territorio conquistato perché i romani
[00:56:01] hanno una cosa molto chiara in testa c'è l'italia e c'è il resto del mondo l'italia siamo noi e l'italia è fatta di tante città romane o alleate autonome con i loro diritti e così via poi c'è il resto del mondo che noi abbiamo che quando noi lo conquistiamo lo organizziamo in province dove mandiamo un governatore romano
[00:56:30] quella che noi oggi chiamiamo l'italia settentrionale i romani dopo averla conquistata la organizzano per l'appunto nella provincia della gallia cisalpina non è italia è una provincia gigantesca che va dall'arno e dal rubicone fino al piedi delle alpi è una provincia potenzialmente ricchissima e infatti farà la fortuna dell'uomo che
[00:56:59] verso la metà del primo secolo avanti cristo viene nominato governatore proconsole della gallia cisalpina è un signore che conoscete tutti perché è giulio cesare giulio cesare proconsole della gallia cisalpina per una decina d'anni organizza questa provincia come il punto di partenza per la sua conquista della gallia quella vera quella al di là delle alpi
[00:57:28] le guerre galliche di giulio cesare sarebbero inconcepibili se non sapessimo che lui per anni ha preparato depositi centri di arruolamento magazzini strade nella gallia cisalpina per alimentare poi le sue campagne al di là delle alpi questo ovviamente vuole anche dire che il paese viene romanizzato molto rapidamente e l'altra cosa che i romani fanno
[00:57:56] è che quando un paese conquistato comincia a essere abitato sì sempre da indigeni certo però gli indigeni hanno imparato il latino hanno imparato a vestirsi in modo civile si comportano come noi e poi sono arrivati anche tanti dei nostri tanti cittadini romani a stabilirsi lì ma la cosa importante è che gli indigeni hanno imparato a vivere e assomigliano sempre di più a noi a quel punto arriva sempre il politico
[00:58:26] che trova l'interesse in quel momento per dire diamogli la cittadinanza romana a tutti gli abitanti di questa provincia non vi stupirà che nel caso della Gallia Cisalpina quel politico sia Giulio Cesare per l'appunto il quale finita la conquista della Gallia quella vera e quando sta per scoppiare la guerra civile contro Pompeo Cesare a Roma propone al Senato di passare
[00:58:56] una bella legge per dare la cittadinanza romana a tutti gli abitanti della Gallia Cisalpina i quali saranno molto grati a Cesare ed essendo cittadini romani saranno arruolabili nelle legioni ovviamente e infatti a questo punto la provincia della Gallia Cisalpina smette di esistere non è più Gallia adesso è Italia anche quella adesso
[00:59:25] Piacenza Cremona Milano Vercelli Ivrea non sono più avamposti nel paese dei barbari ma sono normali città romane dentro l'Italia che finisce dove cominciano le montagne perché l'altra cosa non l'ho ancora detto finora ma ce l'avevo in testa fin dall'inizio perché è una cosa ancora più profonda in realtà
[00:59:55] i romani le montagne le odiano non le capiscono non le capiscono non osano spingercisi dentro e fanno fatica a pensare che siano posti interessanti e tutta Italia fin dove comincia a salire quando comincia a salire è un altro posto e la cosa è tanto più surreale per noi in quanto noi sappiamo che in tante altre epoche il controllo dei passi alpini è stata una cosa importantissima
[01:00:25] si sono combattute guerre per il controllo del gran San Bernardo ai romani apparentemente non importava niente naturalmente ragioniamo i romani sono una grande potenza mediterranea marittima sono padroni del mare vanno ovunque via mare e anche quando devono passare dall'Italia alla Gallia alla Francia cioè diciamo attuale se non vanno via mare passano sulla litoranea
[01:00:54] nemmeno durante la guerra in Gallia Cesare si è preoccupato di acquistare il controllo dei passi alpini che pure gli sarebbero serviti uno dice no ha il suo retroterra nella pianura padana sta conquistando la Francia e non pensa neanche per un momento di prendere il possesso del gran San Bernardo del piccolo San Bernardo del monceniso del moncinevro zero o meglio
[01:01:23] ancora peggio una volta durante la guerra gallica una volta Cesare ha l'idea per un attimo dice ma proviamo a prendere il gran San Bernardo manda una legione che quindi invade il paese dei Salassi la legione arriva al gran San Bernardo passa dall'altra parte dall'altra parte ci trova degli altri barbari che le danno una batosta la legione torna indietro non se ne parla più ogni tanto Cesare durante la guerra gallica gli viene in mente che tutto sommato però almeno il moncinevro
[01:01:53] sarebbe utile poterlo usare certo come si fa si va a vedere i galli che vivono in Val di Susa si cerca il loro re e gli si propone un bell'accordo tu ci lasci passare voi capite non è il modo normale con cui operano i romani ma in quelle montagne non ci vogliono mettere il naso ammazzato Cesare nel 44 scoppia la guerra civile brutto contro Antonio Antonio ripara in Gallia brutto
[01:02:23] col suo esercito dall'Italia lo vuole inseguire e vuole passare il Gran San Bernardo ci sono i Salassi brutto negozia con i Salassi e accetta di pagare un pedaggio ai Salassi perché permettano al suo esercito di attraversare il Gran San Bernardo una dracma per ogni legionario i galli legionano sempre in dracma come sapete appunto loro conoscono i greci di Marsiglia
[01:02:51] e dunque e dunque in realtà è abbastanza sbalorditivo ma bisogna aspettare Augusto perché al governo a Roma guardando le carte geografiche si accorgano che c'è quest'angolino che pure sarebbe utilissimo con tutti questi passi alpini che non abbiamo ancora conquistato voi capite Augusto vuol dire Roma che è diventato un impero che non ha più nemici che governa
[01:03:19] dall'Atlantico al Medio Oriente all'Egitto e la Val di Susa e la Val d'Aosta non ce l'abbiamo ancora evidentemente Augusto non illudetevi che noi abbiamo informazioni approfondite verbali di consigli dei ministri zero sappiamo niente sappiamo solo che a un certo punto Augusto decide no ci prendiamo anche quei due fazzoletti di terra e quindi comincia
[01:03:49] una serie di campagne contro i taurini che stanno in pianura non hanno grandi possibilità di difendersi vengono rapidamente sottomessi i salassi invece purtroppo per loro vivono in un paese il canavese l'hanno perduto quasi tutto gli è rimasta l'attuale Valle d'Aosta sembra un paese facile da difendere quindi i salassi decidono di difendere difendersi in effetti i romani ci mettono quattro anni per sottometterli che non sono neanche pochissimi
[01:04:18] tenendo conto che per l'appunto da una parte c'è l'impero romano che si estende dal canale della manica fino all'Iraq e dall'altra c'è la tribù dei salassi ci mettono quattro anni e ovviamente come sempre in questi casi se quelli resistono non c'è pietà la guerra è durissima i salassi vengono in parte sterminati ridotti in schiavitù poi per carità noi abbiamo delle cifre date dagli storici antichi sappiamo anche
[01:04:48] che gli storici antichi le cifre le usavano così perché i numeri sono belli suonano bene e quindi si sparano un po' a casaccio strabone dice sconfitti i salassi vennero venduti schiavi 44.000 di loro sul mercato di Ivrea sarà vero non sarà vero certo è che sconfitti e sottomessi i taurini e i salassi augusto decide di celebrare la conquista
[01:05:17] di questi nuovi territori con la creazione di due grandi città augusta taurinorum e augusta pretoria abbiamo detto la fondazione di città può essere l'avamposto in un paese che si deve ancora finire di conquistare oppure può essere la celebrazione definitiva della vittoria augusta taurinorum è chiaramente celebrazione definitiva di una grande vittoria augusta pretoria
[01:05:48] e celebrazione ma forse anche qualcosa di più perché a questo punto possiamo cominciare a vedere cosa vuol dire esattamente la fondazione di augusta pretoria un po' l'abbiamo già detto prima da un lato c'è la creazione della città dal nulla la città di pietra con i suoi isolati la sua pianta regolare a scacchiera il suo teatro il suo circo le sue mura il suo arco trionfale dall'altra c'è il problema di chi ci va a vivere in quella città
[01:06:18] e quindi l'insediamento nella nuova città e nelle campagne circostanti dei coloni provenienti dall'italia e tendenzialmente veterani degli stessi eserciti che hanno conquistato il paese ma ad augusta pretoria l'insediamento ha una caratteristica particolare beh intanto noi sappiamo che vengono insediati 3.000 veterani che non sono davvero pochi
[01:06:47] a Ivrea erano stati 2.000 e quella era una colonia di confine con i barbari adesso qui siamo in mezzo alle montagne ma in mezzo a un mondo pacificato però vengono insediati ben 3.000 veterani ad augusta pretoria e augusta pretoria si chiama così perché quei veterani sono tratti dalle cohorti pretoriane cioè dall'elite dell'esercito non voglio dire le SS sarebbe una battuta stupida ma comunque la forza più temuta
[01:07:16] ed elitaria dell'esercito romano e dunque e dunque insomma questo vuol dire che questo territorio è stato conquistato sì ma a costo di una guerra sanguinosissima durissima e dunque la nuova città che sorge oltre a celebrare la vittoria deve anche essere come dire un centro di potere formidabile per imporre la sottomissione ai superstiti delle popolazioni locali poi certo celebrazione della vittoria l'arco
[01:07:45] che questi due investimenti di Augusto Torino e Aosta siano stati due investimenti molto grossi lo possiamo dire con una certa sicurezza proprio sulla base delle loro dimensioni perché noi siamo in grado noi chi studia queste cose è in grado di calcolare ovviamente la superficie complessiva della città antica Torino Augusta Taurinorum ha delle mura che racchiudono una superficie di 50 ettari
[01:08:15] ed è la più grande città mai fondata dai romani a nord del Po certo a nord del Po c'è anche un'altra città che è più grande di Torino è Milano ma non l'hanno fondata i romani c'era già Torino sono 72 isolati a Osta sono 64 isolati è appena un po' più piccola ma anche lì sono città molto grandi sono più grandi delle altre città romane del Piemonte di Alba di Tortone
[01:08:45] insomma sono città assolutamente di rappresentanza poi aggiungiamo anche questo non è che queste città sorgano dal nulla tutte complete anche i romani ci mettono il loro tempo a costruire ci vogliono generazioni ad Aosta il tempio principale nasce solo sotto Tiberio il teatro è finito fra Tiberio e Claudio fra l'impero di Tiberio e quello di Claudio l'anfiteatro fra quello di Claudio e quello di Nerone
[01:09:15] e del resto non crediate che tutti questi grandi edifici pubblici fossero tutti costruiti sul bilancio statale non era così nel mondo romano gli edifici pubblici erano creati soprattutto grazie alle donazioni dei benefattori cioè dei ricchissimi politicanti locali che si creavano con senso e guadagnavano voti investendo molto in spese pubbliche nelle loro città sta di fatto che Torino è a Osta alla fine quando avranno un teatro sono teatri
[01:09:43] da 3000 spettatori cioè più del doppio di quanti siete voi qui stasera tanto per capirci ecco quindi ci rendiamo anche qui conto del peso di queste di queste fondazioni e poi le mura in particolare quelle di Torino Torino aveva delle mura imponenti ma perché non ci sono nemici in un raggio di 1000 km vuole dire dobbiamo lasciare comunque un segno di potenza dopodiché e chiudiamo
[01:10:13] anche qui certo una grande potenza imperialistica che conduce una guerra spietata chi accetta di sottomettersi se la può ancora cavare chi prova a resistere viene annientato con metodi criminali poi però magicamente i romani hanno questa capacità straordinaria appena finita la guerra di dire ai superstiti adesso
[01:10:43] vi integrate e avrete tutti i vantaggi possibili a integrarvi questi romani l'hanno sempre fatto ed è la cosa che per tornare al punto di partenza ci rende un po' difficile appunto giudicarli esclusivamente con il criterio di un imperialismo che per i nostri valori di oggi è inaccettabile sta di fatto che questo imperialismo poi non si traduceva ecco voglio dire se Hitler avesse portato a termine i suoi progetti di conquista
[01:11:11] dell'Europa orientale non è che il giorno dopo avrebbe detto ai polacchi agli ucraini ai russi adesso diventate tutti tedeschi saremo tutti amici c'era il popolo eletto e c'erano le razze inferiori i romani non sono così tutti quanti possono diventare romani la conquista sanguinosa del paese dei salassi si è conclusa nel 25 avanti cristo già due o tre anni dopo ad Aosta c'è una comunità
[01:11:41] di abitanti indigeni salassi che pagano una lapide in onore dell'imperatore Augusto in cui si dice che loro sono quei salassi che fin dall'inizio si sono associati alla colonia romana in altre parole quelle migliaia di veterani e di coloni italici che sono arrivati ad abitare Augusta Taurinoro scusimi
[01:12:11] Augusta Pretoria fin dall'inizio hanno accettato che quegli indigeni che volevano unirsi a loro potessero unirsi a loro e come sempre succedeva i capi i notabili le persone che contano prima degli altri con il tempo ci arrivavano tutti ma i notabili prima degli altri diventavano cittadini romani e magari anche qualcosa di più una delle epigrafi romane più interessanti trovata in Valle d'Aosta
[01:12:40] è del primo secolo dopo Cristo ed è un epigrafe lasciata da un signore che era un cavaliere romano e si chiamava Lucius Iulius Salassus e si chiamava Iulius come tutti gli indigeni che avendo ricevuto dall'imperatore la cittadinanza prendevano in suo onore il nome della Gens dell'imperatore quindi Gens Iulia quando uno trova uno che si chiama così
[01:13:10] è chiarissimo che è un Salasso che è diventato cittadino romano ma non solo cittadino romano cavaliere romano e quindi parte di un'elite politica ed economica dopodiché chiudo davvero aggiungendo una cosa che è ancora un po' controversa ma che secondo me e anche secondo altri in realtà non ha ragione di essere controversa ricordate il discorso l'Italia si ferma quando cominciano
[01:13:40] a salire le ovali alpine rimane vero anche dopo la conquista in altre parole mentre è una cosa controversa io mi sono abbastanza convinto che non c'è da discutere invece anche dopo che l'attuale Valle d'Aosta è stata occupata dai romani ed è nata la grande colonia di Augusta Pretoria e il paese viene integralmente romanizzato anche dopo che gli abitanti in certo punto saranno tutti cittadini romani però quella non è Italia
[01:14:09] non fa parte dell'amministrazione dell'Italia e si può scoprirlo studiando la storia delle varie province in cui si organizza nel tempo l'impero romano a un certo punto anche l'Italia verrà organizzata in province e non è scusate se mi dilungo su questi dettagli non è così facile studiare come funzionavano le province dell'impero romano non è che abbiamo gli elenchi completi no abbiamo le lapidi di uno che dice io sono il governatore della provincia delle Alpi Pennine
[01:14:39] e noi magari con molta fatica riusciamo a capire quando è vissuto questo signore allora c'era una provincia delle Alpi Pennine attraverso questo tipo di studi sembra abbastanza chiaro che esisteva una provincia che teneva insieme la Tarantese quindi dalla parte della Francia oltre il piccolo San Bernardo la Valle d'Aosta e il Vallese al di là del Gran San Bernardo questa in certi periodi è stata un'unica provincia dell'impero romano
[01:15:09] e non faceva parte dell'Italia la prova secondo me definitiva è questa quando finiva l'Italia una delle cose che il governo romano faceva si può anche capirli è che faceva pagare la dogana il Dazio come si dice oggi ecco avete presente la guerra ecco il Dazio si paga il Dazio sulle merci tutte le merci che entrano in Italia pagano il Dazio
[01:15:38] e quindi ci sono una serie di luoghi dove si riscuote il Dazio le merci che arrivano dalla Gallia in Italia pagano un Dazio che si chiama la quadragesima galliarum si chiama quadragesima perché è un quarantesimo del valore della merce noi diremmo il 2,5% i luoghi in cui si riscuote la dogana e quindi il momento in cui la merce che ha attraversato le Alpi
[01:16:07] entra in Italia sono ben conosciuti sono tutti allo sbocco delle valli alpine Caraglio Borgo San Dalmazzo Avigliana e naturalmente Carema che si chiama così da quadragesima cioè il nome della dogana delle Gallie Carema era il luogo dove le merci partite dalla Gallia attraversando le montagne che non si sapeva bene se fosse ancora Gallia o no ma comunque
[01:16:36] erano province a sé stanti finalmente passata la stretta di Bard affacciandosi verso Carema lì erano in Italia a Osta no grazie
[01:16:48] mi faccio portavoce del ringraziamento della di una sala che
[01:17:18] sono cose faticose e io stesso non ne sapevo niente fino a non molto tempo fa quindi mi perdonerete ma credo che fosse quasi tutto quello che si può dire con qualche sicurezza su questi argomenti grazie mille della pazienza grazie per aver ascoltato questa puntata questa conferenza è stata organizzata dalla biblioteca regionale Bruno Salvadori di Aosta per la rassegna Libri Reconcontre periferia al centro e nel quadro delle celebrazioni
[01:17:48] Aosta 2025 il ricordo della fondazione di Augusta Pretoria nel 25 a.C il link al video originale è nella descrizione dell'episodio se volete commentare questa puntata l'appuntamento è mercoledì sera dalle 21 sulla community discord per l'immancabile palco del mercoledì che non è solo un'occasione per commentare insieme alla puntata ma anche per discutere dibattere delle tematiche storiche e culturali più varie per informazioni barbaropodcast.it slash community per collegarsi alla community barbaropodcast.it slash discord
[01:18:18] il link è in descrizione la musica è come sempre la bossa antigua di Kevin MacLeod in Competech.com pubblicata con licenza Creative Commons ccby 4.0 ci sentiamo la settimana prossima con una nuova puntata del podcast del Sandro Barbero ciao