Shanghai, tiene una lezione su “La Descrizione del Mondo” di Marco Polo, e sui suoi lettori.
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[00:00:07] Buongiorno, buonasera, bentornate e bentornati ad una nuova puntata del podcast di Alessandro Barbero, la storia come non l'avete mai sentita, la raccolta indipendente e senza scopo di lucro delle lezioni e conferenze del professor Barbero. Questa settimana ascoltiamo la lezione del professor Barbero sulla Descrizione del Mondo di Marco Polo, tenuta nel 2024 a Shanghai e organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura di Shanghai e dal Consolato Generale Italiano. Buon ascolto!
[00:00:32] Un particolare piacere, una letizia, che questo pomeriggio noi tutti abbiamo la possibilità di ascoltare il professor Barbero. Il Consolato Generale d'Italia e l'Istituto Italiano di Cultura sono lietissimi di averla come ospite di un programma, di un ciclo di conferenze lunghissimo, circa 18 sono i relatori, fra
[00:01:13] italiani e colleghi cinesi. Il libro, siamo nella Shanghai Library, la biblioteca più imponente della Cina insieme a quella di Pechino.
[00:01:30] Alcuni giorni fa abbiamo inaugurato una mostra dedicata a Marco Polo, ma raccontato attraverso i libri e Marco Polo lo conosciamo, di Marco Polo raccontiamo la sua esperienza perché ha lasciato un libro che, come si diceva poche ore fa,
[00:01:54] col professor Barbero, ognuno in epoca medievale si trascrisse la propria copia. Ne abbiamo all'incirca più di un centinaio in differenti lingue, in franco italiano, in latino e credo che quella latina abbia dato maggior lustro e diffusione.
[00:02:17] Il professor Barbero ci racconterà il libro, la descrizione del mondo o il libro dei mervei perché le meraviglie sono il contenuto principale del milione di Marco Polo. Prego professor Barbero.
[00:02:41] Buongiorno a tutti, grazie mille per questo invito che ovviamente per me è un grande onore. Allora, il titolo che abbiamo dato a questa relazione è La descrizione del mondo, che è il titolo, dovete immaginarlo in corsivo, di Marco Polo e i suoi lettori. Un'enciclopedia storico-geografica scambiata per un libro fantastico.
[00:03:10] Perché il punto è proprio che sul libro di Marco Polo, io continuo a dire così perché perfino sul titolo è difficile essere sicuri di azzeccare l'espressione che si usa, sul libro di Marco Polo è tuttora diffuso,
[00:03:25] più nella cultura popolare che nel discorso degli specialisti, è tuttora diffuso un equivoco di fondo legato a una visione romantica del Medioevo come epoca intrisa di superstizioni e di leggende.
[00:03:42] Per cui, mentre negli studi specialistici è assodato da tempo che il viaggio di Marco Polo c'è stato davvero, tanto per cominciare, perché fino a qualche decennio fa c'era anche chi ne dubitava,
[00:03:57] è che la descrizione offerta da Marco Polo è una descrizione in gran parte autentica e verificabile di quello che lui aveva visto e invece nell'immaginario collettivo, per tutti noi, il libro di Marco continua a evocare la categoria della letteratura fantastica, dei viaggi immaginari, categoria che era diffusa nel Medioevo, sia ben chiaro.
[00:04:25] Nel Medioevo e non solo, ma che non c'entra quasi nulla con le intenzioni dell'autore, che erano completamente diverse, a cominciare dal titolo, appunto, che in origine era modestamente la descrizione del mondo e che poi è diventato un titolo tanto più suggestivo, no? Il milione. Ora in realtà poi, mi fermerò un attimo su questa questione del titolo,
[00:04:53] sembra proprio che questo fosse una specie di soprannome della famiglia, in realtà, no? Ecco. C'è un documento notarile del 1305, quindi la cosa più banale, più oggettiva che si può immaginare, un documento in cui compare Marco Polo e in latino il suo nome è reso Marcus Paolo Milion.
[00:05:21] E questo Milion è il soprannome del suo ramo della famiglia dei Polo. Dopodiché questo soprannome si appiccica subito al libro. Subito nel senso che, per esempio, già poco tempo dopo la morte di Marco Polo, il cronista fiorentino Giovanni Villani parla di lui, parla del libro e lo chiama già il milione.
[00:05:48] E non c'è dubbio che per i lettori di Marco Polo sparsi in Italia e nel mondo, che non sapevano nulla dei soprannomi delle famiglie veneziane, questo termine milione dovesse evocare, come per noi, ecco, un orizzonte abbastanza favoloso. In realtà, appunto, il libro nella prima stesura si chiamava La descrizione del mondo.
[00:06:12] Ed è un resoconto estremamente concreto di un viaggio e ancor più di un prolungato soggiorno in Estremo Oriente. è un resoconto che ha uno scopo preciso offrire al pubblico europeo e, in particolare, a due categorie, ai mercanti e agli uomini di potere, agli uomini di governo, una descrizione accurata e dettagliata di quell'immensa parte del mondo,
[00:06:42] una descrizione da utilizzare anche a fini pratici. Dico anche perché in realtà nel progetto di Marco Polo e di Rustichello confluiscono tante intenzioni diverse e non c'è dubbio che c'è anche l'intenzione di divertire, di offrire un piacere, un godimento intellettuale, ma c'è anche il fine pratico, concreto. Descrizione accurata e dettagliata, dicevo.
[00:07:12] Poi naturalmente ognuno di voi potrebbe dirmi ma è quando parla del Prete Gianni, quando parla dei Re Magi, quando parla della tomba di Tommaso Apostolo in India. Allora, certo che Marco include anche, ma non così spesso, dei racconti che a noi appaiono di tono miracoloso. Però in questo senso dobbiamo fare attenzione, perché è per noi che quello che è miracoloso e magico
[00:07:42] automaticamente smette di essere realistico, smette di appartenere al mondo reale. Ma loro il mondo reale lo percepivano invece come un mondo dove realmente l'aspetto miracoloso e magico può essere presente. Inoltre noterei anche una cosa, che quando appunto introduce delle leggende che il suo pubblico già in qualche modo aveva conosciuto,
[00:08:09] leggende già presenti nel patrimonio folclorico e religioso dell'Occidente, come appunto i Re Magi o il Vecchio della Montagna, ecco, la cosa da notare è questa, che in genere Marco offre una versione di queste leggende che gli è stata raccontata sul posto e che è diversa da quella corrente in Occidente. Quel che voglio dire è che anche in questo caso anche questi racconti contribuivano a costruire
[00:08:39] l'identità dei luoghi che lui descrive e anche quello è materiale che lui ha raccolto effettivamente durante il suo viaggio. Che l'intenzione di Marco sia di presentare una descrizione oggettiva e anche verificabile dell'Oriente è una cosa che viene dichiarata già nel prologo. Ora voi potreste dirmi
[00:09:07] ma veramente il prologo ha questo attacco romanzesco perché sapete che il libro comincia con l'appello al pubblico, una cosa da giullari, da cantastorie, no? Signori, imperatori e re, duchi e marchesi, conti, cavalieri e borghesi e ogni gente che volete conoscere le diverse razze di uomini
[00:09:34] e le diversità delle diverse regioni del mondo. Prendete questo libro e fatelo leggere. La pubblicità era stata già inventata nel commercio delle città italiane medievali. Allora, è un inizio da giullare, da cantastorie? Sì, però attenzione! Si rivolge a un pubblico di cui ci si aspetta che non voglia soltanto essere intrattenuto e divertito ma che voglia conoscere.
[00:10:04] E chi è che vuole conoscere il mondo? Beh, innanzitutto appunto i sovrani e i potenti perché la conoscenza è potere. Ora, non dimentichiamo che i Polo quando sono arrivati alla corte di Kubilai Khan e anche questo è raccontato nel libro quando sono arrivati alla corte del Gran Khan i Polo si sono conquistati il suo favore perché lui, cito dal libro
[00:10:34] il Gran Khan gli aveva chiesto molte cose anche lui voleva sapere e innanzitutto degli imperatori come mantengono la giustizia nella loro terra e come fanno la guerra e tutto il resto e poi gli chiese dei re e dei principi e dei baroni e poi gli chiese del signor Papa e di tutti i fatti della Chiesa e di tutti i costumi dei latini
[00:11:04] e Marco Polo racconta e noi gli abbiamo raccontato tutte queste cose e gli piacque moltissimo e quindi voi capite quando loro tornano in Occidente rifanno la stessa identica cosa loro hanno fatto fortuna informando il Gran Khan delle cose dell'Occidente e Marco continua a fare fortuna quando è tornato informando i potenti del suo mondo delle cose dell'Oriente
[00:11:32] e che non si tratti di raccontare cose favolose per puro divertimento si ricava anche da un altro dettaglio del prologo nel prologo Marco dice una cosa che vabbè a noi potrebbe anche sembrare banale non lo è del tutto dice io qui racconto cose no è Rustichello che lo dice a terza persona Marco qui racconta cose che ha visto coi suoi occhi e talvolta
[00:12:01] cose che gli sono state raccontate da persone affidabili ora questa in Occidente era da sempre la modalità con cui uno storico garantiva la veridicità di quello che raccontava dico proprio da sempre cioè da quando esiste la storiografia occidentale perché Erodoto a un certo punto della sua opera dice fin qui ho riferito cose che ho visto io
[00:12:29] d'ora in poi dirò delle cose che mi sono state raccontate Tucidide nella guerra del Peloponneso dice io qui racconto cose che ho visto personalmente o che mi sono state riferite da chi c'era in altre parole Marco Polo e Rustichello fin dalle prime righe dicono anche quest'altra cosa questo è un libro di storia e infatti lo è
[00:12:58] perché noi siamo abituati a pensare alla geografia del libro di Marco ma in realtà il libro di Marco contiene delle vaste parti narrative con il racconto delle guerre di conquista dei Khan e delle loro lotte di successione ora quando noi leggiamo queste parti quello che balza all'occhio la prima cosa che noi cogliamo e che in realtà sono state raccontate da un romanziere a queste battaglie a queste guerre
[00:13:27] le racconta Rustichello che è a dire tutta la verità un mestierante anche abbastanza scadente del romanzo cavalleresco per cui a prima vista noi possiamo anche rimanere annoiati profondamente da queste descrizioni di battaglie tutte uguali sempre gli stessi colpi di spada le stesse teste tagliate le stesse tante pulzelle rimaste orfane ecco ma dopodiché però se uno depura il racconto
[00:13:56] da questa parte appunto introdotta dal romanziere rimane un'informazione puntuale sui diversi sovrani dell'impero sulle insurrezioni che sono state represse sui tentativi di colpo di stato e è un'informazione molto precisa anche con riferimenti cronologici Marco spesso dice nell'anno tale successe questa cosa poi certo Marco raccoglie informazioni
[00:14:26] anche che trova lo riscontro anche nei romanzi del suo tempo come il romanzo di Alessandro di Alessandro Magno voglio dire che però naturalmente per loro era un'opera storiografica anche quella conteneva fatti veri fatti veri o comunque che vanno verificati quando Marco incontra nei suoi viaggi dei racconti che trovano riscontro per esempio nel romanzo di Alessandro che a casa sua tutti conoscono e tutti hanno letto
[00:14:56] lui è ben attento a correggere gli errori così per esempio nel Caucaso Marco incontra il racconto delle leggendarie porte di ferro che Alessandro Magno aveva costruito per sbarrare il passaggio fra le montagne e tener fuori i popoli barbari che vivevano al di là ecco e Marco dice e questo è il luogo
[00:15:25] in cui il libro di Alessandro Magno racconta come racchiuse i tartari fra le montagne e poi subito precisa e non è vero che fossero i tartari ma erano un popolo chiamato i cumani perché i tartari non c'erano a quel tempo che è verissimo Alessandro Magno non ha costruito le porte di ferro per niente ma l'attenzione a dire la storia dei tartari io la conosco
[00:15:54] e all'epoca di Alessandro Magno non esistevano c'erano altri popoli nomadi i cumani esistevano davvero li avevano incontrati ancora anche i crociati questo è l'approccio di Marco Polo all'elemento leggendario e infatti Marco coglie sempre l'occasione quando può correggere un'opinione sbagliata o dissipare una leggenda per dire a Java ha visto l'unicorno che per noi
[00:16:24] è il rinoceronte ma per lui è l'unicorno perché da noi da sempre si favoleggia di questo meraviglioso animale con un corno su cui corrono appunto un sacco di favole che è impossibile catturarlo a meno di non avere con sé una ragazza vergine perché di fronte alla vergine l'unicorno si inginocchia e si lascia mettere il guinzaglio ecco ora Marco se volesse appunto giocare su questo fatto ho visto questa cosa favolosa l'unicorno invece ci delude
[00:16:54] subito cito è una bruttissima bestia da vedere non sono mica come noi qui diciamo e come li descriviamo che dicono che si lascia prendere dalle pulzelle ma vi dico che è tutto il contrario di quello che diciamo noi nel Malabar in India gli raccontano dell'uccello grifone dice io non l'ho visto ma mi hanno raccontato quelli che l'hanno visto
[00:17:24] e sappiate che non sono mica fatti come la nostra gente qui da noi crede e come li raffiguriamo mezzo uccello e mezzo leone sono solo degli uccelli poi per carità grandissimi però non come dice la leggenda ah e poi c'è la salamandra la salamandra il normalissimo rettile che conosciamo tutti quello nero e giallo ecco secondo la leggenda
[00:17:51] era immune al fuoco poteva vivere nel fuoco e anzi Plinio nella storia naturale racconta che addirittura il fuoco si spegne a contatto con la salamandra questa storia la conoscevano tutti ora in occidente nel medioevo arrivavano da oriente certi tessuti che non bruciavano nel fuoco erano fatti filando le fibre di amianto ma loro ovviamente vedendo arrivare
[00:18:20] questi tessuti facevano due più due ed erano conosciuti come pelli di salamandra ora Marco ha conosciuto uno che fabbricava quei tessuti dice un mio amico un turco che si chiamava Zulfikar e lui mi ha spiegato tutto non è vero niente che sia la pelle della salamandra perché nessuna bestia può vivere nel fuoco e invece è un materiale che si scava sotto terra e poi si pesta e poi si fila
[00:18:50] come la lana cioè sta descrivendo l'amianto perché il suo amico è un fabbricatore industriale dell'amianto e tutte le altre cose che se ne dicono sono menzogne e favole così come sono menzogne quelle dei saltimbanchi che in Europa quelli che portano i piccoli uomini dall'India è una grande bugia è un grande inganno perché alle fiere evidentemente c'erano dei saltimbanchi
[00:19:20] che facevano vedere mummificati i piccoli uomini che vivono in Oriente ed erano mummie di scimmie scimmie antropomorfe opportunamente truccate e tutti andavano lì e pagavano il loro soldo per vedere i piccoli uomini invece Marco dice no no è tutta una truffa sono scimmie effettivamente hanno una faccia che assomiglia un po' a quella umana sta parlando
[00:19:49] quasi certamente dell'orango che è quella che più ci può assomigliare in effetti come volto e dice no no questi truffatori le prendono le pelano tutte gli lasciano solo i peli alla barba e sul petto poi le fanno seccare se le membra non sono troppo simili a quelle umane le stiracchiano ben bene in modo da farle assomigliare ma è una truffa perché né in India né in altri posti più selvaggi
[00:20:18] non si sono mai visti uomini così piccoli c'è un solo punto in cui Marco si lascia tentare da quello che gli hanno riferito e racconta che ci sono degli esseri umani mostruosi non li ha visti lui però gliel'hanno raccontato fra Sumatra e le isole Andamane c'è un regno in cui vivono uomini con la coda un codino lunga un palmo simile a quella
[00:20:47] di un cane e non solo c'è anche un'isola dove gli uomini sono cannibali e hanno testa di cane con occhi e denti come i mastini qui Marco avendoglielo riferito non ha motivo di non crederci perché non ha motivo di non crederci però attenzione anche qua noi dobbiamo capite ragionare sul contesto e il contesto è che non i superstiziosi uomini del medioevo
[00:21:17] ma gli antichi romani erano perfettamente convinti che nei luoghi remoti del mondo vivessero questi uomini mostruosi con un solo occhio con una sola gamba o appunto con la testa di cane queste sono cose che appunto ognuno di noi se le sente menzionare dice subito al medioevo meno per idea la storia naturale di Plinio più autorevole scienziato dell'antichità che attraverso
[00:21:46] i suoi vari compilatori i dotti del medioevo ovviamente leggevano e rispettavano moltissimo d'altra parte anche un altro antico romano della tarda antichità ma antico romano in pieno sant'agostino si era posto il problema ma possono esistere esseri così dopo tutto discendiamo tutti da Adamo come mai ci possono essere degli uomini così diversi da noi e sant'agostino aveva anche risposto la potenza della natura
[00:22:16] è tale che non dobbiamo stupirci se produce queste varietà il risultato è che i viaggiatori europei del tempo di Marco quando arrivavano in Asia avendo letto nei libri degli antichi per cui avevano un grandissimo rispetto dell'esistenza di questi esseri mostruosi si informavano e chiedevano notizie più d'uno dei grandi viaggiatori del tempo di Marco come Guglielmo di Rubruc o Giovanni
[00:22:45] da Monte Corvino nei loro resoconti di viaggio dicono arrivati lì abbiamo chiesto ci sono gli uomini con la testa di cane ci sono gli uomini con un occhio solo e rimangono molto delusi perché tutti gli dicono mai vista questa roba ora Marco non è interessato in modo particolare a questa cosa non va a chiedere notizie però si capisce anche che quando gli raccontano che nei luoghi più remoti e selvaggi del mondo dove lui non è neanche stato di persona dove vivono
[00:23:15] esseri che sono comunque mostruosi perché sono cannibali e questo per la visione del medioevo era come dire la cosa più disumana che si potesse fare e allora vabbè a questo punto Marco registra senza farci troppo caso anche gli uomini con la testa di cane dopodiché dopodiché in realtà mentre Marco si sforza di raccontare solo cose autentiche e verificate
[00:23:44] i posteri hanno spesso dubitato di singole notizie date da Marco Polo considerandole inverosimili ed è affascinante vedere come invece la ricerca recente ha spesso confermato precisamente delle specifiche notizie che per tanto tempo erano state ritenute inventate Marco racconta com'è che i tartari mantengono la giustizia
[00:24:13] quando un uomo ha rubato qualche piccola cosa per cui non deve essere condannato a morte gli danno sette bastonate o diciassette o ventisette o trentasette o quarantasette e così continuano fino a centosette aumentando ogni volta di dieci a seconda di che cosa ha rubato
[00:24:41] e parecchi muoiono di questa bastonatura questa roba sembrava un'assurdità chissà cosa gli hanno raccontato poi negli ultimi anni ci sono usciti diversi libri che hanno fatto una ricerca specifica sulle fonti cinesi dell'epoca proprio per cercare di risolvere questa questione se Marco Polo ci fosse stato davvero o si fosse inventato tutto perché sapete che ancora negli anni 90 è uscito un libro influente
[00:25:11] che suggeriva che Marco Polo in realtà non ci fosse mai stato no ecco e questo è stato un bene perché ha suscitato appunto ricerche molto approfondite e tra i vari libri che hanno definitivamente messo fine a questa controversia e hanno dimostrato definitivamente che Marco Polo c'è stato c'è questo libro del Vogel Marco Polo was in China che presenta nuove prove tratte proprio dalla documentazione finanziaria
[00:25:41] e amministrativa dell'impero cinese e cita un regolamento del 1312 contro la falsificazione della moneta che prescrive per i falsari 107 bastonate e per chi spaccia carta moneta falsa 97 bastonate e un altro regolamento di pochi anni dopo per i militari colpevoli di mancata vigilanza 27 bastonate per i soldati e 57
[00:26:11] per gli ufficiali e quindi una notizia così strampalata in apparenza trova una verifica precisissima documentaria sempre a proposito di numeri vabbè Marco Polo è un mercante i numeri gli interessano e ne riparleremo parlando di quelli che lui chiama gli idolatri cioè in questo caso i buddisti del Katai Marco dice che hanno 84 idoli ognuno
[00:26:41] con il suo nome e ognuno con un suo potere particolare c'è quello che fa ritrovare le cose smarrite c'è quello che mantiene in salute il bestiame e così via ora non che Marco abbia capito tutto quello che gli hanno raccontato va un po' all'ingrosso ma sta di fatto che nella letteratura buddista originaria dell'India ma poi diffusa largamente anche nell'impero del Gran Khan
[00:27:10] c'è il tema dei cosiddetti grandi adepti ma Siddha in sanscrito cioè uomini e donne che attraverso la pratica dello yoga avevano raggiunto la perfezione spirituale e possedevano poteri soprannaturali e il loro numero è esattamente di 84 e ci sono c'erano templi in cui si onoravano 84 altari
[00:27:39] ognuno dedicato a uno di questi grandi spiriti ognuno dei quali aveva il suo nome e le sue caratteristiche e trasmetteva certi insegnamenti diversi dagli altri in altre parole di nuovo siamo di fronte esattamente alla notizia che era stata raccontata a Marco ancora in un luogo che Marco chiama Eshir e che sarebbe il porto di Alshir presso Aden
[00:28:07] il pesce è così abbondante racconta Marco che le loro bestie cioè montoni buoi cammelli e i loro cavalli mangiano pesce ed è la loro biada perché in tutto quel paese non c'è erba ma è il posto più secco del mondo siamo nella penisola arabica naturalmente ora chiunque giurerebbe che questo fatto dei montoni dei cavalli che mangiano pesce è una cosa che gli hanno fatto credere nemmeno per idea
[00:28:37] è un fatto di cui parlano anche i viaggiatori arabi da Ibn Battuta a Idrisi ma non solo gli esploratori inglesi dell'Ottocento descrivono questo fatto che lì nella zona di Aden si dà da mangiare il pesce al bestiame parlando di pratiche alimentari però è vero che Marco proprio su questo punto è stato criticato e addirittura giudicato sospetto perché
[00:29:07] in realtà non parla quasi mai a noi sembra così ovvio viaggiando in luoghi nuovi descrivere pratiche alimentari diverse dalle nostre e invece Marco non lo fa quasi mai non descrive praticamente nessun cibo o piatto con l'unica eccezione del kumis mongolo la bevanda fatta con latte fermentato non parla del fatto che si mangia con le bacchette questo per molto tempo gli è stato rimproverato ma come sei stato in Cina
[00:29:36] e non ci racconti questa cosa qui va a dire appendo una piccola parentesi bisogna dire che a noi occidentali secondo me il contrasto è il contrasto tra la forchetta e le bacchette che colpisce maggiormente al tempo di Marco quando la forchetta non si usava e si prendeva il cibo con le dita o anche aiutandosi in qualche altro modo molto probabilmente l'uso delle bacchette appariva meno alieno a un europeo
[00:30:06] di quanto non possa apparire oggi ma in realtà poi non è mica vero che Marco non si interessa delle stranezze in campo alimentare nota i contrasti con i comportamenti abituali in occidente in un modo che a noi moderni magari può perfino sfuggire cos'è la cosa che lo colpisce di più che non c'è il pane nel Catai e nel Mangì nella Cina del nord
[00:30:35] e nella Cina del sud c'è poco frumento ci hanno tanto riso panico miglio quelli lì vengono abbondanti con quel clima però con questi cereali non fanno il pane li mangiano dice cotti nel latte come la carne poi un po' di frumento ce l'hanno anche anche se da loro non cresce bene ma con quel poco ci fanno solo la pasta ci fanno le lasagne ma il pane non lo fanno
[00:31:04] e a Sumatra gli fanno vedere un'altra cosa di quelle che lui dice al lettore attenzione che adesso vi dico un'altra cosa che vale proprio la pena di raccontare perché fa meraviglia dicevamo prima il libro delle meraviglie ma appunto cos'è la meraviglia non è la cosa fantastica è la cosa che esiste proprio l'ho toccata con mano ma voi non ve l'aspettate la meraviglia di Sumatra è l'albero che poi noi in seguito chiameremo l'albero del pane cioè la palma del sagù
[00:31:35] alberi tutti pieni dentro di farina quindi lì hanno la farina bene anche con questa farina non ci fanno il pane ci fanno molte vivande di pasta che sono molto buone da mangiare e io le ho mangiate dice Marco però il pane non lo fanno e qui se permettete entro in un dettaglio un po' più specifico che però è rivelatore di quanto questa cosa del pane risulti sorprendente
[00:32:05] meravigliosa per i lettori di Marco voi sapete e lo diremo poi anche rapidamente dopo che del milione abbiamo appunto è stato già detto del resto del direttore abbiamo versioni tante versioni diverse in tante lingue diverse che contengono spesso modifiche chiunque traducesse o anche solo copiasse il libro come si usava allora se aveva informazioni aggiuntive ce le metteva se trovava cose con cui non era d'accordo le correggeva
[00:32:34] c'è una famiglia di codici di una traduzione in volgare italiano fatta in area veneta questa traduzione è nota proprio perché il traduttore ha spesso interpolato cioè aggiunto delle modifiche di suo in questa versione quando racconta delle palme piene degli alberi pieni di farina il traduttore dice che gli abitanti le impasta con l'acqua
[00:33:04] e ne fa pane e altri suoi manzari come noi femmo della farina de formento e il pane di quella farina è come pane di orzo e di quello sapore in altre parole per questo traduttore l'idea che con la farina non si facesse il pane è letteralmente impensabile Marco si è sbagliato l'assenza di pane poi non è l'unica alterità clamorosa ce ne sono altre
[00:33:33] che noi rischiamo di non notare perché Marco ci accenna solo di sfuggita e bisogna conoscere l'antropologia del nostro medioevo per notarle fra le meraviglie di King Sai che poi Hangzhou e che all'epoca è forse la città più grande e più ricca che Marco ha visitato ecco Marco dice una cosa meravigliosa è l'abbondanza al mercato carne di tutti i generi
[00:34:02] dopodiché nota i ricchi mangiano solo carne bovina e ovina ma i poveri mangiano cito tutte le altre sorte di carni immonde dove devo dire si nota già allora quel pregiudizio occidentale verso una cultura alimentare che è molto disponibile ad assaggiare un po' di tutto che invece per gli occidentali ci sono dei tabù ecco su queste cose e dunque
[00:34:31] c'è un sacco di carne benissimo ma c'è anche moltissimo pesce sul mercato di Hangzhou e tutto questo pesce è messo in vendita ogni giorno e vedendo quanto ce n'è sul mercato non si penserebbe mai che possa essere venduto tutto questo pesce e non di meno in poche ore viene tutto levato via perché mangiano pesce e carne in un medesimo convito cioè nello stesso pasto
[00:35:01] mangiano insieme carne e pesce e se lui lo dice è perché è una cosa che a casa sua alla sua epoca non si fa e non si fa perché ha una valenza religiosa naturalmente la faccenda per un cristiano di quel tempo il ritmo dei giorni di grasso e dei giorni di magro dei giorni in cui si mangia carne e dei giorni in cui si mangia pesce e l'idea che comunque anche se lo sapevano
[00:35:31] benissimo che il pesce può essere una vivanda squisita ed erano ghiotti di storione però l'idea che comunque mangiare pesce è una diminuzione lo fai per obbligo nei giorni di penitenza e questa idea ha prodotto un'aspettativa alimentare che del resto non è scomparsa neanche oggi in occidente perché ancora oggi per parlare di menù di terra e menù di mare è una cosa familiare per noi no? ecco e quindi scoprire che i cinesi invece in uno stesso pasto mescolano
[00:36:00] carne e pesce è una notazione di qualcosa di assolutamente inaspettato ancora in India in India l'atto del bere è altamente ritualizzato è circondato di tabù ovviamente sono parole che metto io Marco non usa questa terminologia però descrive delle consuetudini sorprendenti cos'è sorprendente? che in India si beve con boccali
[00:36:30] e ognuno col suo e nessuno berrebbe col boccale di un altro e quando bevono non accostano il boccale alla bocca ma tenendolo in alto versano la bevanda nella bocca e con quei boccali non darebbero da bere a un forestiero ma se il forestiero non ha con sé il proprio recipiente gli versano la bevanda o il vino nelle mani
[00:36:59] e beve dalle mani ora tutta la descrizione anche per noi è meritevole diciamo così sono costumanze tutte ancora per noi sorprendenti ma basterebbe la prima frase ognuno beve col suo boccale e nessuno berrebbe col boccale di un altro sono stravaganti questi indiani perché invece da noi in occidente al tempo di marco esiste tutta un'etichetta
[00:37:28] e una tradizione di convivialità che invece non solo accetta ma in pratica impone proprio come segno di convivialità di bere o tutta la tavolata da uno stesso boccale oppure uno fra due commensali così come in due commensali ci si divide lo stesso piatto lo stesso tagliere e questo fa parte della convivialità ecco parla di meraviglie
[00:37:57] dobbiamo stare attenti non sono le cose incredibili perché fantastiche e favolose sono i modi di fare e di vivere diversi da quelli a cui noi siamo abituati e lo stesso vale per la geografia dei luoghi attraversati da marco dove marco è interessato a quelle notizie che possono essere concretamente utili per il suo pubblico qual è la cosa
[00:38:26] che descrive come meravigliosa sta navigando verso java ha passato l'equatore e si accorge di questa cosa mirabolante non si vede più la stella polare e per prima cosa vi dirò una cosa che sembrerà a tutti una cosa meravigliosa sappiate ed è la verità che quest'isola è tanto a mezzogiorno che la stella di tramontana non si vede
[00:38:56] ora marco sta parlando a mercanti abituati a navigare nel mediterraneo per cui la stella polare è la cosa più sicura del mondo su cui si basa tutta la nostra sicurezza quando siamo in mare e dopodiché dice ragazzi vi devo avvertire però perché quando si va tanto a sud la stella polare non si vede più ed è un fatto che il libro si rivolga anche
[00:39:26] a un lettore che si aspetta di trovare informazioni concrete sulle modalità del viaggio sul tipo di affari che si possono fare emerge con chiarezza dal modo in cui marco descrive le città dove non c'è questo è diverso da una guida turistica di oggi non c'è nessun interesse per dire c'è un edificio molto bello andate a vederlo zero su questo cos'è che racconta marco vi faccio un esempio
[00:39:55] in persia buonissima città e nobile e di gran commercio producono molti drappi di una seta che si chiama jazd che i mercanti esportano in molti luoghi adorano maometto e quando si parte da questa città per andare avanti si cavalca per sette giornate in pianura e ci sono solo in tre luoghi edifici dove si può trovare alloggio ci sono
[00:40:24] molti bei boschi che si possono attraversare a cavallo c'è molta cacciagione e i mercanti che cavalcano di lì ci si divertono molto e dunque cosa sappiamo di jazd le merci che si producono e con cui si possono fare dei buoni guadagni i tempi del viaggio i suggerimenti per l'albergo guarda che non trovi dappertutto da dormire e i divertimenti che offre il luogo è tutto quello che anche noi ci aspettiamo appunto da una guida
[00:40:54] se siamo della gente a cui non interessa troppo visitare appunto i monumenti ma siamo lì per affari e in questo senso non bisogna dare troppa importanza alle controversie sull'itinerario di Marco Polo si è molto discusso ma racconta quella cosa lì ma non può averla vista nel viaggio di andata deve averla vista in un altro momento ma in realtà Marco non sta raccontando il suo viaggio il percorso del viaggio gli serve solo come filo conduttore
[00:41:23] per una serie di notizie che lui dà e che decide di dare in ordine geografico quindi prima da ovest a est passando per l'Asia centrale e la Cina fino al Giappone e poi da est a ovest attraverso l'Indonesia e l'India e lui riordina le notizie che ha a disposizione seguendo quest'ordine geografico è una cornice entro cui sistemare le sue notizie
[00:41:52] notizie che poi appunto ripeto quando Rustichello ha l'occasione di scrivere una pagina romanzesca per divertire quelli abituati a leggere le chansons de geste Rustichello lo fa ma in realtà una grossa parte del libro di Marco come sapete tutti contiene notizie così monotone che ma non solo siamo lontanissimi dal romanzo ma nemmeno un manuale ci sono parti del libro che sembrano un dizionario
[00:42:21] geografico una raccolta di schede le città della Cina sono descritte secondo uno schema immutabile proprio come se uno avesse avuto una scheda con le varie voci da riempire ve ne do un solo esempio per non annoiarvi troppo alla fine di questo percorso si trova una città che si chiama Pao Chin che è città molto bella e grande sono idolatri e fanno bruciare i corpi morti appartengono al Gran Can
[00:42:51] hanno la loro moneta di carta vivono di commercio e di artigianato hanno seta in grande abbondanza e ci si fabbricano drappi di seta e dorati di molte qualità ma non c'è altro che valga la pena di raccontare e perciò la lasceremo stare e vi parleremo di un'altra città che si chiama Caillou quando si parte dalla città di Pao Chin dopo una giornata di viaggio si trova una città chiamata Caillou anche loro
[00:43:21] sono idolatri e hanno moneta di carta e appartengono al Gran Can e vivono di commercio e di artigianato e potrei continuare con una dozzina di altre città quelle sono le notizie che è utile conoscere chi comanda che moneta si usa che religione c'è cosa si produce e poi c'è un'altra cosa che è utile sapere ed è se passando da un luogo
[00:43:51] all'altro cambia la lingua e anche a questo Marco è attentissimo una delle notizie che lui dà più spesso quando entra in una nuova provincia o in un nuovo regno è che gli abitanti hanno una lingua propria è evidente che Marco aveva una grande facilità per le lingue lui stesso racconta di essersi se ne vanta anzi dice in poco tempo alla corte del Gran Can mi sono impadronito di diverse lingue e di quattro
[00:44:20] alfabeti e proprio a proposito delle lingue c'è un'osservazione che mi scuso con i nostri amici cinesi e di particolare interesse specialmente per noi italiani sulla lingua in uso Marco nota che in tutto il Mangi cioè in tutta la Cina meridionale la lingua e l'alfabeto sono gli stessi ma la lingua è parlata in modo diverso da una zona all'altra
[00:44:51] e però anche se è parlata in modi diversi la gente si capisce comunque in tutta la Cina meridionale dice e per far capire al suo pubblico la situazione gli viene in mente un confronto lingue diverse che hanno però una stessa origine e dice è come fra noi latini i lombardi i provenzali i francesi tranne che dice Marco nel Mangi
[00:45:21] si capiscono da una provincia all'altra quindi capite cos'è che sta dicendo Marco sta dicendo che lui ha ben chiaro parentesi sono gli anni in cui Dante scrive il De Vulgaria Eloquenzia quindi un altro italiano fra altre cose ci dice che è facilissimo per loro capire che l'italiano i vari dialetti italiani il francese il provenzale sono tutte lingue che si assomigliano fra loro
[00:45:51] Dante dice non come l'inglese e il tedesco che a noi sembrano uguali e che sono diversissimi dalle nostre lingue no? dopodiché Marco sta dicendo però queste lingue comuni da noi però tu non è che capisci un francese mentre invece i cinesi si capiscono fra loro entro ancora in un dettaglio mi scuserete perché è troppo interessante per noi italiani appunto uno dei traduttori di Marco dell'epoca che traduce appunto in italiano
[00:46:20] in toscano non ha capito questo passo non ha capito che Marco stava dicendo mentre loro i cinesi si capiscono fra loro noi anche se parliamo lingue simili non ci capiamo non ha capito pensa che Marco è l'esempio debba illustrare il caso di persone che parlano lingue diverse ma si capiscono fra loro e allora cambia l'elenco delle lingue questo traduttore dice
[00:46:49] proprio come da noi genovesi milanesi fiorentini e pugliesi che ancorché parlino diversamente non di meno si possono intendere e questa è la stessa osservazione che fa Dante che è molto interessante per noi italiani di oggi perché noi italiani di oggi siamo perfettamente convinti che un pugliese o un milanese se parlano in dialetto stretto non si capiscono affatto mentre e amici linguisti
[00:47:19] a cui ho chiesto conferma me l'hanno confermato all'epoca i dialetti italiani erano meno lontani fra loro e più facilmente comprensibili insomma torniamo al fatto che le notizie offerte da Marco sono così spesso precise e anche aride al tempo stesso con ben poco di fiabesco e di romanzesco questo aspetto è da tenere presente anche quando cerchiamo di immaginare l'autore stesso Marco
[00:47:49] chi era Marco Polo perché anche lui nell'immaginario collettivo rischia di essere diventata una figura semi-leggendaria o quasi fiabesca anzi devo dire questa reinterpretazione di Marco Polo in termini fiabeschi onirici sia chiaro ha prodotto risultati letterari altissimi come Calvino le città invisibili quindi è un'operazione letteraria perfettamente legittima però non c'entra con la realtà
[00:48:19] del Marco Polo personaggio storico perché su Marco Polo e sulla sua famiglia noi abbiamo molte informazioni offerte dagli archivi veneziani i loro affari sono ben documentati lo zio che si chiamava Marco come lui era stato basato a lungo a Costantinopoli poi era tornato a Venezia proprio quando il papà e l'altro zio di Marco sono partiti per il primo viaggio lo zio aveva dei figli che erano basati a Soldaia cioè la grande
[00:48:48] colonia genovese veneziana sul Mar Nero in Crimea il fratellastro del nostro Marco Polo fa testamento nell'anno 1300 in partenza per Creta dove la famiglia ha dei grossi interessi commerciali Marco era coinvolto e noi abbiamo i documenti in diverse compagnie commerciali fra l'altro si occupava del commercio del muschio animale sostanza con cui si producevano
[00:49:17] profumi ricercatissimi e che proveniva dall'Oriente e guarda caso Marco ogni volta che passa in un posto dove si produce questo muschio si ferma a precisarlo poi noi abbiamo il testamento di Marco Polo 1324 e abbiamo l'inventario del suo patrimonio dei suoi beni mobili da cui sappiamo che aveva un magazzino di merci di grande valore fra cui stoffe provenienti dall'Oriente e appunto
[00:49:47] scatole di muschio quindi come dire l'autore della descrizione del mondo era tutto tranne un sognatore era un uomo d'affari abituato alle relazioni internazionali al traffico di merci di lusso al maneggio di denaro e questo da tenere presente quando tocchiamo appunto la dimensione mercantile del libro notizie sui prezzi non ne dà spessissimo però quando le dà
[00:50:16] sono molto precise e le dà per un motivo altrettanto preciso dov'è che parla dei prezzi quando in un certo luogo si possono fare degli affari particolari perché lì i prezzi di quella merce sono molto bassi oppure al contrario molto alti allora lì Marco dà i prezzi in grossi veneziani cioè la monetina d'argento che per lui è chiaramente il punto di riferimento commerciale e quindi a Sujou per un veneziano
[00:50:46] grosso vi danno 40 libri di zenzero fresco a Tinu Giù che non è stata ben identificata ma dove si fabbrica la porcellana potete avere per un veneziano grosso tre scodelle così belle che nessuno saprebbe descriverle a Escier che è quel posto dove il pesce è abbondantissimo per un grosso ti danno due tonni e così via
[00:51:14] anche i cambi vantaggiosi sono segnalati ma solo quando sono così convenienti che il mercante sbarra gli occhi e dice la prossima volta ci vado nella provincia di Tsardendan sul confine della Cina verso la Birmania il rapporto fra oro e argento è di 1 a 5 Marco è abituato a un rapporto 1 a 10 1 a 12 1 a 15 lì invece 1 a 5 perché? è perché lì
[00:51:44] argento non se ne produce la produzione di argento è a molti molti mesi di distanza di viaggio quindi i mercanti che vanno lì con l'argento lo cambiano in oro a un tasso straordinariamente favorevole e fanno grossi profitti a Zaitun il più gran porto descritto da Marco e Hwangju forse il più importante porto dell'impero a suo tempo il giro
[00:52:13] d'affari con l'India per le spezie e altre merci che arrivano dall'India è un giro d'affari che consente profitti tali che i noleggi delle navi sono pazzeschi e lui qui entra nel dettaglio per una nave carica di pepe i mercanti proprietari del carico pagano per il nolo della nave il 44% per le altre mercanzie grosse il 40%
[00:52:43] e in più si paga al Gran Can il 10% di diritti doganali su qualunque merce che passa da quel porto ora voi capite cosa significa questo primo che Marco calcola i percentuali che non è una cosa così ovvia al suo tempo in cui usavano solo numeri romani fra l'altro per fare i calcoli quindi con difficoltà enorme ma Marco è in grado di calcolare in percentuali e secondo è in grado di dire ai mercanti guardate i pazzeschi profitti che si fanno
[00:53:13] lì se considerate i noli e le imposte doganali che i mercanti sono disposti a pagare pur di poter trafficare in quel posto poi c'è la carta moneta non la voglio far lunga ma ci avviamo verso una conclusione c'è la carta moneta prodotta nella zecca del Gran Can che Marco descrive in grande dettaglio dando i valori precisi dei diversi biglietti da mezzo piccolo denaro tornese fino a
[00:53:43] dieci bisanti d'oro e quando i biglietti di carta si rovinano non c'è problema li porti alla zecca e te li cambiano però prelevano il 3% allora avviandoci a concludere io sottolineerei innanzitutto questo che Marco è diventato famoso già in vita ed è diventato famoso non come l'autore di un libro divertentissimo ma come il grande esperto
[00:54:12] internazionale dell'impero mongolo il suo libro ha circolato molto ce ne sono appunto più di 100 manoscritti che vuol dire tanto per un'opera di quell'epoca salvo che questi manoscritti appunto sono tutti diversi uno dall'altro perché perché Marco o meglio Rustichello che ha scritto il libro suddettato di Marco l'ha scritto nella lingua letteraria che a lui Rustichello nell'Italia di fine 200
[00:54:41] era la lingua più familiare cioè il francese o meglio quel francese alla buona pieno di italianismi che era di moda per scrivere in Italia i romanzi cavallereschi e non solo quello eh guardate che fino alla generazione di Marco l'uso del francese in Italia come lingua scritta è diffusissimo in ogni ambito per dire Brunetto Latini che è il primo
[00:55:11] grande intellettuale del comune di Firenze maestro di Dante il suo principale trattato il tresor lo scrive in francese il più importante cronista veneziano Martino da Canal contemporaneo più o meno del papà di Marco Polo la sua cronaca di Venezia la scrive in francese quindi fino a quel momento era una scelta abbastanza ovvia e anche Marco non avrà avuto obiezioni solo che la generazione di Marco che è anche quella
[00:55:40] di Dante stava cambiando cambiava il gusto si stava affermando molto rapidamente il fiorentino come lingua un po' standard della comunicazione anche scritta e il risultato è che la descrizione del mondo una volta che Marco la fa circolare non viene tanto copiata nel suo testo originale in franco italiano ma viene tradotta e in primo luogo viene tradotta in latino ovviamente così lo possono
[00:56:10] leggere tutti perché quella è la vera lingua che tutti quelli che hanno studiato un po' conoscono e poi viene tradotta in varie versioni di italiano ma anche all'estero in catalano in francese ora la cosa interessante è che in questa opera di traduzione del suo libro Marco è coinvolto anche personalmente noi abbiamo una traduzione in francese dice ma era scritto in francese no era scritto in francese da un italiano che lo sapeva così così
[00:56:39] per i francesi fanno una traduzione in francese vero che non sia ridicolo noi abbiamo questa traduzione con un prologo di un signore che dice questo libro l'ha portato mio papà da Venezia mio papà da Venezia il cavaliere Thibaut che era ambasciatore del re di Francia a Venezia che ha incontrato il signor Marco Polo è rimasto affascinato gli ha chiesto una copia del suo libro il signor Marco Polo gli ha dato
[00:57:08] volentieri una copia del suo libro perché desiderava che quello che aveva visto fosse conosciuto da tutto il mondo e poi dice questo signore francese questo libro che abbiamo noi lo vogliono tutti e quindi ho fatto fare una traduzione in francese negli stessi anni in cui Marco è ancora vivo è attivo viene eseguita a Venezia una traduzione
[00:57:38] in latino che viene fatta dai domenicani dai domenicani di San Giovanni e Paolo a Venezia e questa traduzione in latino è famosa perché contiene parecchie aggiunte e i filologi sono abbastanza sicuri che le aggiunte sono di Marco Polo in altre parole o i domenicani di Venezia hanno lavorato direttamente con lui oppure lui gli ha dato una sua copia in cui aveva già fatto altre aggiunte
[00:58:07] tutto questo non è solo ipotesi perché noi abbiamo documenti che ci fanno vedere Marco legato proprio al grande convento domenicano di San Giovanni e Paolo di Venezia dove viene fatta questa traduzione ma la prova che a me sembra la più straordinaria della considerazione in cui Marco Polo era tenuto dai suoi contemporanei e il suo incontro con Pietro D'Abbano
[00:58:36] Pietro D'Abbano era uno degli intellettuali più importanti della generazione di Marco filosofo medico astrologo professore alla Sorbona e poi a Padova traduttore dal greco e dall'arabo ora Pietro D'Abbano nella sua opera più famosa il Conciliator dove discute di questioni filosofiche legate alla medicina Pietro D'Abbano affronta fra l'altro una questione che era discussa
[00:59:06] fin dall'antichità e cioè se sia possibile la vita umana sotto l'equatore per l'appunto gli antichi non erano tanto convinti e ne discutevano in termini teorici i filosofi medievali riprendono la discussione sempre per lo più in termini teorici perché controlli pratici non li ha mai fatti nessuno dice no dice Pietro D'Abbano uno c'è che li ha fatti controlli pratici e Pietro racconta sì sì la vita umana
[00:59:36] sotto l'equatore c'è e me l'ha detto Marco Polo il più grande viaggiatore e il più attento esploratore che si ha mai vissuto lui mi ha raccontato che è stato sotto l'equatore che lì la stella polare non si vede e invece si vede un'altra stella straordinaria a forma di sacco che è quasi certamente la croce del sud e poi lui ha incontrato isole abitate da uomini
[01:00:06] animali e quindi ecco uno degli scienziati più famosi del tempo citava neanche il libro ma proprio un'intervista personale con Marco per risolvere una questione scientifica che aveva diviso i filosofi per millenni ma non basta perché quasi due secoli dopo Cristoforo Colombo tornato dall'America come sappiamo noi è invece
[01:00:35] convintissimo di essere tornato dal Giappone dato che comincia a incontrare delle critiche e deve ribattere una delle cose che fa Cristoforo Colombo è di comprarsi il libro di Marco Polo noi lo sappiamo perché c'è l'edizione postillata di pugno di Cristoforo Colombo ed è un'edizione stampata ad Anversa nel 1495 e lui fa delle annotazioni dove trova
[01:01:05] che il testo di Marco Polo lo può aiutare a dimostrare che lui è effettivamente arrivato in Giappone quindi insomma per gli addetti ai lavori la descrizione del mondo è sempre stata quello che Marco voleva che fosse cioè innanzitutto un libro scientifico però però però noi abbiamo anche le testimonianze di un altro modo di leggere questo libro una lettura diffusa
[01:01:35] in un pubblico più ampio magari meno preparato che invece ci vedeva è come un libro pieno di cose difficili da credere e mirabolanti e che finiva per pensare che forse erano tutte invenzioni c'è un fiorentino che nel 1392 per passatempo fa il podestà di Firenze in un paesino di campagna si annoia da morire per passatempo trascrive
[01:02:05] quello che per lui nella versione toscana è il milione e annota che questo libro contiene cose incredibili più che miracoli a cui è difficile prestare fede ma ancora alla metà del Cinquecento Gian Battista Ramusio pubblica una grande raccolta di navigazioni e viaggi e fra l'altro pubblica una fortunatissima versione del libro di Marco Polo
[01:02:34] lui la chiama una storia l'istoria delle cose dei tartari di Marco Polo e il Ramusio metà Cinquecento scrive il libro di Marco è stato per molte decine d'anni riputato favola e che i nomi delle città e province fossero tutte finzioni e immaginazioni senza fondamento alcuno
[01:03:04] e per dir meglio sogni insomma non c'è da stupirsi se mentre oggi nel mondo degli studiosi tutti sanno che Marco Polo è davvero stato in Cina e ha scritto un trattato serissimo storico geografico etnografico economico dell'immaginario collettivo nel mondo della letteratura d'evasione e delle serie televisive il suo nome evoca ancora oggi orizzonti appunto fantastici
[01:03:33] e onirici non c'è da stupirsi perché il destino del libro di Marco è stato quello fin dall'inizio grazie grazie per aver ascoltato questa puntata questa conferenza è stata organizzata dal Consolato Generale Italiano e l'Istituto Italiano di Cultura di Shanghai in collaborazione con la Shanghai Library la Shanghai Normal University e l'Istituto dell'Eciclopedia Italiana Treccani nella descrizione dell'episodio trovate il link al video originale e al canale YouTube dell'Istituto Italiano di Cultura di Shanghai se volete commentare questa puntata l'appuntamento è mercoledì sera
[01:04:03] dalle 21 sulla community Discord per l'immancabile parco del mercoledì che non è solo un'occasione per commentare insieme la puntata ma anche per discutere e dibattere delle tematiche storiche e culturali più varie per informazioni barberopodcast.it slash community il link è in descrizione la musica è come sempre la bossa antiga di Kevin MacLeod in competech.com pubblicata con licenza Creative Commons CC BY 4.0 ci sentiamo la settimana prossima con una nuova puntata del podcast di Alessandro Barbero ciao ciao