#024 Giuseppe Garibaldi – Pensare l’Italia – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2010)

#024 Giuseppe Garibaldi – Pensare l’Italia – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2010)

Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta di Giuseppe Garibaldi per il ciclo “Pensare l’Italia”

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[00:00:09] Buongiorno, buonasera, bentornate e bentornati ad una nuova puntata del podcast di Alessandro Barbero. La storia come non l'avete mai sentita, la raccolta indipendente e senza scopo di lucro della lezione e conferenza del professor Barbero. Oggi Barbero Riserva concludiamo la serie Pensare l'Italia dal Festival della Mente, 2010, con Garibaldi. Dopo l'episodio un annuncio. Buon ascolto!

[00:00:36] Buonasera, siamo arrivati alla terza tappa di questa cavalcata attraverso il Risorgimento, visto attraverso i grandi personaggi che lo hanno fatto. Garibaldi potrebbe sembrare il più facile da raccontare, visto che era un personaggio così colorito.

[00:00:53] Io mi sono trovato alla fine invece a avere più difficoltà con lui che non con gli altri, a cercare di tracciare un ritratto equilibrato e a cercare di stare anche proprio in equilibrio fra i giudizi che si davano su di lui allora, molto contrastanti, quelli che si danno oggi ancora più contrastanti, in modo addirittura eccessivo.

[00:01:13] Alla fine io ho pensato di cominciare in questo modo. Ho pensato di cominciare ricordando un aspetto che noi oggi rischiamo di dimenticarci e che invece va tenuto in considerazione quanto merita. Cioè il fatto che Garibaldi ai suoi tempi era un uomo incredibilmente popolare e incredibilmente amato, non soltanto in Italia ma in tutta Europa e anche in America a dir la verità.

[00:01:37] Il tipo di notorietà, fama e amore popolare per Garibaldi è qualcosa che nel mondo di oggi secondo me non esiste neanche per le star dello spettacolo. E allora io vorrei cominciare raccontandovi cosa succede quando Garibaldi decide di fare un viaggio in Inghilterra. Siamo nel 1864, quindi quattro anni dopo l'impresa dei Mille. Garibaldi decide di andare in Inghilterra per vari motivi.

[00:02:05] Quando si viene a sapere di questo suo desiderio, il direttore di una compagnia di navigazione inglese gli manda apposta un piroscafo a prenderlo. Arriva, sbarca Southampton, dove trova una folla enorme col sindaco in testa che lo acclama e grida urrà. L'ammiraglio comandante della base navale di Portsmouth, che è abbastanza vicina, lo invita a visitare la base navale.

[00:02:30] Organizza una manovra in mare con finto combattimento a fuoco della flotta inglese in onore di Garibaldi. Dopodiché deve andare a Londra. Gli preparano un treno speciale che sfreccia verso Londra sventolando la bandiera italiana. Quando arriva a Londra trova 500.000 persone che lo aspettano. Secondo la questura, non secondo gli organizzatori.

[00:02:57] Esce dal treno alla stazione, c'è la carrozza del Duca di Sutherland che lo aspetta perché sarà ospite a casa del Duca di Sutherland. La carrozza ci mette sei ore per andare dalla stazione al Palazzo del Duca. Talmente tanta è la folla che preme tutto intorno per vedere, per toccare Garibaldi. Quando la carrozza entra nel cortile del palazzo fanno appena in tempo a scendere e poi la carrozza crolla a pezzi. Perché la pressione della folla l'aveva distrutta e tenuta insieme contemporaneamente fino all'ultimo.

[00:03:27] Garibaldi va a pranzo dal primo ministro, va a cena dal ministro degli esteri. È acclamato dalla popolazione inglese in senso trasversale. Nel senso che ci sono le duchesse che gli mandano lettere d'amore e gli operai che lo invitano nelle loro società. E lui accetta questi inviti in modo trasversale. Lo invitano a Eton, la più famosa e la più snob delle public school inglesi. E lui va a Eton dove gli fanno trovare tutti gli allievi schierati che lo acclamano gridando urrà in suo onore.

[00:03:56] Ma va anche a visitare i primi sindacati che da non molto tempo sono nati. Va ai banchetti operai. Questo magari è un dettaglio che si potrebbe anche evitare. Ma insomma, risulta che a casa del duca di Sutherland le domestiche della casa vendevano bottiglie dell'acqua in cui Garibaldi si era lavato la mattina.

[00:04:20] Quindi immaginate appunto c'è la catinella, lui si lava la faccia, dopodiché le domestiche imbottigliano e fuori c'è la coda della gente che vuole comprare quest'acqua. Il principe ereditario, sarà il futuro re Edoardo VII, torna apposta a Londra per conoscerlo. Ora, io direi che questo sarebbe già un racconto che vale la pena, che ci potrebbe far meditare un pochino.

[00:04:45] Quale altro italiano ci viene in mente che potrebbe andare in Inghilterra ed essere accolto da 500.000 persone festanti a Londra? E magari ci potrebbe anche far piacere il fatto che un grande italiano vada in Inghilterra e gli facciano trovare un treno con la bandiera italiana che sventola fuori. Almeno ad alcuni di noi potrebbe far piacere. C'è qualcuno che non è tanto contento. Ci sono delle minoranze che non sono tanto contente di avere Garibaldi a Londra e di vedere queste accoglienze trionfali.

[00:05:12] Ed è molto istruttivo vedere chi non è contento. Da un lato non è contenta la regina Vittoria. La regina Vittoria dichiara che si sente, notate che suo figlio invece è arrivato di corsa per conoscere Garibaldi, ma la regina non è contenta e dice anzi io mi vergogno di governare una nazione capace di simili follie. Dopodiché riflette, si dimentica per un attimo che appunto alcune duchesse di corte stanno mandando lettere d'amore a Garibaldi

[00:05:40] e Vittoria conclude che però in definitiva è soltanto la teppaglia, la plebaglia più infima che acclama Garibaldi. Dopodiché la stessa Vittoria scrive, sì, è una cosa vergognosa perché insomma gli inglesi sono veramente del tutto impazziti per Garibaldi. Vittoria lo scrive con due R.

[00:05:59] E, dopo tutto, cito sempre dalla regina Vittoria il suo diario, onesto, disinteressato e coraggioso, Garibaldi lo è certamente, ma è un capo rivoluzionario. Gli altri che non sono contenti, almeno ne cito uno in particolare, Marx non è per niente contento. Marx, che è a Londra, trova che questa enorme popolarità di Garibaldi è una manifestazione di imbecillità della folla.

[00:06:27] Perché quello stesso Garibaldi che per Vittoria e per tanti altri, compreso Cavour, compreso Vittoria Emanuele, è un pericoloso rivoluzionario, ecco, visto dal punto di vista di un teorico del comunismo come Marx, invece, è un ingenuo, è uno che si fa manovrare, è uno che, appunto, va dagli operai ma va anche dalle duchesse, non è una persona seria, insomma.

[00:06:50] E dunque, agli occhi di Marx, il fatto che le folle siano così pronte ad acclamarlo dimostra quanto quelle stesse folle siano immature. Ebbene, Garibaldi, se noi volessimo collocarlo in uno spettro politico, dovremmo riflettere precisamente su chi non era contento di vederlo acclamato dalle masse. C'era un'opposizione a Garibaldi da destra, tutto il mondo più conservatore, più reazionario, legittimista, monarchico,

[00:07:19] aveva una paura maledetta di quest'uomo che vedeva, appunto, come un sovversivo, un rivoluzionario, un terrorista, un pirata e così via. Dall'altra parte, in realtà, chi si sentiva veramente di sinistra non si identificava affatto con Garibaldi. Non soltanto Marx, ma anche Mazzini, dopo un iniziale momento di contatto, in realtà sarà sempre molto lontano da Garibaldi.

[00:07:44] E questo, in realtà, per un motivo ben preciso, che Garibaldi, anche se aveva idee, e lo vedremo, molto avanzate e che agli occhi di molti potevano sembrare sovversive, nella congiuntura politica del risorgimento ha sempre consapevolmente tenuto una posizione moderata, che è quello che gli ha permesso, poi in realtà, alla fine, di realizzare i suoi disegni. Quindi Garibaldi è tutt'altro che un estremista e io credo che questa sia una chiave importante per interpretarlo.

[00:08:16] L'altra cosa su cui, ripeto, vale la pena di riflettere è il fatto che quest'uomo era, se non dalle regine e dai comunisti, da tutto il resto dei comuni mortali, adorato, estimato, estimato anche dai suoi nemici. Avremo spesso occasione di citare testimonianze di avversari politici che dicono, sì, è un ingenuo, è uno che si lascia manipolare, ma non c'è uno che non dica, però certo, è onesto, ammirevole, magnifico e così via. Questo vale la pena di ricordarlo in un'epoca come la nostra,

[00:08:46] in cui se uno digita su Google il nome di Garibaldi, il primo sito che viene fuori è la biografia su Wikipedia. E il secondo sito che viene fuori è un sito, che non voglio neanche nominare, così pieno di bugie su Garibaldi, carico di un tale astio, di una tale ostilità preconcetta nei confronti di Garibaldi, che fa sbalordire, fa sbalordire pensando invece a chi era Garibaldi per gli uomini del suo tempo.

[00:09:15] Vorrei sottolineare ancora, perché è una cosa che non ci ricordiamo più, che Garibaldi era celeberrimo e popolarissimo già ben prima dell'impresa dei Mille. Noi italiani lo associamo soprattutto a quello, naturalmente. Garibaldi, l'impresa dei Mille del 1860, già dieci anni prima era uscita una biografia di Garibaldi. Già nel 1850 viene stampata a Torino una biografia di Garibaldi.

[00:09:40] Non solo, nel 1859 escono a New York e a Londra le memorie di Garibaldi, tradotte in inglese. Quindi un uomo celeberrimo, celebre in diversi continenti, già prima dell'impresa dei Mille. Dopo l'impresa dei Mille, in tarda età, è certamente uno degli uomini più famosi del mondo. C'è un aneddoto che sembra però vero, è un po' complicato raccontarla tutta ma scorciamo. C'è una figlia di Garibaldi, illegittima,

[00:10:10] che a un certo punto, per motivi che non stiamo a dire, si trova in difficoltà a Creta. Si trova in difficoltà a Creta, è quasi prigioniera in casa, scrive al padre, scrive una lettera al padre chiedendogli aiuto, la butta dalla finestra, scrivendo sulla busta semplicemente al generale Garibaldi. Una lettera buttata dalla finestra di una casa in un villaggio cretese, come tutto indirizzo al generale Garibaldi, arriva a Caprera una settimana dopo.

[00:10:42] La fama di Garibaldi certamente riposa su due aspetti. Da un lato l'enorme ammirazione per il suo idealismo, ma dall'altro anche una grande ammirazione per gli aspetti pittoreschi e avventurosi del personaggio. E su questi aspetti pittoreschi e avventurosi io vorrei fermarmi un momento all'inizio, poi passeremo a cose politicamente più concrete. Ma non si può dimenticare che Garibaldi ha una biografia strabiliante, è un uomo che in vita sua ha fatto di tutto,

[00:11:11] e io ho provato a fare qualche statistica, perché veramente ci sono cose che soltanto a livello statistico si possono, quante volte è stato arrestato in vita sua, eccetera. Cominciamo col dire che Garibaldi in vita sua ha fatto i mestieri più diversi. Lui di suo era un marinaio. Garibaldi nasce, come sappiamo tutti, a Nizza, che allora, quando nasce lui è suddito di Napoleone, tanto per cambiare. E infatti viene registrato all'anagrafe come Joseph Marie Garibaldi.

[00:11:38] Nizza è una città a metà fra la Liguria e la Provenza, ma Garibaldi è ligure. Il babbo è di Genova, la mamma è di Loano, sono una famiglia di marinai liguri, e Garibaldi da ragazzo fa il marinaio. Fare il marinaio vuol dire che si imbarca a 16 anni e su una nave a vela fa il viaggio fino al Mar Nero, fino a Odessa. E per nove anni Garibaldi fa prima il marinaio e poi il capitano di bastimenti mercantili a vela, perché prende il brevetto di capitano di lungo corso,

[00:12:07] quindi lui è un marinaio professionista che porta navi a vela, ripeto, in Turchia, in Russia. E ancora più tardi, a metà della sua vita, all'inizio degli anni 50, quando è già diventato famoso come rivoluzionario, ha partecipato alla prima guerra di indipendenza, poi all'infelice avventura della Repubblica Romana, c'è già stata la fuga, la morte di sua moglie Anita, è già un personaggio celeberrimo, però è costretto alla fuga dall'Italia, e cosa fa? Si rimette a fare il capitano di lungo corso.

[00:12:38] E a metà della sua vita, di nuovo, comanda navi mercantili, sempre a vela, che fanno viaggi come, per esempio, dal Peru alla Cina, dagli Stati Uniti all'Inghilterra, e così via. Quindi un uomo di mare a pieno titolo. Il che non gli impedisce a un certo punto, quando è ancora giovane, siccome si trova a Costantinopoli, e per vari motivi decide di fermarsi lì, e vive a Costantinopoli, a Istanbul, per due anni e mezzo, Garibaldi, e si mantiene, facendo il precettore privato

[00:13:06] di italiano, francese e matematica, ai figli di una signora italiana che abita a Istanbul. Diversamente dai signori di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, Cavour e Vittorio Emanuele, Garibaldi è uno che con le lingue ci sa fare. È stato allevato anche lui tra il Provenzale e il Ligure, ma nell'impero francese, però è italiano, padroneggia bene il francese e l'italiano, sa anche l'inglese, avendo vissuto in Sud America, sa lo spagnolo,

[00:13:36] sa il portoghese, quindi insomma siamo proprio su un altro piano. Tanto che può fare l'insegnante di italiano e di francese a Istanbul. Fa il commerciante all'ingrosso di pastasciutta in Brasile. Per due anni in Brasile, Garibaldi ha dei bastimenti suoi in società con degli amici e trasporta spaghetti da un porto all'altro del Brasile. Fa l'insegnante di matematica in Uruguay. Anche lì, prima di scoprire la sua vera vocazione e arruolarsi nell'esercito dell'Uruguay, insegna per un po' matematica.

[00:14:05] Sempre nei primi anni 50, quando è già famoso ma ha dovuto fuggire dall'Italia, si ferma per un annetto scarso a New York e a New York fa l'operaio in una fabbrica di candele. Fabbrica di candele che peraltro apparteneva a Meucci, il famoso inventore del telefono, buon amico di Garibaldi. Ecco, per dire che il personaggio è solo l'inizio, degli aspetti pittoreschi della vita di Garibaldi. Mi vorrei fermare un istante su questa cosa del Garibaldi che vive a Costantinopoli, che vive a New York,

[00:14:35] per accennare a una conseguenza, una cosa che ho imparato su questo, che nemmeno io sapevo così chiaramente. Quando Garibaldi arriva a Costantinopoli, in 1831, credo, ci trova la società degli operai italiani a Costantinopoli. C'è un gruppo di immigrati italiani che si assistono a vicenda e sono proprio questi italiani che lo accolgono, gli trovano la signora che ha i figli e ha bisogno di un precettore e così via. Quando va a New York,

[00:15:03] ci trova ovviamente associazioni e lì addirittura giornali di immigrati italiani. Così come quando cominceranno, e parleremo subito, a fare il militare al servizio di vari stati sudamericani, una delle cose che farà sarà arruolare una legione italiana arruolata fra gli emigrati italiani. Quello su cui vorrei battere è questo italiani. Perché noi oggi, in fondo, nella confusione che regna intorno a tutta la questione

[00:15:33] del risorgimento, dell'unità d'Italia, dell'identità italiana, ecco, finiamo quasi per avere l'impressione che in realtà l'Italia non esistesse, che fosse stata inventata, che sia una cosa che è stata imposta dall'alto. Ecco, è molto istruttivo sapere che se un italiano arrivava a Costantinopoli nel 1831, ci trovava il circolo degli operai italiani, i quali non si definivano né piemontesi, né lombardi, né toscani, né niente, ma italiani. E questo dappertutto regolarmente.

[00:16:03] Altri aspetti avventurosi della vita di Garibaldi. Ho contato quante volte è stato arrestato in vita sua. Nove volte in tutto è stato arrestato. La cosa pittoresca è che le prime due volte è stato arrestato dalla polizia russa in Crimea, dove era arrivato appunto come secondo su un bastimento e devo dire non sono arresti eroici. La prima volta è arrestato per schiamazzi notturni. Ma aveva 25 anni. Poi lo condannano agli arresti domiciliari a bordo, lui scende lo stesso dalla barca e lo arrestano di nuovo.

[00:16:33] Quindi è riuscito a farsi arrestare dalla polizia russa, dalla polizia francese, perché durante le sue fughe è entrato in Francia illegalmente. È stato arrestato dall'esercito argentino, che lo ha anche torturato. È stato arrestato dalla polizia uruguayana per aver insultato l'ambasciatore del Brasile. È stato arrestato dalla polizia dei Savoia quando c'era ancora il regno di Sardegna e poi tre volte dalla polizia italiana ad Aspromonte e in altre due vicende

[00:17:02] connegate con la faccenda di Roma, di Mentana, eccetera. Nove arresti, una condanna a morte quando era ancora molto giovane, quando si è fatto coinvolgere dai mazziniani, è il motivo per cui poi se ne va in Sud America, insomma, perché è condannato a morte dalla magistratura piemontese. È stato ferito in battaglia sei volte. La prima volta, già dimenticavo gli arrembaggi dei pirati greci, scusatemi, perché quando conduceva navi dell'Egeo quelli erano mari

[00:17:32] poco sicuri e ci sono stati quattro arrembaggi di pirati greci a navi su cui era imbarcato Garibaldi. Una volta c'è stato anche lo scontro e Garibaldi è stato ferito la prima volta. Poi è stato ferito in battaglia altre sei volte in tutto. E' stato ufficiale di sei eserciti diversi perché in Sud America, e adesso lo racconteremo bene, ma diciamo intanto rapidamente che si è arruolato in una repubblica che adesso non esiste più, la Repubblica di Rio Grande, dove è stato nominato comandante della Marina. Poi si è arruolato

[00:18:02] in Uruguay e anche lì è diventato comandante della Marina Uruguayana. E' stato generale del governo provvisorio Lombardo nel 48, al tempo delle cinque giornate. E' stato generale della Repubblica Romana nel 49. E' stato generale del Regno di Sardegna, quindi dei Savoia, e poi del Regno d'Italia. E finalmente ha fatto ancora in tempo da vecchio a diventare generale della Repubblica Francese durante la guerra franco-prussiana. Naturalmente è stato cittadino di tutti questi paesi e anche di altri ancora.

[00:18:31] Lui era nato cittadino francese, poi cittadino del Regno di Sardegna, ma quando era emigrato in America e non sapeva che sarebbe tornato, ha chiesto la cittadinanza americana. Su questo c'è qualche mancanza di chiarezza, nel senso che gli è andato subito il passaporto, ma pare che allora il passaporto americano lo dessero con una certa facilità. Chi è andato con pignoleria a verificare dice che la pratica della cittadinanza non è andata in porto e quindi tecnicamente lui non era cittadino americano, ma credeva di esserlo.

[00:19:02] Tant'è vero che quando durante la guerra civile americana Lincoln gli offre un comando, lui discutendone con gli amici dice beh sì, io di questo paese sono cittadino, quindi ci potrei anche andare. E ha preso anche la cittadinanza peruviana a un certo punto, perché per prendere il comando di un mercantile peruviano la legge locale prevedeva la cittadinanza e quindi è stato anche cittadino del Perù. È stato, o quasi finito con le statistiche, ma ancora questa, permettetemela, è stato membro del Parlamento in cinque paesi diversi, perché è stato membro del Parlamento

[00:19:31] in Uruguay, è stato membro del Parlamento nel Regno di Sardegna, eletto nel 48 e poi nel 60, è stato membro del Parlamento all'Assemblea Costituente della Repubblica Romana, il primo Parlamento in Italia eletto a suffragio universale, poi è stato deputato del Regno d'Italia dal 61 in poi ed è riuscito anche a essere deputato della Repubblica Francese nel 1871, quando appunto era accorso in difesa dei francesi contro i brussiani. Bene, al di là

[00:20:01] degli aspetti pittoreschi, quello che va sottolineato di Garibaldi è che noi sbaglieremmo di grosso se lo pensassimo soltanto nella prospettiva del patriota italiano. Garibaldi è senza alcun dubbio un patriota italiano, è molto convinto, ma prima ancora si sente cittadino del mondo e si sente coinvolto nelle vicende che riguardano la libertà e le lotte per la libertà in tutto il mondo. C'è un episodio specifico

[00:20:31] che è l'inizio di questa sua crociata personale per la libertà. Nel 1833 Garibaldi che quindi aveva 26 anni è imbarcato per l'appunto su una di quelle tali navi che vanno a Costantinopoli e su questa nave c'è imbarcato un gruppo di strani personaggi sono i San Simoniani i San Simoniani erano un gruppo francese di socialisti in origine

[00:21:01] che poi però a partire dall'idea socialista avevano sviluppato una loro concezione molto particolare era un movimento pacifista libertario che predicava l'eguaglianza che predicava la parità della donna e che aveva addirittura fondato una nuova religione basata sul principio del libero amore Garibaldi sta dei mesi sulla stessa nave con questa gente parla con loro rimane incantato e da loro viene convinto appunto

[00:21:30] che chi veramente è un vero uomo non può restare chiuso dentro i vincoli del suo patriottismo nazionale ma deve sentirsi cittadino del mondo e lui stesso nelle sue memorie raccontando questo incontro decisivo con i San Simoniani dice da loro ho imparato appunto che un uomo che combatte per la sua patria si se combatte per difenderla è un soldato da rispettare se combatte in una guerra di aggressione è sempre un soldato e non è neanche da rispettare

[00:22:01] ma che l'uomo il quale facendosi cosmopolita adotta l'umanità per patria e va ad offrire la spada ed il sangue ad ogni popolo che lotta contro la tirannia è più di un soldato è un eroe Garibaldi non era uno che avesse pure della retorica assolutamente ebbene Garibaldi folgorato a 26 anni decide che lui vuole essere proprio quello lui vuole essere il cosmopolita che si batte contro i tiranni che si batte per la libertà

[00:22:30] in tutto il mondo nella sua ingenuità vuole essere quell'eroe nella sua ingenuità salvo che sia riuscito effettivamente si è costruito in tutta la sua vita una carriera di eroe al servizio della libertà cosa vuol dire al servizio della libertà qui bisogna fermarci un pochino a raccontare la vicenda sudamericana di Garibaldi voi ricordate che Garibaldi è definito l'eroe dei due mondi questo perché ben prima di venire a combattere in Italia

[00:23:00] ha combattuto e a lungo in Sudamerica e su queste imprese sudamericane di Garibaldi c'è spesso confusione ci sono spesso anche appunto bugie invenzioni menzogne quali sono i fatti i fatti sono che il Sudamerica è un continente in ebollizione in quel momento voi dovete pensare che il Sudamerica pochissimo popolato è già pieno di immigrati fra l'altro molti italiani ce ne sono dappertutto è appena uscito dal regime coloniale

[00:23:29] spagnolo e portoghese i confini dei nuovi paesi non sono chiari sono nati tutti i paesi sudamericani che conosciamo anche noi oggi il Brasile l'Argentina l'Uruguay ma questi paesi sono nati nel disordine nella rivoluzione nella guerra civile e sono paesi dove chi comanda è un'oligarchia di grandi proprietari terrieri e di generali che hanno i loro eserciti privati di gauchos e che si combattono e che tutti naturalmente proclamano di combattere

[00:23:59] per l'indipendenza per la libertà del loro paese l'uno contro l'altro l'Uruguay contro l'Argentina ecco a Garibaldi è stato spesso rivolto all'accusa di essere un ingenuo e di credere a tutto quello che gli dicevano può anche darsi certamente lui ha creduto in pieno che queste guerre fossero guerre per la libertà e si è arruolato dove gli sembrava che ci fosse da combattere per la libertà il primo paese dove si arruola è un paese che oggi non esiste più perché la sua guerra di indipendenza

[00:24:28] l'ha persa si chiamava la Repubblica del Rio Grande ed è uno degli stati del Brasile è un paese grande come la Gran Bretagna per intenderci non è uno staterello da ridere è un paese grande come la Gran Bretagna che per parecchi anni ha combattuto contro il Brasile che allora era un impero con tanto di imperatore del Brasile sul trono per affermare la sua indipendenza Garibaldi che vive lì per un po' di tempo vive a Rio de Janeiro commercia in spaghetti per l'appunto come sappiamo

[00:24:58] quando viene a sapere che c'è questa insurrezione del Rio Grande questa guerra di indipendenza immediatamente parte e va ad arruolarsi ed essendo un marinaio esperto gli danno il comando della marina del Rio Grande che poi sono due barche all'inizio credo combatte lì per diversi anni guadagnandosi fama popolarità e anche un sacco di nemici naturalmente poi quando la repubblica del Rio Grande finisce male lui si trasferisce in Uruguay a Montevideo appunto per un po'

[00:25:28] insegna matematica e poi però scoppia la guerra anche lì perché l'Argentina vuole annettersi l'Uruguay e l'Uruguay invece vuole essere indipendente e Garibaldi immediatamente si arruola nella lotta per la libertà dell'Uruguay anche lì lo fanno comandante della flotta che però è una flotta un po' più seria stavolta è una vera flotta Garibaldi per anni comanda una vera flotta combatte battaglie navali contro gli argentini e se uno va oggi a Montevideo capitale dell'Uruguay al porto

[00:25:57] ci trova la statua di Garibaldi comandante della marina nazionale dal 1842 al 48 e quindi combatte e combatte in queste guerre sudamericane che sono guerre durissime questo va sottolineato non sono certo guerre da gentiluomini sono guerre dove molti massacrano i prigionieri sgozzano i prigionieri senza farsi problemi dove si saccheggia si distrugge Garibaldi ha un ruolo particolare comanda delle navi da guerra e fa il corsaro

[00:26:27] il corsaro come sapete che è una cosa diversissima dal pirata è quel comandante di una nave di un governo regolare che ha l'autorizzazione del suo governo di far la guerra alle navi delle potenze nemiche e quindi intercettando in mare anche le navi mercantili delle potenze nemiche impadronendosi del loro carico questa guerra durissima Garibaldi la fa senza esclusione di colpi combatte molti combattimenti ha delle vittorie ha delle sconfitte vede ammazzati i suoi amici intorno a sé

[00:26:56] viene ferito fa quello che fanno tutti i comandanti in guerra requisisce bestiame requisisce derrate per nutrire i suoi uomini sequestra appunto navi mercantili con i loro carichi in un contesto che è quello della però legalità internazionale delle guerre e regolarmente sia alla fine della guerra di indipendenza del Rio Grande sia alla fine della guerra di indipendenza dell'Uruguay si ritrova disoccupato

[00:27:25] e senza un soldo perché non ha preso un soldo da nessuna parte e ricomincia tranquillamente a fare il mercante di pastasciutta o il marinaio il capitano di lungo corso su Garibaldi in sud America vorrei ancora citare un paio di testimonianze contemporanee che vengono dai suoi avversari la guerra dell'Uruguay contro l'Argentina a un certo punto si risolve anche perché l'Inghilterra si è stufata e l'Inghilterra a quell'epoca lo abbiamo già capito nel mondo più o meno fa quello che vuole

[00:27:56] gli inglesi sono convinti che questa guerra per l'indipendenza dell'Uruguay è una farsa che in realtà è tutta una storia di politicanti locali di mafie locali che non c'è nessunissimo idealismo da nessuna parte e quindi a un certo punto mandano un loro inviato Lord Hoden con l'incarico di imporre la pace e Lord Hoden arriva impone la pace poi torna a Londra fa una relazione a Londra assolutamente ostile agli uruguayani dove dice

[00:28:26] sì sì sì questi parlano tanto di libertà di indipendenza ma in realtà appunto sono tutte mafie locali e poi dice Lord Hoden in Parlamento a Londra sono contento però di aver incontrato un uomo che era l'unico che meritava stima il solo e l'unico disinteressato tra gente che perseguiva soltanto il suo interesse personale una persona di grande coraggio e di grande talento militare che ha assolutamente

[00:28:55] diritto alla nostra simpatia così Lord Hoden nel Parlamento inglese di un Garibaldi che appunto serviva il governo uruguayano a cui gli inglesi erano assolutamente ostili citerei ancora una corrispondenza fra il dittatore dell'Argentina Rosas e uno dei suoi luogotenenti Oribe l'Argentina è il paese contro cui Garibaldi ha combattuto per anni e infatti piccola parentesi l'Argentina è forse l'unico paese sudamericano

[00:29:25] in cui oggi Garibaldi non è popolarissimo è popolare per forza perché l'Argentina è per metà popolata da italiani e tuttavia c'è pur sempre il ricordo che nelle grandi guerre ottocentesche Garibaldi stava dall'altra parte a un certo punto il dittatore argentino offre 30.000 dollari a Garibaldi perché diserti e passi dall'altra parte e manda un suo inviato con questo incarico di fare la proposta a Garibaldi e gli dice gli scrive devi cercare

[00:29:54] di accaparrarti il gringo Garibaldi che è l'ispiratore dei selvaggi assediati in Montevideo selvaggi uno degli epiteti con cui reciprocamente ci si gratificava durante queste guerre sudamericane senza badare a spese devi dargli tutto il denaro che chiede dato che i selvaggi non gliene hanno dato affatto nemmeno per le candele in altre parole Garibaldi è senza un soldo perciò compriamolo l'inviato del dittatore argentino Rosas risponde

[00:30:24] ho usato tutti i mezzi possibili ma non è possibile comprarlo è un selvaggio dalla testa dura e dunque immaginiamo di voler fare una cosa che gli storici non dovrebbero fare ma che invece il pubblico fa volentieri proviamo a giudicare proviamo a giudicare quest'uomo e proviamo però a giudicarlo cosa che è anche legittima naturalmente stando però

[00:30:53] all'interno della realtà storica non inventandoci le cose se noi volessimo fare un ritratto poco simpatico di Garibaldi nelle fonti anche le fonti relative al suo periodo sudamericano non troviamo assolutamente niente di quelle accuse che invece oggi si rincorrono su certi siti internet appunto di essere stato un pirata aver rubato essersi arricchito non c'è assolutamente niente del genere se volessimo fare un ritratto come dire negativo di Garibaldi potremmo certamente dire che era uno che si arruolava facilmente

[00:31:23] per una causa senza magari rifletterci tanto su potremmo certamente dire come hanno detto in tanti già al suo tempo che era un ingenuo appunto uno un idealista uno che il mondo non lo capiva mica tanto che viveva in un suo mondo di sogno questo potremmo anche dirlo un impolitico uno che di politica effettivamente è la politica vera politicata dell'intrigo non ha mai capito niente un esaltato e dunque anche pericoloso

[00:31:52] come molti lo ritenevano pericoloso non perché fosse un bandito ma perché era uno che non si sapeva mai cosa faceva questo noi probabilmente potremmo dirlo se però poi andiamo a vedere quali erano le opinioni politiche di Garibaldi quali erano cioè le cause per cui lui si è esposto per cui ha parlato che cos'era che propugnava quando lo intervistavano quali erano i suoi ideali cosa veniva fuori dai suoi discorsi e qui adesso vi faccio un elenco delle posizioni politiche

[00:32:22] che Garibaldi ha preso nel corso della sua vita che fosse repubblicano vada a sé perfino inutile dirlo anche se ci torneremo su Garibaldi era per l'abolizione della pena di morte era per l'imposta progressiva sul reddito cosa che a noi oggi può sembrare ovvia ma badate bene che l'imposta progressiva sul reddito cioè il fatto che chi guadagna di più paga anche in percentuale di più allora non esisteva da nessuna parte e lo stesso Cavour

[00:32:52] che pure era un uomo che ha governato con le tasse l'imposta progressiva sul reddito non l'ha mai voluta dicendo che era l'anticamera del comunismo dunque non era una posizione ovvia a sostenerla Garibaldi le sosteneva va da sé che era per l'istruzione obbligatoria gratuita e laica era per l'allargamento del suffragio fino ad arrivare al suffragio universale in un mondo in cui i parlamenti erano eletti soltanto dalla parte più agiata della popolazione era per

[00:33:21] l'abolizione dei titoli nobiliari e va bene quando si trattava di operai di proletariato e di rivoluzione Garibaldi ha sempre preso una posizione chiarissima quest'uomo che la regina vittoria chiamava un rivoluzionario ha dichiarato che la rivoluzione è cito un cataclisma sociale che nessun di noi vorrebbe testimoniare è proprio per questo che marx ce l'ha con lui naturalmente dopodiché lui si identifica

[00:33:51] sia ben chiaro con il proletariato lui si considera un proletario e quando va in inghilterra e lo invitano ai banchetti dei sindacalisti e degli operai lui fa dei discorsi in cui dice di essere ben lieto di essere stato accolto dal proletariato la classe a cui ho l'onore di appartenere ma il proletariato va sostenuto favorendo i sindacati favorendo le società di mutua assistenza con il lavoro per tutti e non le elemosine o i sussidi

[00:34:22] ancora in questo elenco delle posizioni politiche di Garibaldi che tutto sommato per essere di un uomo che era giudicato ingenuo ignorante impolitico che non capiva niente non sono poi così invece di così scadenti Garibaldi è un nazionalista naturalmente nel senso che è un patriota finora abbiamo presentato il Garibaldi cosmopolita che mette la sua sciabola al servizio dei governi rivoluzionari in tutto il Sud America ma poi nella seconda parte della sua vita sarà soprattutto un patriota italiano ma Garibaldi ha ben chiaro e lo dice sempre

[00:34:51] che lui è pronto a combattere e a farsi ammazzare per l'Italia finché si tratta di guerre di liberazione dichiara anche che se mai l'Italia dovesse opprimere altre nazioni lui combatterebbe contro l'Italia la sua è l'epoca in cui comincia il colonialismo anche per l'Italia Garibaldi è ostile al colonialismo è a favore di una lega delle nazioni e dell'arbitrato internazionale per risolvere le controversie

[00:35:22] può sembrare buffo per un uomo che ha servito in sei eserciti diversi e che per gran parte della sua vita è stato conosciuto semplicemente come il generale Garibaldi ma Garibaldi ha fra i suoi temi preferiti la lotta al militarismo secondo lui non ci dovrebbero essere eserciti professionali ma gli stati dovrebbero avere soltanto milizie di liberi cittadini quando è in Parlamento è per i tagli al bilancio militare e in vecchiaia prende posizione addirittura pacifiste

[00:35:52] ancora un esempio non sto facendo della geografia e sia chiaro Garibaldi un sacco di gente al suo tempo l'ha considerato un ingenuo uno stupido anche può anche darsi io sto dicendo delle cose che risultano dai fatti quando scoppia la guerra civile americana voi sapete che la guerra civile americana ha alla sua base da un lato ragioni economiche e dall'altro ragioni ideali lo scontro fra il nord e il sud e lo scontro fra due paesi che hanno

[00:36:21] due parti degli Stati Uniti che hanno interessi molto diversi e al tempo stesso è anche una guerra che nel nord i nemici della schiavitù sperano potrà portare ad abolire la schiavitù scusate se mi fermo su questo ma è importante per capire la posizione di Garibaldi questa faccenda della schiavitù all'inizio non è affatto dichiarata come la vera ragione della guerra civile americana perché gli abolizionisti non sono così popolari

[00:36:51] neanche al nord e in realtà il presidente Lincoln interessa salvaguardare l'unione e semmai la prevalenza del nord sul sud ma soprattutto salvaguardare l'unione e nei primi anni di guerra la schiavitù non è assolutamente parte del suo programma ora Lincoln appena scoppiata la guerra manda a chiamare Garibaldi offrendogli un comando nell'esercito degli stati uniti del nord e Garibaldi dimostra anche in questo caso inaspettatamente

[00:37:20] una straordinaria chiarezza di idee e cioè dice ma questa guerra è per l'abolizione della schiavitù se è così vengo subito e l'inviato americano gli dice sì sì sì certo certo è chiaro è per l'abolizione della schiavitù e Garibaldi dice allora il presidente ha fatto un proclama dove abolisce la schiavitù e l'inviato americano dice ma veramente no è prova a spiegargli che ci sono molte ragioni politiche per cui sì poi in realtà Lincoln aveva abolito la schiavitù

[00:37:50] a un certo punto negli stati ribelli mantenendola in vigore negli stati invece del nord Garibaldi dice molto chiaramente quando abolisce la schiavitù io sono pronto vengo finché non lo fa non mi risulta che questa sia una guerra per la libertà quindi non vengo questa stessa come dire chiarezza di visione almeno quando si tratta dei grandi principi Garibaldi la dimostra durante i momenti cruciali

[00:38:19] del risorgimento ci avviciniamo insomma alle vicende fondamentali che ci interessano di più Garibaldi repubblicano e repubblicano convinto fa la sua scelta molto presto già dal 48 già dal 48 Garibaldi decide che l'unità non l'unità d'italia ma la libertà d'italia che innanzitutto vuol dire cacciare gli austriaci e poi vuol dire cacciare i governi impopolari e corrotti del papa dei borboni e così via bene Garibaldi decide

[00:38:49] che questa unità si può fare soltanto con l'esercito piemontese si può fare soltanto con i Savoia e dichiara ufficialmente e poi continua sempre a dichiarare che lui repubblicano è pronto a mettersi al servizio del re e a servirlo lealmente perché quello è l'unico modo di fare la libertà d'italia io fui repubblicano ma quando seppi che Carlo Alberto si era fatto campione d'italia

[00:39:18] io ho giurato dubidirlo e seguitare fedelmente la sua bandiera Carlo Alberto sia dunque il nostro capo il nostro simbolo e poi ancora più tardi dopo la grande delusione di Carlo Alberto nel 59 quando sta per scoppiare la seconda guerra di indipendenza e chi di voi c'era ieri si ricorda che il re

[00:39:48] Vittorio Emanuele II è felicissimo perché finalmente è nel suo elemento potrà comandare l'esercito in guerra e però ci sono dei dubbi nel governo Cavour non è tanto contento perché è convinto che il re sia un incapace un incompetente e che quindi sarebbe meglio se non lo comandasse lui l'esercito ebbene Garibaldi prende posizione credo necessario che il re sia alla testa dell'esercito e lasciar dire quei che lo trattano di incapacità ciò farà tacere le gelosie

[00:40:18] e le ciarle che disgraziatamente fanno uno degli attributi di noi italiani e dunque il re al potere e mi scuserete ne cito ancora una perché è importante vedere lungo tutta la vita di Garibaldi questa estrema coerenza nel decidere che sono inutili le polemiche sono inutili le discussioni è evidente nei fatti che senza la monarchia sabauda l'Italia non si fa e quindi appunto inutile discutere è così

[00:40:48] la provvidenza fece dono all'Italia è sempre Garibaldi che parla dopo la fine dell'impresa dei mille nel momento in cui ha consegnato il mezzogiorno a Vittorio l'incontro di Teano la provvidenza fece dono all'Italia di Vittorio Emanuele ogni italiano deve rannodarsi a lui serrarsi intorno a lui accanto al re galantuomo ogni gara deve sparire ogni rancore dissiparsi

[00:41:17] e dunque e dunque Garibaldi estremamente coerente sempre nel lasciare in secondo piano i suoi valori i suoi principi repubblicani e nel prendere atto che data la situazione non si può che avere il re alla guida del movimento nazionale come l'hanno trattato invece i Savoia perché questa è l'altra faccia del discorso se andiamo a vedere il modo in cui il governo dei Savoia

[00:41:46] ha trattato Garibaldi ecco viene fuori un quadro molto meno edificante già a cominciare da quando il povero Garibaldi se ne stava abbastanza tranquillo in Sud America a commerciare in spaghetti e commerciava in spaghetti su alcune barche che lui aveva battezzato Mazzini Giovane Italia e Giovane Europa era un fuggiasco condannato a morte l'ambasciatore Sabaudo a Rio de Janeiro quando scopre

[00:42:16] che il mazziniano Garibaldi fuggito in Brasile va in giro a commerciare con queste barche a cui ha dato questi nomi scandalosi e sovversivi l'ambasciatore Sabaudo a Rio de Janeiro il conte Borgo Franco scrive al ministro degli esteri a Torino se mai queste barche di Garibaldi facessero l'imprudenza di prendere il largo anziché costeggiare sempre e uscissero in acque internazionali ah notate l'altro scandalo è che sull'Amazzini

[00:42:46] e sulla Giovane Italia Garibaldi inalbera il tricolore che è la bandiera che non è di nessuno stato in quel momento e che è quindi scandalosa e sovversiva il conte Borgo Franco il banco ambasciatore del regno di Sardegna dice se mai prendessero il largo profitterei della buona disposizione di due capitani della nostra marina mercantile discretamente armati che si sono offerti di seguirle e di finirle è una piccola libertà che ci si può prendere in America ecco

[00:43:15] questo è come dire l'atteggiamento iniziale del governo Sabaudo nei confronti del Garibaldi pericoloso mazziniano esule ma nel 48 il governo Sabaudo diventa improvvisamente liberale e Garibaldi accorre a offrire la sua sciabola nel 49 Garibaldi è sempre fra i piedi e la regina Maria Adelaide nel 49 scrive a suo marito Vittorio Emanuele ha sentito dire che si parla

[00:43:44] di prendere Garibaldi se prendere Garibaldi ma angelo mio che razza di gente lo prendono però perché fa sempre comodo ma sempre con l'idea che lo si usa finché fa comodo però lo si manovra tanto è un ingenuo e comunque se poi dovesse andare a finire male pazienza adesso noi parleremo del momento cruciale ovviamente del 60 dell'impresa dei 1000 cominciamo con questo nel 60

[00:44:13] quando Garibaldi sbarca a Marsala e a Torino arriva la notizia che Garibaldi dopo tutto è sbarcato e non si sapeva se ce la faceva perché poteva anche darsi che le navi napoletane lo fermassero quando arriva la notizia che Garibaldi dopo tutto è sbarcato il re Vittorio parlando con l'ambasciatore francese gli dice eh dio mio sarebbe stata certo una grande disgrazia se gli incrociatori borbonici avessero catturato e impiccato

[00:44:43] il mio povero Garibaldi ma una sorte così triste sarebbe proprio andato a cercarsela da sé le cose si sarebbero molto semplificate a quel modo che bel monumento gli avremmo fatto dopodiché la curiosità che viene a chiunque entri un po' nei segreti di quei mesi e vada a vedere le carte come ho cercato di fare io per preparare questo incontro ovviamente è di capire quella cosa che nei libri di scuola non ci dicono mai

[00:45:13] tanto chiaramente e cioè ma Cavour il governo erano d'accordo con l'impresa dei mille non erano d'accordo li hanno finanziati loro li hanno manovrati ecco se uno va a vedere da vicino le carte di quei giorni convulsi perché sono momenti in cui le cose si fanno da un giorno all'altro ebbene si scoprono delle cose che sorprendono chi è abituato a pensare che i grandi politici facciano la storia con grande preveggenza

[00:45:43] manovrando organizzando prima e in realtà non è così in realtà quello che si vede molto chiaramente dalle carte è che in sostanza nell'enorme sconvolgimento di un'Italia che è appena uscita dalla seconda guerra di indipendenza sta nascendo il regno si stanno facendo le annissioni dei principati di parte dello stato pontificio tutta l'Italia è in subbuglio anche in Sicilia c'è un'insurrezione antiborbonica e a un certo punto

[00:46:12] si viene a sapere che a Genova si stanno radunando dei volontari per andare in Sicilia e chi li comanda? Garibaldi e nella corrispondenza di Cavour si vede Cavour che si consulta con i ministri con gli amici con il re e dicono che facciamo? ci sono i volontari che stanno andando e si sa benissimo tutti sanno che vogliono andare a invadere il regno di Napoli a sbarcare in Sicilia stanno comprando fucili gli impediamo di farlo li arrestiamo tutti non si può come può un governo

[00:46:42] che ha preso la bandiera dell'Italia libera fare una cosa del genere il governo cadrebbe subito e allora stiamo a vedere perché magari potrebbe anche venirne fuori qualcosa di buono non è detto naturalmente stiamo un po' a vedere cosa succede questo io adesso ho dimenticato riportare il libro dove c'erano le citazioni precise dalle lettere di Cavour ma la sostanza è molto chiaramente questa lui parte stiamo a vedere far la figura di arrestarlo noi non la possiamo fare perché politicamente

[00:47:11] è una vergogna è un suicidio politico quindi lasciamolo partire non vogliamo neanche far la figura però di averlo lasciato partire diamo ordine alla Marina di arrestarlo ma l'ordine lo mandiamo quando è già partito e diamo ordine all'ammiraglio di fermarli se per caso arrivano in un porto del regno ma invece fuori dalle acque territoriali no non bisogna poi sbarcano

[00:47:42] Garibaldi che è tranquillo convinto che il re e il governo sono con lui anche se sotto banco Garibaldi sbarca a Marsala questa è una cosa poco nota non in camicia rossa ma indivisa da generale piemontese perché lui è ancora generale dell'esercito piemontese dall'anno prima dal 59 quando ha combattuto nella guerra d'indipendenza Garibaldi sbarca indivisa da generale piemontese e a Torino il governo come viene fuori dalle lettere di Cavour dice beh è sbarcato stiamo a vedere

[00:48:11] se lo prendono e lo impiccano pazienza invece tutto sommato arrivano altre notizie la Sicilia sta insorgendo e allora a quel punto gli lasciano arrivare altri volontari Garibaldi è arrivato con mille uomini ma rapidamente sbarcano altri contingenti alla fine a 20.000 volontari Garibaldi più quelli reclutati in Sicilia Garibaldi conquista la Sicilia a questo punto si pone il grande problema e a Torino discutono che si fa Garibaldi

[00:48:41] ha già fatto sapere che lui adesso attraversa lo stretto e va a prendere Napoli glielo lasciamo fare lo fermiamo all'ultimo momento gli consigliamo di fermarsi perché dopo tutto a questo punto insomma la Sicilia ci sarebbe già vediamo cosa succede non facciamo la figura di aver distrutto una dinastia così il re Vittorio e questo è veramente un esempio magnifico del modo in cui faceva politica il re Vittorio manda a Garibaldi la situazione è chiara vero? Garibaldi ha preso la Sicilia

[00:49:11] e a Messina si prepara a traversare il re Vittorio gli manda una lettera ufficiale che probabilmente gli è stata dettata da Cavour in cui gli consiglia di rinunciare a passare sul continente dice accontentiamoci della Sicilia cessiamo la guerra fra italiani e italiani poi l'ufficiale che porta a Garibaldi questa lettera ufficiale del re gli porta fuori tira fuori dalla borsa un'altra lettera privata del re lettera privata

[00:49:40] in cui il re gli dice caro Garibaldi io le ho scritto quello che le ho scritto ma lei senta bene lei mi risponda che è pieno di devozione e di reverenza per il re che vorrebbe poter seguire i suoi consigli ma che i suoi doveri verso l'italia non glielo permettono dopodiché Garibaldi con questa lettera in saccoccia attraversa lo stretto e comincia la sua marcia trionfale verso Napoli molto rapidamente vorrei ricordare perché fa parte

[00:50:09] del contesto l'immenso entusiasmo internazionale che accompagna l'avanzata di Garibaldi verso Napoli in tutta Europa oltre che in America c'è un'attenzione spasmodica dei mass media per quello che succede e c'è un'enorme partecipazione arrivano a tutte le parti volontari o gente che vorrebbe offrirsi volontaria ci sono ufficiali francesi ufficiali americani ufficiali dell'esercito inglese in India perfino ufficiali turchi che scrivono a Garibaldi dicendo se mi vuoi sono pronto

[00:50:42] gli operai dell'arsenale di Glasgow e gli scaricatori del porto di Liverpool lavorano gratis il sabato pomeriggio per preparare e spedire casse di munizioni e casse di medicinali destinati all'esercito di Garibaldi un parroco inglese manda un inno che ha composto lui per chiedere a Dio di proteggere Garibaldi perfino in Russia alla corte degli zar che ufficialmente sono alleati dei Borboni che sono un'altra monarchia reazionaria legittimista dove quindi

[00:51:11] la simpatia per Garibaldi dovrebbe essere l'ultima cosa ebbene gli ambasciatori constatano che alla corte di Russia praticamente tutti sono entusiasti di Garibaldi fanatici di Garibaldi e ansiosi di vedere come va a finire ma l'anarchico Bakunin che è in esilio in Siberia nella città di Irkutsk ci riferisce che nella città di Irkutsk in Siberia l'intera popolazione aspetta con ansia che arrivi il giornale per sapere le notizie del progresso di Garibaldi verso Napoli

[00:51:41] Garibaldi come si sa arriva a Napoli molto facilmente l'esercito borbonico in gran parte si sfalda e Garibaldi arriva a Napoli in treno il sindaco di Napoli è nato incontro già a Salerno invitandolo a accomodarsi e a entrare a Napoli Garibaldi entra a Napoli acclamatissimo lui forse non ateo perché ha una sua posizione diciamo così teista ma certamente non credente nel senso convenzionale è ferocemente anticlericale però

[00:52:10] ha il buon senso di sapere cosa bisogna fare va immediatamente a trovare San Gennaro e il sangue di San Gennaro si liquefa all'arrivo di Garibaldi naturalmente dopodiché Garibaldi si trova dittatore delle due Sicilie e deve decidere che cosa fare e a Torino devono decidere che cosa fare in questa situazione pazzesca che si è creata Garibaldi per due mesi governa

[00:52:39] l'ex regno di Napoli con pieni poteri si dimentica una cosa sola non si assegna uno stipendio non prende un soldo durante quei due mesi in cui è dittatore del regno di Napoli e deve decidere cosa fare e qui per testimonianza concorda dei contemporanei viene fuori invece il Garibaldi come dire politico non tanto bravo quando si tratta di amministrare concretamente perché prende una serie di decisioni anche contraddittorie fa alcune cose che spaventano

[00:53:08] i conservatori i liberali che pure l'hanno acclamato per dire crea un sussidio di disoccupazione per i disoccupati questa è una cosa che non piace per niente l'anticamera del comunismo tanto per cambiare si circonda anche di gente poco chiara è ben noto che il ministro degli interni di Francesco II Don Liborio Romano uomo noto per essere ammanicatissimo con la camorra appena arriva a Garibaldi gli va incontro gli offre i suoi servigi e Garibaldi

[00:53:37] tranquillamente lo prende a suo servizio insomma la gestione di Garibaldi della dittatura nelle due Sicilie provoca grande preoccupazione da molte parti e specialmente a Torino dove si teme che la situazione precipiti perché la paura è sempre che a questo punto l'Italia meridionale diventi un focolaio di sovversione di rivoluzione che arrivino lì i mazziniani che arrivino lì gli anarchici i comunisti e Garibaldi gran bravuomo

[00:54:07] però non è capace di tenerli a bada non capisce niente per cui l'umore diventa molto cupo ed è molto indicativo vedere come in questo preciso momento a Torino nei confronti di Garibaldi si fanno dei discorsi che poi negli anni seguenti nessuno storico ufficiale tirerà fuori naturalmente Cavour scrive che Garibaldi si era circondato di mazziniani e di repubblicani

[00:54:36] della peggior razza e scrive Cavour se Garibaldi persevera per quel cammino funesto in cui si è messo entro una quindicina di giorni andremo a ristabilire l'ordine a Napoli anche a costo di gettare tutti i garibaldini a mare e è un discorso ricorrente questo del buttarli a mare perché poi qualche giorno dopo visto che le cose non migliorano Vittorio Emanuele decide di entrare nel regno di Napoli con l'esercito per prendere in mano la situazione

[00:55:06] e Cavour riferisce così la decisione di mandare l'esercito col re alla testa a entrare nel regno di Napoli Vittorio marcerà su Napoli per ridurre alla ragione Garibaldi e per gettare in mare quel nido di repubblicani rossi e di socialisti demagoghi che si è formato attorno a lui quanto a Vittorio non è da meno viene sentito parlare di sterminare sino all'ultimo la canaglia

[00:55:35] e canaglia fino alla fine e così via dopodiché come sapete non c'è stato nessuno sterminio perché Garibaldi il quale di tutte queste cose non si immaginava neanche lontanamente e che aveva sempre detto io sono qua a far l'Italia per il re appena viene a sapere che il re è entrato con l'esercito del regno di Napoli gli va incontro tutto festante e gli regala l'Italia meridionale dopodiché lo porta a Napoli e lo presenta ai suoi nuovi sudditi i quali applaudono Garibaldi e non applaudono Vittorio cosa che non

[00:56:05] non rende tanto contento il re dopodiché però Garibaldi è un ingenuo sì ma mica poi tanto lui finito tutto questo se ne torna Caprera a fare il contadino ma intanto rimane in contatto con gli amici segue la politica e il retroscena viene fuori viene fuori che a Torino mentre lui era lì che aveva appena preso Napoli si parlava di andare a sterminarli tutti e ributtarli in mare e Garibaldi viene a sapere questo e ci rimane malissimo

[00:56:34] e a questo punto succede una scena memorabile perché Garibaldi nel frattempo è stato eletto in Parlamento è stato eletto in parecchie posti ma lui ha scelto Napoli fra i molti posti in cui avevano votato e Garibaldi si presenta in Parlamento non ci va spesso non ci va volentieri ci va vestito naturalmente col poncio per cui oggi non lo farebbero entrare naturalmente a Montecitorio e nemmeno allora voleva tanto farlo entrare però tenerlo fuori sembrava una cosa quindi lo fanno entrare

[00:57:03] e Garibaldi siamo nel 61 nel primo Parlamento dell'Italia Unita riunito a Torino Garibaldi prende la parola fra grandi aspettative le tribune piene di Garibaldini sostenitori e così via e Garibaldi comincia il suo discorso dicendo ho sentito dire che mentre noi eravamo là che liberavamo l'Italia meridionale per regalarla al re qui a Torino si parlava di mandare le truppe

[00:57:32] per combattere la rivoluzione che io Garibaldi avrei personificato e poi si rivolge a Cavour e gli dice lei signor Conte preparava una guerra fratricida siamo in Parlamento un mese e mezzo prima della morte di Cavour morte improvvisa come sapete e che forse come dire un pochettino è stata anche facilitata dallo shock di questa giornata memorabile in Parlamento Garibaldi accusa Cavour in Parlamento di aver voluto preparato la guerra fratricida Cavour salta su

[00:58:01] furibondo sbatte il pugno sul banco grida non è vero e impone a Garibaldi di ritirare l'accusa caos tutti urlano tutti gridano finalmente si fa silenzio Garibaldi ancora al podio aspetta un attimo finalmente c'è silenzio Garibaldi riprende la parola stavate progettando una guerra fratricida a questo punto il Parlamento esplode si picchiano e così via e questa è una delle poche volte che Garibaldi deputato è andato

[00:58:31] in Parlamento si fa tardi chiudiamo no vi ringrazio finché non ci caccia non ci buttano a mare ancora un pezzettino grazie raccontiamo ancora almeno una vicenda che merita di essere raccontata perché ci fa capire come se non lo sapessimo già che paese è l'Italia siamo nel 62

[00:59:01] a Spromonte cosa vuol dire a Spromonte vuol dire che l'Italia è fatta ma manca Roma e i patrioti specialmente quelli più di sinistra i repubblicani gli anticlericali sono convinti che senza Roma l'Italia non è completa e sono anche convinti che ci vuole poco lo Stato Pontificio è fradicio crolla basta rifare come si è fatto con la Sicilia e con Napoli mandare dei volontari e Garibaldi è pronto raduna dei volontari va in Sicilia ne rapprende altri

[00:59:31] si arma tutto questo sotto lo sguardo un po' esterrefatto delle autorità militari delle autorità di polizia che non sanno bene cosa fare anche perché naturalmente chi lo sa se il governo non è sotto sotto d'accordo magari il governo è d'accordo quindi nessuno si prende l'autorità di arrestare Garibaldi fermarlo e così via Garibaldi sbarca in Aspromonte e si prepara a risalire la penisola per andare a prendere Roma con i suoi volontari Cavour è morto l'anno prima purtroppo e quindi

[01:00:01] il governo forse non ha più come dire le spalle abbastanza larghe si spaventa il re era Tazzi che governa in quel momento per un po' stanno a vedere è un copione che si ripete poi si rendono conto che politicamente non se lo possono permettere perché non se lo possono permettere? perché Roma è difesa dai francesi perché l'imperatore Napoleone III che governa la Francia sostenuto dall'opinione di destra conservatrice cattolica si è fatto protettore

[01:00:30] del papato del regime temporale del papa e la potenza francese non si può certo sfidare dopo qualche sondaggio Vittorio Emanuele e Rattazzi capiscono che la Francia non permetterà all'Italia di prendere Roma e allora a questo punto l'unica cosa da fare è fermare Garibaldi mandano a fermare Garibaldi il generale Cialdini che è uno che l'anno prima al momento del famoso intervento di Garibaldi in Parlamento contro Cavour ha parlato molto violentemente

[01:01:00] contro Garibaldi lo ha anche insultato gli ha detto che era molto stupito che lui si permettesse di entrare in Parlamento vestito con un costume così strano che era poi l'abito con cui aveva fatto l'Italia Unita naturalmente avevano litigato al punto che Garibaldi aveva sfidato a duello Cialdini poi il governo li aveva convinti a rimettersi d'accordo ma comunque ecco il governo sceglie proprio Cialdini per andare a fermare Garibaldi Cialdini affronta Garibaldi qui ci sono ovviamente molti

[01:01:29] rendicoso conti in parte contrastanti la versione più filo Garibaldina dice che Garibaldi è in prima fila che dice ai suoi non sparate non sparate in realtà molti sparano c'è una rapida sparatoria 10 minuti 12 morti e 44 feriti in tutto Cialdini manda un comunicato dove dice che dopo un lungo e disperato combattimento ha sconfitto i sovversivi tra i 44 feriti c'è Garibaldi che è stato ferito due volte il che vuol dire che avevano ordine di sparare a lui evidentemente

[01:01:59] e certo se l'avessero ammazzato sul momento si sarebbero risparmiati tante grane invece non muore lo arrestano lo spediscono in fortezza nel frattempo sul posto Cialdini fa fucilare senza processo parecchi Garibaldini che erano militari dell'esercito italiano che avevano disertato per unirsi a Garibaldi esattamente come tanti avevano fatto due anni prima per unirsi ai mille ed erano stati poi acclamati e considerati eroi nazionali stavolta invece quelli che hanno fatto

[01:02:29] la stessa cosa vengono fucilati senza processo molti altri finiscono in galera sono poi condannati all'ergastolo dopo questo scontro di 10 minuti con 12 morti e 44 feriti il governo distribuisce 76 medaglie al valore agli eroici vincitori che hanno sconfitto Garibaldi dopodiché però che si fa con Garibaldi è in prigione lo processiamo a questo punto cominciano a tremare

[01:02:59] le vene i polsi provate a immaginare siamo due anni dopo l'impresa dei mille processiamo pubblicamente Garibaldi ne parlano ne discutono seriamente però un tribunale normale no a porte aperte no forse un tribunale militare ecco si potrebbe un tribunale militare per fortuna per fortuna Garibaldi ha anche degli amici nel mondo politico e questi amici si danno da fare e salta fuori che mentre Garibaldi radunava i suoi volontari il re gli ha scritto qualche lettera privata

[01:03:28] in cui gli diceva bravo Garibaldi continuano noi siamo d'accordo solita storia ormai non vi stupite più di niente naturalmente ecco e quindi in questo paese in cui non bisogna stupirsi di niente fanno balenare al re che se le cose precipitano queste lettere vengono fuori a quel punto il governo decide amnistia colpo di spugna Garibaldi viene liberato e non se ne parla più Garibaldi avrà ancora delle avventure fa ancora in tempo a combattere nella terza guerra guerra di indipendenza

[01:03:57] quando le cose vanno malissimo veniamo sbaragliati come sapete a Custoza Alissa Cialdini l'uomo di Aspromonte è uno dei principali responsabili della catastrofe di Custoza Garibaldi ha un comando e tanto già che c'è vince una battaglia è l'unico che vince una battaglia in quella guerra disgraziata a Bezzecca e sta per conquistare Trento quando lo fermano e lui risponde obbedisco come tutti sanno Trento bisognerà poi aspettare un'altra guerra e 600.000 morti

[01:04:27] per unificarla all'Italia nel 70 c'è l'ultima straordinaria avventura di Garibaldi nel 70 c'è la guerra franco-prussiana la Prussia e gli altri stati tedeschi dichiarano guerra alla Francia di Napoleone III e la sconfiggono Napoleone III cade la Francia diventa una repubblica ho saltato altre cose ho saltato Mentana per esempio ma non posso raccontare tutto tenete presente però che Napoleone III è l'uomo che ha impedito a Garibaldi di conquistare Roma

[01:04:57] un avversario ma quando lui è caduto e la Francia diventa una repubblica e decide di continuare a combattere la guerra contro la Prussia per difendere l'indipendenza della Francia contro gli invasori tedeschi Garibaldi annusa una guerra per la libertà e decide lui ormai più che sessantenne e a quell'epoca si invecchiava in fretta lui è artritico quasi in sedia a rotelle decide di andare a combattere per i francesi arriva quando arriva i francesi

[01:05:26] sono talmente disperati che lo accettano gli danno un comando Garibaldi combatte l'ultima guerra della sua vita contro i prussiani strapotenti che stanno stravincendo la guerra contro la Francia a Garibaldi assegnano la difesa di Dijone della Borgogna se la cava passabilmente combatte diversi scontri ne vince qualcuno alla fine difende Dijone impedisce ai prussiani di conquistarla non riesce più ad andare a cavallo lo portano in carrozza ma comunque se la cava egregiamente

[01:05:56] in un piccolo combattimento per di più i Garibaldini catturano una bandiera prussiana è l'unica bandiera che i prussiani hanno perso in tutta la guerra franco-prussiana dopodiché sull'onda dell'entusiasmo viene eletto deputato al Parlamento della Repubblica Francese quando arriva al Parlamento della Repubblica Francese è la bagarre perché in realtà ai francesi immaginate quanto sono contenti che è arrivato Garibaldi dall'Italia è l'unico che non si è fatto sconfiggere

[01:06:26] è l'unico che ha preso la bandiera prussiana per di più in questo Parlamento c'è una maggioranza comunque conservatrice clericale che non perdona a Garibaldi le sue posizioni politiche quindi succede questa cosa scandalosa che Garibaldi arriva al Parlamento dove è stato eletto e non vogliono farlo parlare sostenendo che lui non è francese e quindi non è valida la sua elezione il bello è che lui era nato suddito francese fra l'altro a Nizza nel 7 ma comunque Bagarre alla fine lo fanno parlare ma c'è una tale opposizione

[01:06:55] un tale scandalo che lui se ne va indignato dopodiché Victor Hugo prende la parola e dice al Parlamento vergognatevi Garibaldi è l'unico generale francese che non è stato battuto in questa guerra Bagarre di nuovo Garibaldi se ne torna Caprera per questa volta ne ha abbastanza è vecchio muore pochi anni dopo pochi non pochissimi c'è ancora qualche annetto se la cava ma ha una lunga vecchiaia

[01:07:24] e io vorrei leggere uno dei tanti commenti sulla morte di Garibaldi ovviamente la morte di Garibaldi è una notizia da prima pagina nei giornali di tutto il mondo commenti analisi di tutti i tipi in privato tutti quanti parlano di questa cosa io vorrei leggere il commento di una principessa inglese Vicky figlia della regina Vittoria sappiamo già quanto la regina Vittoria amasse Garibaldi

[01:07:53] questa è sua figlia che per di più ha sposato il principe ereditario di Germania e quindi sarà imperatrice di Germania questo quindi è un commento che viene come potete immaginare da parte di qualcuno che non era proprio portato a aver simpatia per Garibaldi e per tutto quello che rappresentava ecco la principessa Vittoria presto imperatrice di Germania scrive nel suo diario anzi no scrive alla mamma Vittoria così il povero vecchio Garibaldi è morto alla fine a dispetto di tutte le

[01:08:23] ridicole mistificazioni di tutti gli equivoci cui il suo nome è stato associato era un eroe e un patriota e la sua patria gli deve molto io non sono mai stata capace di reprimere un certo grado di ammirazione e di simpatia per lui ecco questo secondo me è proprio il minimo ma è un minimo che anche nell'Italia di oggi forse dovremmo sforzarci di conservare grazie

[01:08:52] grazie grazie per aver ascoltato anche questa puntata del podcast di Alessandro Barbero nella descrizione dell'episodio trovate il link al sito del Festival della Mente e al video youtube da cui è tratta questa puntata le altre puntate della serie pensare all'Italia su Cavour e Vittorio Emanuele II le trovate pubblicate come episodi 22 e 23 annuncio rapido domenica prossima il 13 il podcast salterà una puntata conseguentemente anche il palco del mercoledì ci sentiremo quindi domenica 20 con una nuova puntata e il mercoledì successivo con un palco nel frattempo

[01:09:22] questo mercoledì continua il palco del mercoledì dalle 21 sulla community discord per un'oretta 4 chiacchiere su questa puntata sulla storia e su un po' di tutto per partecipare è sufficiente collegarsi all'indirizzo barbaropodcast.it slash community link è in descrizione quindi mercoledì 9 palco la musica è come sempre il Jolt C Shuffle di Kevin MacLeod in Compete.com pubblicata con licenza Creative Commons CC BY 4.0 ci sentiamo una nuova puntata del podcast di Alessandro Barbero ciao

[01:09:52] ciao