#001 I GAP di Roma e l’attentato di Via Rasella - Barbero Riserva (Festival della Mente, 2017)

#001 I GAP di Roma e l’attentato di Via Rasella - Barbero Riserva (Festival della Mente, 2017)

Il professor Barbero racconta di cosa erano i GAP, i gruppi di azione patriottica, e di come fu pianificato ed eseguito l’attentato all’esercito tedesco a Roma, in via Rasella, il 24 marzo del ‘44.

(in foto: Gruppo di gappisti romani, da "Achtung Banditen!" di Rosario Bentivegna)

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[00:00:08] Buongiorno, buonasera, bentornate e bentornati ad una nuova puntata del podcast di Alessandro Barbero. La storia come non l'avete mai sentito. La raccolta indipendente e senza scopo di lucro delle edizioni conferenze del professor Barbero. Oggi una inevitabile Barbero Riserva. Dal Festival della Mente 2017 per la serie sulle reti clandestine, il professor Barbero racconta dell'attentato di Via Rasella a Roma il 23 marzo 1944. Buon ascolto.

[00:00:44] Buonasera, grazie. Stasera ho dimenticato l'orologio quindi sono costretto a fare questa cosa di mettere il cellulare per avere l'ora. Dunque noi questa sera parliamo di una pagina di storia italiana che tutti conoscono e su cui però c'è una quantità di leggende, di deformazioni, di miti che circolano tale che io sicuramente stasera dirò delle cose che magari stupiranno qualcuno.

[00:01:11] dirò delle cose che magari andranno contro a quello che molti pensano essere il senso comune. Sono consapevole che è perfettamente inutile fare adesso questa premessa però la faccio lo stesso. Le cose che dirò saranno fatti, cercheranno di non essere interpretazioni, saranno fatti. Se vi stupiranno tenete conto che appunto sono fatti accertati tutti quelli che vi racconterò questa sera.

[00:01:37] L'altro pezzo forse inutile della premessa è che noi stasera racconteremo un'azione partigiana, la rete di ragazzi che l'ha organizzata, non racconteremo se non rapidamente alla fine la rappresaglia tedesca e l'eccidio delle fosse ardeatine. Tuttavia i due eventi sono legati inestrecabilmente nella storia. Noi stasera raccontiamo un pezzetto di una storia complessa che va ben al di là.

[00:02:04] La storia comincia a Roma alla fine degli anni 30, primi anni 40. A Roma viveva allora un ragazzo che si chiamava Mario Fiorentini. Era studente di matematica alla Sapienza, del resto da grande diventerà un matematico famoso, professore universitario di geometria analitica mi pare o qualcosa del genere. Però Mario Fiorentini che studiava matematica aveva tanti interessi culturali come molti giovani di allora.

[00:02:35] La Roma degli ultimi anni del fascismo è uno strano posto dove c'è specialmente fra i giovani una vita culturale molto intensa. Ci sono cineforum, c'è teatro d'avanguardia. E Mario Fiorentini che di mestiere faceva lo studente di matematica però si interessava di tantissime cose. Il regista Carlo Lizzani si ricorderà poi di averlo conosciuto da ragazzo, lo incontrava al cineforum per l'appunto.

[00:03:05] E dice Carlo Lizzani, sì Mario era un ragazzo con i capelli lunghi, con l'aria romantica, pallido, un poeta. Mario si occupava anche di teatro. Aveva fondato una piccola compagnia di dilettanti che organizzava spettacoli teatrali nelle borgate. Sto parlando del 1940, 1941, 1942. Fra i ragazzi che facevano teatro insieme a lui ce n'era uno più giovane.

[00:03:33] Mario dice era bellissimo. Si chiamava Vittorio Gassman. Però Mario Fiorentini aveva un piccolo problema rispetto a tanti dei suoi amici studenti romani in quegli anni. Suo padre era ebreo. La famiglia non era praticante. Fino al 38 non ci aveva mai pensato Mario a questo fatto insignificante che suo papà era ebreo.

[00:03:59] Viceversa nel 1938 con le leggi razziali la cosa di colpo si scopre che è abbastanza importante. Quando escono le leggi razziali Mario Fiorentini ha uno scatto di orgoglio e decide che questa cosa a cui non ha mai pensato in vita sua, cioè di essere figlio di un ebreo, invece la vuole accettare in pieno. Decide di farsi ebreo. Va dal rabbino capo di Roma e gli spiega tutto.

[00:04:26] Il rabbino capo di Roma ascolta questo ragazzo entusiasta e poi gli dice ma senta lei lo sa che c'è un piccolo problema. Lei non è stato ancora circonciso vero? A questo punto Mario Fiorentini racconterà poi che ha detto beh magari ci penso ancora un attimo. La cosa poi passa in cavalleria nel frattempo è scoppiata la guerra e cade il fascismo e c'è l'8 settembre.

[00:04:56] E Roma è occupata dai tedeschi e pochi giorni dopo l'8 settembre i tedeschi cominciano a rastrellare e rastrellare ebrei. Vanno anche a casa di Mario Fiorentini, arrestano suo padre e sua madre. È uno strano momento in cui la dominazione tedesca non è ancora ben organizzata. Ci sono un sacco di racconti a Roma in quei mesi di gente che viene arrestata e riesce a scappare. In modo rocambolesco, passando dalla finestra del bagno, della caserma.

[00:05:23] Ecco, anche i genitori di Mario Fiorentini riescono a scappare, si nascondono. Come tanti altri passeranno nascosti quei lunghi mesi fino alla liberazione di Roma. È chiaro che in casa non si può più stare comunque. Mario decide di unirsi ai partigiani. Entra nella resistenza. Lui ha 25 anni. Entra nella resistenza insieme alla fidanzata Lucia. Lei ne ha 19 di anni.

[00:05:52] E per molto tempo vivono nascosti, clandestini. Vivono soprattutto, dormono nella cantina di un palazzone sul Celio, vicino al Colosseo, in via Marco Aurelio. Palazzone moderno, dove il portiere è un compagno. Il portiere è un omino di mezza età, piccolo, di statura, magrissimo, con una figlia novizia in convento. Però lui è comunista. Si chiama Duilio Grigioni.

[00:06:19] E lascia entrare i partigiani a dormire nella cantina, nella carbonaia del palazzo. Dormono lì a lungo. La cantina è umida, è una carbonaia, è inverno. Alla fine Lucia si ammala. Lucia si ammala abbastanza gravemente e allora lei e il fidanzato Mario decidono di correre il rischio. Per qualche giorno tornano ad abitare nell'appartamento deserto dei genitori di Mario.

[00:06:52] Nell'appartamento hanno messo i sigilli, ma loro sanno come entrare. Entra o non lo sa nessuno, per qualche giorno stanno lì. In questo alloggio, in via Capolecasa, nel pieno centro di Roma. Sono i primi di marzo del 44. Roma è occupata dai tedeschi da sei mesi. E un pomeriggio, verso le due, Mario si affaccia alla finestra.

[00:07:15] E sente il rumore di una colonna tedesca che arriva marciando da piazza di Spagna. E si sta avvicinando. Quando passano sotto la sua finestra, Mario racconterà poi, ho riconosciuto, dice, le stesse divise verde marcio degli uomini che erano venuti a prendere suo padre e sua madre.

[00:07:39] E' un'intera compagnia, sono più di 150 uomini in assetto di guerra, con i mitra a tracolla, i nastri delle munizioni incrociati sul petto, bombe a mano alla cintura. La colonna si snoda per più di 100 metri, attraversa via Capolecasa e si allontana verso Via del Tritone.

[00:07:59] Mario si sporge dalla finestra e vede che la colonna attraversa Via del Tritone, arriva all'imbocco del traforo, parlo per i romani, penso che ce ne sia più di uno, e arrivata all'imbocco del traforo gira a sinistra e imbocca una parallela di Via del Tritone. La parallela si chiama Via Rasella. A Mario viene in mente che contro quella colonna si potrebbe tentare un'azione.

[00:08:28] Nei giorni seguenti ne parla con i compagni, Mario Fiorentini comanda un GAP, che a dirlo così sembra chissà cosa, vuol dire 4 o 5 ragazzi organizzati da una gerarchia del Partito Comunista. Ne parla con i suoi, ne parla con i compagni di un altro GAP, altri 4 o 5 ragazzi. Il capo è anche lì un altro studente, stavolta di medicina, si chiama Rosario Bentivegna. Sa sa, per gli amici, perché è di origine siciliana, anche se è nato a Roma.

[00:08:59] Rosario ha 21 anni, appunto studia medicina, ha una famiglia di patrioti, ha un bisnonno che era colonnello di Garibaldi. Mario Fiorentini racconta di questa colonna che attraversa, cantando canzoni tedesche, il centro di Roma. E dice, io sono stato a vedere per due o tre giorni, passa tutti i giorni alla stessa ora. Gli altri dicono, va bene, veniamo a vedere. Il 18 marzo si incontrano nella zona e aspettano, la colonna non passa.

[00:09:30] Il giorno dopo si incontrano di nuovo, il 19 marzo, stanno lì ad aspettare, la colonna non passa. Mario Fiorentini ci rimane malissimo, dice, ma io ho visto per parecchi giorni, passavano, vi lo giuro, sempre alla stessa ora. Va bene, veniamo ancora domani. Il 20 sono lì a vedere. 20 marzo 44. La colonna passa.

[00:09:53] Dall'angolo della strada Sassà Bentivegna li vede passare cantando in tedesco nel cuore di Roma e mormora agli altri, ma questi bisogna attaccarli. Ecco, qui è bene che ci fermiamo a raccontare un po' cos'era Roma in quei mesi. Perché uno dei grandi equivoci che si sono creati intorno all'attacco di Via Rasella consiste nel considerarlo come un episodio isolato, senza contesto.

[00:10:23] Come se una bomba fosse scoppiata all'improvviso nel bel mezzo di una città pacifica. Roma è una città che è stata conquistata dai tedeschi dopo l'8 settembre, con tre giorni di combattimenti contro l'esercito italiano e contro gruppi di civili armati che hanno sostenuto l'esercito.

[00:10:46] Tre giorni di combattimenti che hanno fatto centinaia di morti e feriti, con le donne dei quartieri che portavano da bere e da mangiare ai soldati italiani che stavano combattendo contro i tedeschi. Roma è una città dove la resistenza è attivissima e dove ci sono attentati ogni giorno. Muoiono soldati tedeschi continuamente.

[00:11:09] Al processo per la strage delle fosse ardiatine il comandante della Gestapo di Roma, Kappler, testimonierà che nel Tevere spesso venivano lasciati cadaveri di soldati tedeschi. Il comandante delle SS a Roma, il colonnello Dolman, al processo testimonierà che Roma è stata la capitale che ci ha dato più filo da torcere. Capite cosa vuol dire? I tedeschi occupano le capitali di mezza Europa.

[00:11:39] Occupano Parigi, Bruxelles, Laia, Oslo, Copenhagen, Belgrado, Atene. Roma è la capitale che ci ha dato più filo da torcere, dice il colonnello Dolman. Il maresciallo Kesselring, comandante dell'esercito tedesco in Italia, al suo processo ha testimoniato. Roma era diventata per noi una città esplosiva e per noi era un grave problema.

[00:12:11] Kesselring dice, per noi Roma era fondamentale, erano le retrovie del fronte, mandavamo lì le truppe a riposarsi. E a un certo punto è diventato impossibile mandare lì i soldati in licenza a riposarsi e riprendere un po' di forze per il fronte. Perché il fronte è lì, a pochissima distanza da Roma. Gli americani sono sbarcati ad Anzio e a Nettuno.

[00:12:35] E quando sono sbarcati sembrava che in un attimo dovessero arrivare a Roma, poi invece non ci sono arrivati. I tedeschi li hanno fermati. I tedeschi, uno può pensare quello che vuole, ma la guerra la sapevano fare. Hanno fermato di netto lo sbarco americano, gli americani sono inchiodati sulle spiagge di Anzio, non si muovono più. Su un muro di Trastevere compare una scritta. Americani resistete, veniamo noi a liberarvi.

[00:13:07] Roma dunque è nelle retrovie del fronte ed è il centro nevralgico del fronte tedesco. Tutti i giorni per le consolari passano i convogli che vanno al fronte di Anzio. E perciò Roma è bombardata tutti i giorni. Gli americani la bombardano tutti i giorni. Bombardano le ferrovie, le stazioni, ma le stazioni a Roma sono nel centro di Roma. Nei dieci giorni, fra l'otto e il diciotto marzo del 44,

[00:13:38] quando Mario Fiorentini e i suoi amici cominciano a pensare all'attacco di Via Rasella, i bombardamenti aerei americani, secondo una stima, qui devo mettere le mani avanti, cifre sicure non le ha nessuno, però circola questa stima. In quei dieci giorni di marzo i bombardamenti fanno duemila morti e ottomila feriti a Roma. Roma è una città dove la vita è completamente stravolta, dove c'è il coprifuoco, il divieto di circolare in bicicletta,

[00:14:06] perché nei primi attacchi i partigiani usavano le biciclette, perciò il comando tedesco ha proibito, nessun civile può usare la bicicletta. È una città dove si fa la fame, con le file per le patate e per il carbone. È una città piena di gente nascosta, militari sbandati, renitenti alla leva, ebrei. È una città piena di sinistrati e di senza tetto. Il traforo di Via del Tritone, a due passi da Via Rasella,

[00:14:34] è chiuso perché è pieno di famiglie che dormono lì. Le caserme di Viale Giulio Cesare, invece, sono piene di arrestati. Perché i tedeschi continuamente bloccano interi quartieri, intere vie, rastrellano gli uomini e li concentrano nelle caserme di Viale Giulio Cesare per poi mandarli a lavorare in Germania. I tedeschi hanno bisogno di gente, volontari ce ne sono pochi. I tedeschi rastrellano e mandano. Il 3 marzo,

[00:15:05] l'attacco di Via Rasella sarà il 23 marzo, venti giorni dopo, il 3 marzo una donna di 37 anni che si chiama Teresa Gullace, madre di 5 figli, è incinta, è davanti alla caserma di Viale Giulio Cesare con un pezzo di pane per suo marito che è stato rastrellato. Quando lo vede dietro le sbarre a una finestra, comincia a sgomitare per aprirsi la strada, finisce addosso a un soldato tedesco, il soldato tedesco le spara, la lascia morta lì.

[00:15:36] E' la storia che poi è stata ricreata naturalmente da Rossellini per Anna Magnani nel film Roma città aperta. Quel pomeriggio i partigiani attaccano le caserme di Viale Giulio Cesare e rimane ucciso un fascista. Il giorno dopo, il 4, i partigiani ammazzano il commissario di polizia di Centocelle. Il 5 marzo viene ucciso un ufficiale tedesco sulla via Casilina. I tedeschi ovviamente rispondono, arrestano, torturano, fucilano.

[00:16:06] Centocelle viene rastrellato dopo l'omicidio del commissario. Il rastrellamento fa 25 morti. Il 7 marzo, 10 partigiani arrestati da tempo vengono fucilati al forte Bravetta. Il giorno dopo, 8 marzo, una colonna di camion tedeschi diretti al fronte di Anzio, viene attaccata sulla Tuscolana. 8 soldati tedeschi uccisi. Il 9 marzo salta in aria

[00:16:34] un deposito di carburante della Wehrmacht in via Claudia. Il 10 marzo, un corteo fascista che sfila in via Tomacelli è attaccato dal gruppo di Rosario Bentivegna. 4 morti. E voi vedete, ho citato soltanto episodi del marzo 44, delle settimane che precedono l'attacco di Via Rasella. è fondamentale sottolineare una cosa che è controintuitiva,

[00:17:03] perciò la sottolineo invitandovi a darmi fiducia. È un fatto accertato. I tedeschi uccidono, fucilano, arrestano, ma mai e poi mai c'è stata una rappresaglia diretta. Mai è successo che per un tedesco morto il comando tedesco dicesse siccome è morto un tedesco adesso fuciliamo degli italiani. Mai un manifesto tedesco ha detto abbiamo avuto dei morti e perciò ammazzeremo degli ostaggi.

[00:17:34] Mario Fiorentini e Sassà Bentivegna comandano dei GAP. Cosa sono questi GAP? Questi gruppi d'azione patriottica. Sono organizzati dal partito comunista, il che vuol dire che quasi tutti i ragazzi che ne fanno parte si sentono comunisti. Fra l'altro varrebbe la pena di riflettere sull'importanza dell'educazione specialmente nelle dittature. Questi hanno tutti passato tutta la vita nella scuola fascista e sono tutti diventati comunisti.

[00:18:05] Il comandante dei GAP si chiama Antonello Trombadori sarà poi un dirigente comunista importante in quel momento ha 27 anni. Per noi oggi uno di 27 anni è un ragazzino. Antonello Trombadori è un ufficiale dei bersaglieri che ha fatto la guerra e che quindi è perfettamente in grado di comandare questa rete clandestina in Roma salvo che in quel momento è in prigione l'hanno arrestato e sfuggirà per miracolo all'eccidio delle fosse erdeatine.

[00:18:36] Siccome Antonello Trombadori è in prigione comanda i GAP un ragazzo un po' più giovane che si chiama Carlo Salinari nome di battaglia Spartaco Carlo Salinari ha 25 anni e di lavoro fa l'assistente universitario di letteratura italiana alla Sapienza dopo la guerra sarà un critico letterario famoso marxista ortodosso è anche un po' rigido ma un importante critico letterario sarà come sono strani i destini

[00:19:05] il preside di lettere alla Sapienza di Roma nel 77 al momento del movimento studentesco del 77 ma qui siamo molto prima di anni ne ha solo 25 e comanda i GAP i GAP sono una struttura gerarchica Mario Fiorentini e Rosario Bentivegna vanno a parlare con il loro capo Spartaco Carlo Salinari gli vanno a parlare di questa colonna tedesca che tutti i giorni passa da Piazza di Spagna a Via del Tritone

[00:19:35] a Via Rasella e gli dicono che loro vorrebbero attaccarla Salinari non è convinto la colonna tedesca è troppo forte 150 uomini loro sono quattro gatti Salinari ha paura che finisca malissimo ma la struttura è gerarchica anche Salinari ha qualcuno sopra di sé Carlo Salinari risponde direttamente al comando militare del partito comunista e quindi

[00:20:04] a Giorgio Amendola che anche lui dopo la guerra sarà un importante dirigente comunista che in tanti di noi ricordano che in quel momento e che è anche naturalmente Giorgio Amendola il figlio di quel Giovanni Amendola deputato liberale che un po' di anni prima i fascisti avevano ammazzato a bastonate Amendola è il rappresentante del partito comunista nella giunta militare del CLN la giunta militare del comitato

[00:20:34] di liberazione nazionale è l'organismo che dirige la resistenza in tutta Italia e in cui sono rappresentati i sei partiti antifascisti la DC i socialisti i comunisti i partiti d'azione liberali i repubblicani se non vado errato Amendola rappresenta i comunisti gli altri rappresentanti sono tutti personaggi di spicco ve ne cito solo uno perché l'abbiamo conosciuto tutti nella giunta militare del CLN il rappresentante del partito socialista si chiama Sandro Pertidi

[00:21:05] dunque Salinari racconta al suo superiore gerarchico Amendola la proposta dei ragazzi dei GAP attaccare questa colonna tedesca la colonna tedesca l'ha vista anche Amendola e l'ha vista per un motivo particolare ve lo racconto perché è veramente difficile immaginare cos'è la Roma di quel momento è un luogo di contraddizioni incredibili Giorgio Amendola è un dirigente comunista clandestino

[00:21:34] ricercatissimo ma passa spesso da piazza di Spagna e quindi ha incrociato la colonna tedesca perché lui spesso ha bisogno di andare al palazzo di propaganda fide che è lì a due passi il palazzo di propaganda appartiene al Vaticano perciò gode di extraterritorialità e dentro il palazzo di propaganda vive protetto dal Vaticano un altro importante uomo politico antifascista si chiama Alcide De Gasperi

[00:22:04] ed è il capo della DC Amendola comunista ha spesso bisogno di discutere con De Gasperi democristiano perciò se ne va a piedi a trovarlo al palazzo di propaganda passa la piazza di Spagna ha visto passare la colonna tedesca e Amendola ai ragazzi dice si attaccatela Amendola ha delle ragioni precise per dire questo la giunta

[00:22:34] militare del CLN è in contatto col comando alleato col comando angloamericano e il comando alleato chiede attacchi a Roma il più possibile dentro la città perché i tedeschi hanno dichiarato che Roma è città aperta è una formula che conosciamo tutti per via del film cosa vuol dire città aperta Roma città aperta vuol dire noi che siamo da questa parte la città però non la usiamo non ci stiamo dentro

[00:23:04] non la difenderemo è una cosa che si fa fra avversari civili quando si vuole evitare a una città il peggio delle distruzioni della guerra peccato che i tedeschi hanno dichiarato Roma città aperta ma in realtà la usano Roma è piena di comandi e centri di comunicazione e depositi tedeschi e come dicevo prima i convogli della Wehrmacht passano tutti i giorni sulla Tuscolana e sulla Casilina diretti al fronte di Anzio

[00:23:33] perciò il comando anglo-americano chiede ai partigiani chiede alla giunta militare del CLN attacchi contro i tedeschi in Roma in Italia c'è una vecchia polemica che io mi ricordo fin da quando ero ragazzino ma in fondo la resistenza non ha cambiato niente dal punto di vista militare per carità la guerra gli americani la vincevano lo stesso anche senza la resistenza però il generale Mark Clark comandante

[00:24:03] della quinta armata americana che il 4 giugno entrerà a Roma ha dichiarato per i miei uomini era importantissimo sapere che alle spalle dei tedeschi i partigiani erano attivi e che i tedeschi non potevano stare mai tranquilli né di giorno né di notte la giunta militare del CLN è tutta d'accordo gli alleati lo chiedono e va bene così bisogna fare degli attacchi dentro Roma

[00:24:32] c'è solo un po' di gelosia per il fatto che gli unici che hanno una struttura militare efficiente sono i comunisti in particolare questa cosa rode un po' a Pertini ve lo ricordate come era fatto Pertini e Pertini a Amendola dice va bene però se fate un'altra azione grossa per piacere ce lo dite e la facciamo insieme perché vogliamo partecipare anche noi ma Amendola è un comunista e i comunisti in quell'epoca

[00:25:01] sono sospettosi Amendola non si fida decide che l'azione contro la colonna tedesca la faranno da soli Pertini dirà poi che lui avrebbe preferito essere informato si era anche un po' scocciato quando ha saputo che l'hanno fatta senza dirglielo però dirà Pertini l'azione l'ho però totalmente approvata quando ne venne a conoscenza e dunque i GAP cominciano

[00:25:31] a studiare l'attacco contro la colonna tedesca uno oggi dice i GAP e sembra di dire chissà cosa in realtà fanno capo a un partito clandestino fuori legge da vent'anni che esiste a malapena Roma è una città di due milioni di abitanti allora gli iscritti al partito comunista sono a malapena 3.000 i ragazzi dei GAP sono partigiani improvvisati senza nessuna esperienza a corto di armi a corto di munizioni

[00:26:01] quelle poche armi e munizioni che hanno le hanno perché a Roma esiste anche una resistenza militare monarchica organizzata da ufficiali del regio esercito che rispondono al governo di Badoglio e del re al sud e che hanno accesso ai depositi del regio esercito solo gli ufficiali dell'esercito riescono a procurare armi esplosivi e ovviamente fornirle ai partigiani

[00:26:31] comunisti qualche discussione c'è però poi alla fine le danno perché gli ufficiali hanno le armi e gli esplosivi ma i comunisti li usano a capo lo sapete della giunta militare badogliana diciamo così monarchica fino a pochi mesi prima c'era il colonnello Montezemolo pluridecorato di guerra che poi morirà alle fosse ardiatine quel momento l'hanno arrestato in prigione ma la giunta militare continua a funzionare e fornisce armi anche ai comunisti certo

[00:27:01] sono quelle che sono sono armi italiane di seconda mano funzionano fino a un certo punto gli esplosivi spesso non esplodono le armi si inceppano un po' di tempo prima sei ragazzi dei GAP tutti armati di mitra hanno attaccato dei camion tedeschi a torde schiavi e tutti e sei i mitra si sono inceppati sono mal armati quindi e oltre a questo oltre a questo non fanno una bella vita

[00:27:29] vivono in clandestinità che non è una cosa eccitante vivere in clandestinità vuol dire annoiarsi passare giornate intere chiusi in una cantina vuol dire fare la fame perché non è che puoi tornare dalla mamma a mangiare ogni tanto si in gran segreto ma ci sono giornate in cui non sai dove mangerai mangi in trattoria quando l'oste è un compagno e allora ti fa mangiare gratis oppure mangi in trattoria quando l'oste non è un compagno

[00:27:59] ma il cameriere si e allora il cameriere di nascosto dal padrone ti riempi il piatto due volte di patate in modo che poi esci sazio vuol dire una fatica bestiale perché i tedeschi l'abbiamo detto hanno proibito anche solo di circolare in bicicletta i tram funzionano quando possono e quindi chi è in clandestinità si fa ogni giorno chilometri e chilometri a piedi e poi e poi si dorme in cantina appunto si porta per mesi la stessa camicia

[00:28:28] lo stesso vestito gli stessi calzini c'è una testimonianza di una ragazza che fa parte di questi gap fa parte del gap di Sassà Bentivegna e della sua fidanzata e dopo si sposeranno anche si chiama Carla Capponi Carla Capponi poi in seguito racconta eravamo tutti magrissimi pallidi gli abiti cominciavano a caderci addosso le scarpe avevano la suola già più volte rappezzata

[00:28:58] e c'era chi portava ancora in pieno inverno zoccoli di legno anche dormire in cantina non è divertente specialmente per le donne Carla Capponi che appunto dopo la guerra sposerà Rosario Bentivegna e sarà deputato comunista a Roma Carla Capponi in quel momento è una ragazza di 25 anni è una signorina di buona famiglia un altro ragazzo dei gap Franco Calamandrei

[00:29:27] figlio di Piero Calamandrei se la ricorda Carla Capponi signorina di buona famiglia che parlava con la R. Mosha e si grattava i pidocchi presi nella cantina di Duilio Carla ha 25 anni è una signorina di buona famiglia anzi sarebbe la contessina Capponi ma la famiglia è decaduta il papà è morto senza lasciare un soldo Carla non ha finito gli studi si è impiegata fa la dattilografa

[00:29:56] e del passato è rimasto solo un grande appartamento e per via di questo grande appartamento che Carla ha cominciato a fare politica perché dopo la caduta di Mussolini dopo il 25 luglio voi capite Roma è in ebollizione i partiti politici di colpo sono legalizzati dappertutto ci sono incontri riunioni discussioni e qualche amico dice a Carla ma voi che avete un alloggio così grande non è che possiamo usarlo per fare le riunioni

[00:30:26] fra questi conoscenti che chiedono di usare l'alloggio dei Capponi per fare le riunioni politiche c'è anche un comunista si chiama Gioacchino Gesmundo insegna storia e filosofia al liceo Cavour a Roma anche lui morirà alle fosser di Atine Gioacchino Gesmundo a un certo punto gli presentano Carla e chiede se può ospitare nell'appartamento una riunione di loro comunisti e le dice sarà una riunione turbolente dobbiamo discutere molto

[00:30:56] com'è che possiamo fare in modo che i vicini non sentano le discussioni e Carla che è una signorina di buona famiglia dice ma io so suonare il pianoforte se volete Carla so suonare anche l'arpa a dire il vero ma insomma quel giorno suona il pianoforte dice non finiva mai la riunione dei comunisti ho suonato tutti i notturni di Chopin poi finalmente la riunione finisce e il professor Gesmundo le chiede se la prossima volta vuole venire anche lei la riunione

[00:31:27] così Carla diventa comunista e lei ci ha lasciato la testimonianza di cosa voleva dire dormire in canina sulla terra battuta in mezzo ai mucchi di carbone lei è una signorina di buona famiglia dice pensa mia mamma mi aveva dato una trapunta per andare nella cantina una di quelle trapunte matrimoniali io me la arrotolavo tutta intorno poi ho visto che gli altri dormivano per terra allora ho detto vabbè dai la stendiamo per terra ci mettiamo tutti sopra dice Carla

[00:31:56] anche questo dormire come i cuccioli uno vicino all'altro ti dà una certa consolazione ma c'era molto disagio essere una donna non è facile comunque siamo in Italia nel 1944 e anche i comunisti sono italiani del 1944 non sono mica diversi dagli altri quando un ragazzo dei gap che si chiama Valentino Gerratana e sarà anche lui poi un deputato comunista ma in quel momento è un ragazzo si presenta

[00:32:26] a Giorgio Amendola con la sua fidanzata e gli dice che lei vorrebbe unirsi anche lei ai partigiani e Giorgio Amendola dice benissimo così potrà rammendarti i calzini la sera ovviamente queste ragazze si ribellano loro vogliono essere alla pari degli uomini e non è facile per dimostrare che lei è alla pari di qualunque uomo Carla Capponi un giorno su un tram sfila la pistola

[00:32:55] a un milite fascista di nascosto e se la porta via poi quando arriva dai compagni con la pistola se la vogliono prendere loro perché le dicono ma tu sei una ragazza a te mica serve allora Carla dice che lei la pistola la vuole usare e allora le dicono vediamo alla prossima azione spari tu e così Carla Capponi partecipa a un agguato e uccide un ufficiale tedesco in mezzo alla strada

[00:33:24] poi ha raccontato che era così scioccata che scappando si è dimenticata di mettere la pistola nella borsetta e scappava per la strada a Roma con la pistola in mano e poi quella sera si è messa a discutere con il suo capo che era anche il suo fidanzato sasà Bentivegna dicendogli non è possibile ma non si può mica sparare così alla gente questo non si può fare e Rosario Bentivegna le dice allora le donne dovrebbero starsene a casa

[00:33:52] e Carla si è ricordata che in famiglia quando lei era nata il padre aveva detto meno male che è femmina almeno non farà mai la guerra e allora Carla ha deciso di continuare però tanti anni dopo racconta devo dire la verità è stata una cosa molto dura credo che dipenda molto dal fatto che uccidere è una cosa contro natura

[00:34:22] anche Lucia la fidanzata di Mario Fiorentini ve la ricordate quella che si è ammalata nella cantina e che aveva 19 anni anche Lucia ha parlato dell'angoscia di uccidere i nemici che pure erano di carne e ossa come me e soffrivano e gridavano e ancora oggi risento quelle urla dice Lucia tanti anni dopo però una donna vuole essere alla pari con gli uomini e dopo la guerra a un certo punto Lucia viene decorata

[00:34:52] con la medaglia d'argento al valore e il ministro della difesa Paolo Emilio Taviani che passa a distribuire le medaglie quando si vede davanti una donna le dice lei signora è la moglie pensava che fosse la vedova di un decorato alla memoria e Lucia gli risponde no guardi la decorata sono io dunque i ragazzi dei gap cominciano a osservare i movimenti della colonna per due o tre giorni

[00:35:20] il 20 marzo è stata decisa l'azione il 23 marzo sarà compiuta per due o tre giorni cronometrano i movimenti della colonna tedesca e a questo punto devo entrare nel dettaglio di una delle molte falsità che sono state diffuse su questa vicenda è inutile che ve lo dica che l'attentato di via resella è una pagina su cui la memoria italiana si è spaccata perché noi siamo uno strano paese e allora una di queste falsità

[00:35:50] è quella secondo cui la colonna sarebbe stata composta da anziani innocui poliziotti non militari per di più dell'alto adige cioè mezzo italiani questa è l'unica cosa vera erano dell'alto adige che era stato annesso alla germania nazista la compagnia che viene attaccata è una compagnia di un battaglione del reggimento di polizia militare bozzen

[00:36:19] cioè bolzano sono militari a tutti gli effetti subordinati al comando dell'SS qualche tempo dopo il reggimento prenderà il nome ufficiale di SS Polizia Regiment Bozzen cioè reggimento di polizia militare delle SS bolzano non sono giovanissimi certo non sono anziani innocui il più giovane aveva 26 anni il più anziano ne ha 43 è un battaglione che è impegnato

[00:36:49] nei rastrellamenti per le strade di Roma quei rastrellamenti per cui si bloccano le uscite di una via e si mandano in Germania tutti quelli che stanno dentro è un battaglione che è impegnato nella lotta contro i partigiani nei castelli romani dopo l'attentato di via Rasella il battaglione sarà spostato in Piemonte a combattere i partigiani un altro battaglione dello stesso reggimento Bozzen è stato responsabile di crimini di guerra e Cidi in Cadore

[00:37:19] ben inteso questo è interessante dirlo adesso ma i ragazzi non ne sanno niente quella è una colonna tedesca è una colonna tedesca che passa per il centro di Roma cantando canzoni tedesche questo l'han confermato tutti i superstiti del reparto gli ufficiali ci avevano comandato cantate tornano in caserma dal poligono di Tor di Quinto dove si sono esercitati all'uso delle armi da guerra tornano col mitra tracolla con le bombe a mano

[00:37:49] lo dicevo infilate nella cintura questo lo hanno confermato molti superstiti hanno detto abbiamo avuto tanti morti mica solo per la bomba hanno cominciato a scoppiare le bombe a mano che avevamo innescate nelle cinture hanno il mitra in mano e il colpo in canna anche questo lo dicono i superstiti gli ufficiali ci avevano detto rischiamo di essere attaccati perciò colpo in canna quando tutti i conti sono fatti si decide di attaccare

[00:38:19] il 23 marzo per puro caso è l'anniversario della fondazione dei fasci di combattimento un giorno in cui i fascisti avevano in programma grandi celebrazioni a Roma salvo che il comando tedesco che comandava davvero a Roma proibisce ai fascisti di fare qualunque celebrazione pubblica o corteo perché temono attacchi viene deciso che la colonna sarà attaccata in vari modi si farà esplodere una bomba e altri gruppi

[00:38:49] di partigiani attaccheranno con bombe a mano e pistole viene elaborato un piano d'attacco piuttosto complicato che richiede l'impiego di ben 17 partigiani fra cui 4 donne non c'era mai stata a Roma un'azione di quella scala d'altra parte questi 17 partigiani attaccheranno più di 150 tedeschi in assetto di guerra i 17 c'è un po' di tutto fra i 17 abbiamo detto

[00:39:18] c'è Carlo Salinari il capo che sarà ordinario di letteratura italiana c'è Franco Calamandrei che sarà senatore c'è Carla Capponi che sarà deputato c'è Mario Fiorentini che sarà ordinario di geometria c'è Giulio Cortini che in futuro sarà ordinario di fisica nucleare ma ci sono anche un portinaio un tassista un muratore un impiegato ci sono pochissimi proletari

[00:39:48] ce n'è solo uno in realtà Guglielmo Blasi è l'unico vero proletario del gruppo è molto ammirato dagli altri perché è un vero proletario gli altri non sanno che è pregiudicato per furto e che qualche tempo dopo si farà beccare mentre sta rapinando una casa e verrà arrestato dalla polizia e a quel punto confesserà e tradirà tutti ma questo è ancora di là da venire dei 17 nell'arco della guerra solo uno morirà Silvio Serra morirà combattendo al fronte

[00:40:17] contro i tedeschi parecchi saranno arrestati torturati condannati a morte ma si salveranno perché il 4 giugno gli americani entrano a Roma viene deciso che la bomba si farà esplodere in via Rasella via Rasella è una via stretta in salita lì la colonna rallenta perché è in salita e serra i ranghi si fanno i calcoli c'è un minuto e mezzo

[00:40:47] durante il quale tutta la colonna è in via Rasella prima che la testa è in salita perciò bisogna che la bomba esploda durante quel minuto e mezzo si deve decidere dove collocarla per fortuna via Rasella ha pochissimi negozi c'è un punto particolarmente disabitato il palazzo Tittoni è mezzo vuoto si decide che la bomba si metterà all'ingresso del palazzo Tittoni la colonna passa alle 2 va benissimo alle 2 non c'è nessuno in giro

[00:41:17] di solito o poca gente bisogna far esplodere la bomba in un momento preciso qui entriamo nei dettagli tecnici nel giro di pochi giorni si organizza questa cosa cosa vuol dire far esplodere una bomba che deve esplodere in un momento preciso ovviamente non ci sono i telecomandi i timer bisogna che ci stia lì uno e che dia fuoco a una miccia Rosario Bentivegna decide che lo farà lui

[00:41:47] e a quel punto ci vuole un altro che stia all'ingresso di via Rasella e che gli dia il segnale perché lui deve sapere esattamente in che momento la colonna svolta in via Rasella ci sarà uno che si toglierà il berretto e gli farà segno questo sarà Franco Calamandrei il figlio di Piero calcolano dal momento in cui la colonna svolta in via Rasella al momento in cui arriva al palazzo Tittoni ci mette 45 secondi i tedeschi

[00:42:16] marciano al passo come un orologio 45 secondi quindi la miccia dovrà durare 50 secondi esatti subito dopo l'esplosione un altro gruppo di tre uomini attaccherà alle spalle la colonna con bombe a mano loro hanno quattro bombe a mano non sono vere bombe a mano sono bombe da mortaio del regio esercito che degli artigiani amici sono riusciti a modificare in modo che si riesce a farle scoppiare tirandole

[00:42:45] e poi i tre che tirano le bombe si metteranno in salvo e un altro gruppo di quattro armati di pistola subentra e copre la fuga di tutti gli altri e poi ogni gruppo è coperto da altri ancora che rimangono inattivi se va tutto bene e intervengono se si dovesse creare qualche difficoltà perciò complessivamente ci vogliono 17 uomini e va bene poi problemi e la bomba come ce la mettiamo lì come la portiamo

[00:43:15] come la nascondiamo decidono di usare un carretto da spazzino all'epoca gli spazzini pedalano dietro al bidone dell'immondizia perciò Rosario Bentivegna si travestirà da spazzino e al momento della fuga però ci vuole qualcuno che lo aspetti con un impermeabile in modo che possa mettersi l'impermeabile e nascondere la giacca da spazzino questo lo farà la sua fidanzata Carla Capponi lo aspetterà all'angolo

[00:43:44] di via 4 Fontane con un impermeabile sul braccio se qualcuno la vede e lei dice sto aspettando il mio fidanzato gli ho portato l'impermeabile il giorno prima il 22 marzo un gappista ruba un carretto da spazzino in un deposito dietro il Colosseo e lo nasconde nel cortile del solito palazzo di via Marco Aurelio dove c'è la famosa cantina Guglielmo Blasi il ladro quello che poi tradirà ma che è un uomo utilissimo

[00:44:14] ruba la divisa da spazzino e l'esplosivo l'ha fornito il reggio esercito l'hanno fornito gli ufficiali del centro di coordinamento della resistenza monarchica che sono gli unici come vi dicevo che a Roma hanno accesso a depositi di armi e munizioni li hanno contattati e gli ufficiali del reggio esercito hanno accettato di fornire l'esplosivo 12 chili di tritolo a ritirare l'esplosivo ci va un po' per volta

[00:44:44] Carla Capponi le ha dato un appuntamento in via urbana lei va a via urbana e torna con delle borse un po' per volta porta tutto questo tritolo ci va Carla Capponi perché agli ufficiali del reggio esercito evidentemente trattare con la contessina piace gli dà sicurezza anziché con qualche operaio comunista Carla Capponi dirà poi erano signori distinti piuttosto eleganti si capivano fra loro

[00:45:13] quanto al contenitore per la bomba lì non c'entra il reggio esercito quello l'hanno fabbricato dei compagni alla società del gas di via ostiense dove fabbricano le bombole del gas lì dei compagni hanno fabbricato un contenitore di ghisa per metterci dentro il tritolo dopodiché sembra uno scherzo ma bisogna confezionarla questa bomba e la miccia che deve durare esattamente 50 secondi per fortuna come vi dicevo prima nel gruppo

[00:45:43] c'è un fisico nucleare non c'è bisogno di fare la bomba atomica ma è un fisico e Giulio Cortini e sua moglie confezionano la bomba e la miccia la mattina del 23 marzo è tutto pronto quella mattina Carla Capponi si sveglia lo racconterà dopo prestissimo con le ossa rotte non ha dormito per l'angoscia di quello che stanno facendo per fortuna c'è da lavorare c'è da preparare il carretto dell'immondizia bisogna mettere la bomba dentro

[00:46:12] e poi coprirla con uno strato di immondizia qui c'è un dettaglio che a me è sembrato surreale ma che vi dico perché ci aiuta a capire cos'era Roma in quel momento Roma è una città così affamata che non produce immondizia non riescono a trovare abbastanza immondizia da coprire la bomba ci mettono tutta la mattina finalmente riescono a ammassare uno strato di immondizia per nasconderla a mezzogiorno

[00:46:42] rosario bentivegna carla capponi il fisico giulio cortini e sua moglie vanno a mangiare alla birreria dreher a piazza santi apostoli è uno di quei posti dove un cameriere compagno gli riempie il piatto gratis ci sono solo patate ma va bene così del resto carla non manda giù niente per l'angoscia tornano via marco aurelio rosario si mette la divisa da spazzino e parte pedalando anche carla

[00:47:11] parte a piedi nella borsa nella borsa della spesa alle quattro bombe a mano che è arrivata sul posto dovrà consegnare al gruppo che è incaricato di lanciarle e poi come sempre qualcosa va storto la prima cosa che va storta è che rosario scopre che pedalare dietro a questo carretto dell'immondizia così pesante è una cosa faticosissima lui è uno studente di medicina una roba così

[00:47:41] non l'ha mai fatta su e giù per le strade di Roma fa una fatica che non si era mai immaginato e poi naturalmente le cose che possono andare storte sono tante e c'è la legge di Murphy se qualcosa può andar storto andrà storto lui è un falso spazzino al Quirinale incontra due veri spazzini i quali gli dicono oh e che ce fai da ste parti e che te frega risponde lui scuserete il mio romanesco piemontese ma insomma

[00:48:11] gli dice c'ho un carico de cemento gli altri si mettono a ridere sono sicuri che è un collega che nel tempo libero fa la borsa nera e gli fanno ma pianta la faccia e vede i prosciutti e sono lì che fanno per aprire il bidone rosario li manda il diavolo tira dritto pedala per fortuna quelli si mettono a ridere arriva in via rasella davanti al palazzo tittoni e si ferma lì alle due sono tutti pronti 17 ragazzi

[00:48:42] ciascuno al suo posto con le bombe le pistole rosario sa che quando gli fanno il segnale deve dar fuoco alla miccia sono le due i tedeschi sono sempre passati alle due quel giorno non passano sono le due e mezza non sono passati rosario è lì travestito da spazzino che non sa bene cosa fare cosa si fa fuma ma ha solo tre sigarette in tutto anche questo è un dettaglio

[00:49:12] cosa voleva dire quell'epoca e con una di quelle sigarette deve accendere la miccia alla fine decide di mettere tutto il tabacco dentro una pipa e tenersela lì in bocca dopo un po' passa uno vede questo spazzino che sta lì appoggiato al muro e non fa niente e gli fa oh guarda che arriva l'ispettore rosario si preoccupa già cosa fa uno spazzino spazza la strada

[00:49:41] rosario prende la scopa e comincia a spazzare la strada essendo uno studente di medicina si accorge subito che non è capace di spazzare la strada e peggio di prima se lo vedono capiscono subito c'è qualcosa che non va perciò smette rimane lì a fischiettare dopo un po' vede uno dei compagni appostati in fondo alla via che si muove dice il segnale arrivano accende la pipa non arriva nessuno intanto si è bruciato un altro po' di quel poco tabacco che si era portato

[00:50:13] intanto Carla ha lasciato le bombe a mano al compagno che deve farsene carico ed è andata ad appostarsi in un posto che c'è ancora oggi e che tutti i romani conoscono l'ingresso del messaggero in via del tritone dove ci sono le bacheche con l'ultimo numero del giornale e la gente va lì a leggersi il giornale il posto perfetto per star lì ad aspettare Carla si piazza davanti alle bacheche

[00:50:42] legge il giornale sul giornale c'è scritto che oggi a Napoli c'è l'eruzione del Vesuvio Carla non lo sapeva la cosa la appassiona si legge tutto l'articolo poi guarda l'ora si fa tardi e non succede niente c'è qualcosa che non va all'ingresso del messaggero ci sono di guardia due poliziotti in borghese i quali poliziotti in borghese vedono questa signorina carina fra l'altro che sta lì e dopo un po' vanno e attaccano discorso

[00:51:12] e lei dice che sta aspettando il fidanzato ma i due non mollano allora Carla dopo un po' li molla lì risale via Rasella passando davanti a Rosario vestito da spazzino che sta sempre lì a fischiettare Rosario la vede passare dice è il segnale accende la pipa non succede niente rispegne la pipa il tabacco è quasi finito a questo punto alle 4 a meno un quarto uno dei compagni

[00:51:41] passa vicino a Rosario e gli dice oh se alle 4 non sono arrivati prendi il carrettino e andiamo via intanto Carla è arrivata davanti a Palazzo Barberini lì ci sono dei bambini che giocano al pallone Carla si preoccupa ha paura che rimangano coinvolti i bambini nell'esplosione perciò cosa può fare una signorina di buona famiglia va dai bambini e gli dice qui non si può giocare andate a casa a fare i compiti

[00:52:11] i bambini si allontanano un po' e si rimettono a giocare a via del traforo lì c'è un altro gappista appostato che li vede anche lui si preoccupa che i bambini si facciano male allora va lì ma siccome non è una signorina di buona famiglia sa come si fa prende il pallone e lo calcia via lontanissimo oltre via del tritone i ragazzini gli fanno figlio della mignotta e corrono dietro al pallone e si allontanano intanto Carla è ferma all'angolo

[00:52:41] di quattro fontane i due poliziotti in borghese del messaggero la vedono che si è di nuovo fermata vanno fin lì e riattaccano discorso non si è mai capito se sospettano qualcosa o se hanno solo voglia di chiacchierare con questa bella ragazza sono due pappagalli come si diceva allora e Carla dice no aspetto il fidanzato ma è in ritardo poi vede passare una signora che conosce Carla è del quartiere è pieno di gente

[00:53:10] che la conosce è una delle cose che la stanno angosciando vede passare una vecchia signora amica di sua mamma dice scusate un attimo devo andare a parlare ad un'amica di mia mamma vada la vecchia signora e le fa signora torni a casa che oggi non è cosa c'è aria di rastrellamenti torni a casa e in quel momento compare la colonna che era stata al poligono a sparare e aveva fatto ritardo sono le 4 meno 10

[00:53:39] in fondo a via Rosella Franco Calamandrei si toglie il berretto per dare il segnale Carla ferma a via delle quattro fontane vede Rosario che dopo aver acceso la miccia con la pipa le viene incontro Rosario incontra un altro gruppo di bambini e qui devo dire fa veramente impressione pensate questa Roma piena di bambini ci sono bambini dappertutto fra i piedi continuamente una cosa oggi inimmaginabile Rosario risalendo via Rosella

[00:54:09] incontra un altro gruppo di bambini e li caccia via naturalmente davanti all'ultimo isolato c'è il portinaio che è uscito a prendere il fresco e Rosario gli fa oh ma devi stare proprio qui va dentro però quell'altro non capisce sta lì rimarrà ferito dalle schegge Rosario raggiunge Carla Carla gli infila l'impermeabile in quel momento si accorgono che i due poliziotti in borghese li stanno guardando

[00:54:37] e si stanno muovendo verso di loro Carla mette la mano nella borsa per impugnare la pistola in quel momento passa un autobus che li nasconde e loro svoltano la via e subito dopo via Rosella esplode il resto è storia muoiono sul colpo 26 tedeschi altri 6 muoiono nella notte

[00:55:07] un altro il giorno dopo per il tritolo per le bombe a mano lanciate dai gappisti per le loro stesse bombe a mano che avevano la cintura che esplodono muoiono anche nell'esplosione due civili almeno uno lo dicono i medici che c'era qualcuno che non si è mai più capito chi fosse l'altro invece si sa chi era era un ragazzino Piero Zuccheretti che andava a lavorare in un'officina come tutti i giorni e per sbaglio era sceso

[00:55:36] una fermata dopo dal tram e stava tornando indietro ci sono per terra più di 30 tedeschi ma la colonna ne contava 150 ci sono più di 100 tedeschi feriti dalle schegge dai vetri tutti i vetri della via sono esplosi ovviamente ci sono in strada più di 100 tedeschi terrorizzati che sparano a casaccio da tutte le parti avevano il colpo in canna sparano contro le finestre convinti che gli abbiano buttato le bombe dall'alto sparano dappertutto

[00:56:05] uccidono altri 6 civili fra cui un poliziotto e l'autista del questore fascista di Roma Caruso l'autista del questore Caruso era lì vicino sente l'esplosione tira fuori la pistola si mette a correre verso via Rasella i tedeschi vedono questo che corre con la pistola lo inchiodano anche Giorgio Amendola era passato di lì poco prima andava al solito appuntamento con De Gasperi al palazzo di propaganda

[00:56:35] era passato poco prima tanto che i suoi l'hanno visto e ci sono preoccupati fosse mai che rimane coinvolto Amendola sta andando da De Gasperi insieme a un altro politico clandestino anche lui si capisce Sergio Fenoltea del partito d'azione sentono l'esplosione Fenoltea dice ad Amendola ma cos'è successo? credi che siano stati i partigiani? è possibile risponde Amendola,

[00:57:05] salgono da De Gasperi anche De Gasperi ha sentito tutto e gli chiede cos 'è successo e non so risponde Amendola forse è un'azione dei nostri gap e De Gasperi si mette a ridere gli dice ah deve essere così voi comunisti uno ne pensate mille ne fate sul posto arriva il generale Meltzer il comandante tedesco di Roma lì in via Raselle è ancora pieno di feriti

[00:57:35] che urlano e di soldati impazziti che sparano a tutte le parti c'è già lì il comandante delle SS Dolman Dolman era uno abile era sempre sul posto è arrivato per primo subito dopo arriva il comandante militare il generale Meltzer racconta il colonnello delle SS Dolman che il generale Meltzer arriva lì ubriaco fradicio ma tutti sanno che è un alcolizzato e che nel pomeriggio è sempre ubriaco il generale Meltzer ubriaco si mette a gridare vendetta per i miei

[00:58:04] neri poveri camerati e proclama che farà saltare in aria tutte le case di via Rasella il colonnello Dolman gli dice il generale non se ne parla neanche i 17 gappisti si sono tutti disimpegnati Rosario e Carla stanno camminando a braccetto come due fidanzatini in quel momento per la tensione pazzesca a Rosario viene un collasso non si regge più sulle gambe

[00:58:33] sono a due passi da casa della famiglia di Carla decidono di rischiare Carla lo porta su la mamma di Carla gli dà della coramina come si usava allora e lo rimette in piedi a casa della mamma di Carla è nascosta un'amica ebrea la quale ha una casa a piazza Bologna dove vivono ancora i suoi figli ma lei non osa andarci quindi sta nascosta a casa della signora Capponi però dice a Rosario e a Carla perché non andate a dormire a casa mia a piazza Bologna

[00:59:03] stasera così dite ai miei figli che io sto bene loro accettano vanno a piazza Bologna quella sera mentre Rosario gioca scacchi con uno dei figli della signora ebrea Carla ascolta la radio per sentire cosa racconta la radio la radio non racconta niente trasmette solo canzonette uno che invece ha saputo subito tutto è Hitler nel suo quartier generale di Rastenburg in Prussia orientale e Hitler

[00:59:33] dà di matto un ufficiale del suo stato maggiore ha scritto in due occasioni vidi il Führer fuori di sé in un vero e proprio attacco di follia quando seppe dell'attentato partigiano di via Rasella a Roma e quando seppe che Parigi non era stata distrutta come lui aveva ordinato prima che si entrassero gli alleati quella sera si discute

[01:00:03] convulsamente la rappresaglia fra il quartier generale di Hitler il comando delle SS a Roma Dolman il comando della Wehrmacht in Italia Kesselring il comando della Gestapo Kappler questi ultimi tre hanno tutti detto concordemente che loro hanno fatto il possibile per ridurre il numero delle vittime era Hitler che ha perso la testa e voleva far ammazzare 50 italiani per ogni tedesco noi dicono

[01:00:33] Kappler Dolman Kesselring gli abbiamo detto che era una pazzia che non se ne parlava neanche alla fine siamo riusciti a abbassare la cifra alle 11 di sera Hitler si è calmato 10 italiani fucilati per ogni tedesco però l'esecuzione dovrà avvenire entro 24 ore Kappler comandante della Gestapo a Roma e il suo braccio destro che si chiama Pribke passano la notte a fare l'elenco

[01:01:02] dei prigionieri da fucilare con la collaborazione del questore Caruso che gli trova i detenuti che mancano al mattino i morti sono 32 e loro hanno 320 nomi poi arriva la notizia che è morto un altro in ospedale quindi i morti sono 33 allora bisogna aggiungerne 10 i tedeschi sono precisi poi i tedeschi non sono così tanto precisi perché quel giorno a mezzogiorno cominciano a portare via da Regina Celi

[01:01:32] e da Via Tasso i condannati le esecuzioni alle fosse ardiatine cominciano intorno all'una e mezza del pomeriggio che durano fino a sera l'attentato è stato alle 4 del giorno prima e Pribke e Kappler che sono lì che contano gli ingressi alle fosse ardiatine a un certo punto si rendono conto che non gli hanno portato 330 uomini ma 335 per sbaglio ce ne sono 5 di più che si fa? Kappler e Pribke che decidono

[01:02:02] già che ci siamo fuciliamo anche questi un superstite del battaglione Bozen attaccato a Via Rasella il furiere Hans Plach ha dichiarato al processo Kappler virgolette la rappresaglia alle fosse ardiatine fu fatta nel massimo rispetto della legge alla fine rimasero soltanto ebrei comunisti e altra gente così

[01:02:32] nessun innocente a Roma quel giorno mentre i tedeschi fucilano 335 persone alle fosse ardiatine a Roma quel giorno 24 marzo tutti parlano dell'attentato di Via Rasella anche se la radio non ne ha parlato molti sono spaventati trovano che è una cosa troppo grossa non era il caso però tutti parlano di quello ma nessuno sa niente della rappresaglia che è stata compiuta in segreto solo il giorno dopo

[01:03:01] il 25 marzo a mezzogiorno esce il messaggero con un comunicato del comando tedesco che parla della vile imboscata eseguita da elementi criminali comunisti badogliani su incitamento anglo-americano e annuncia che il comando tedesco per rappresaglia ha deciso che per ogni tedesco morto dieci comunisti badogliani saranno fucilati

[01:03:31] il comunicato conclude quest'ordine è già stato eseguito se vivessimo in un altro paese non ci sarebbe da aggiungere altro ma noi viviamo in Italia dove i fatti contano meno dell'ideologia dove ognuno si reinventa la storia come piace a lui e perciò non possiamo non concludere ricordando l'incredibile leggenda che è stata costruita intorno ai fatti di via rasella

[01:03:59] per screditare i ragazzi che avevano attaccato i tedeschi e la leggenda secondo cui i nazisti prima di compiere la rappresaglia avrebbero chiesto che i responsabili si presentassero garantendo che in quel caso gli ostaggi non sarebbero stati fucilati questa idea secondo cui i gappisti erano dei criminali e i martiri delle Ardeatine erano morti non per colpa loro

[01:04:29] ma al loro posto questa idea ha una genesi che è stata studiata e risale all'osservatore romano il giorno dopo la strage delle fosse Ardeatine il giornale del Vaticano scrive un articolo in cui racconta i fatti e chiama i morti tedeschi di via rasella vittime e i 335 fucilati delle fosse Ardeatine virgolette persone sacrificate

[01:04:58] per i colpevoli sfuggiti all'arresto che ci sia anche qualcun altro colpevole magari di averli fucilati il giornale del Vaticano non lo dice la leggenda vera e propria secondo cui i tedeschi avevano chiesto ai responsabili di presentarsi viene diffusa già qualche giorno dopo dal federale di Roma Pizzirani il quale deve gestire lo shock di una città che è totalmente sconvolta adesso che sta

[01:05:28] venendo fuori quello che è successo perciò il federale Pizzirani mette fuori la voce che se si fossero presentati i colpevoli la rappresaglia non ci sarebbe stata ed allora un'infinità di persone nel nostro paese ci crede in buona fede il fatto che il fatto è scusate che i tedeschi non si sognarono neppure di pubblicare un manifesto in cui chiedevano i partigiani di presentarsi e neanche di avvisare che ci sarebbe

[01:05:58] stata una rappresaglia le fucilazioni delle fosse ardiatine avvennero entro 24 ore come aveva ordinato Hitler e in totale segretezza perché come disse Kappler al suo processo avevano paura che se si fosse saputo che fucilavano 300 persone Roma sarebbe insorta Kappler dichiarò che loro non si erano neanche preoccupati di cercare i veri colpevoli tanto erano sicuri che la popolazione

[01:06:28] li avrebbe coperti e anche questo è indicativo al processo di Kesselring gli fu chiesto se non avevano pensato di chiedere ai partigiani di via Rasella di presentarsi il maresciallo Kesselring disse eh a pensarci adesso non sarebbe mica stata una cattiva idea allora gli hanno chiesto ma non l'avete fatto ma no che non l'abbiamo fatto ha risposto Kesselring però una volta

[01:06:58] che la discussione è impostata così non se ne esce più e così c'è stato chi ha detto anche se i tedeschi non l'hanno chiesto dovevano presentarsi lo stesso chi fa un attentato poi si presenta c'è chi ha detto non dovevano fare l'attacco perché sapevano che i tedeschi poi avrebbero ucciso dieci persone per ogni caduto e anche qui infinite discussioni per decidere se sapendolo bisognava fare

[01:07:28] l'attacco lo stesso oppure no finché gli storici non se ne sono occupati e hanno scoperto che appunto fino a quel momento mai i tedeschi avevano fucilato dieci persone per rappresaglia per ogni caduto a Roma c'erano stati innumerevoli attentati moltissimi tedeschi uccisi e mai c'era stata una rappresaglia in quelle proporzioni mai nessun manifesto l'aveva minacciato l'unica cosa che i tedeschi avevano sempre detto e ripetuto e che i gappisti sapevano

[01:07:58] perché quello si stava scritto sui manifesti era chi attacca i tedeschi sarà punito con la morte il risultato è surreale perché i nostri alleati lo stato italiano legittimo allora combatteva al fianco degli angloamericani e uno dei 17 ragazzi di via Rasella morirà poi combattendo al fronte in divisa italiana nell'esercito italiano combattendo contro i tedeschi i nostri alleati sono rimasti stupefatti

[01:08:27] e ammirati dell'attacco di via Rasella il generale Alexander comandante di tutte le truppe alleate italiani quando aveva scoperto che Roma era virgolette una città che ha osato sfidare in pieno centro un battaglione tedesco armato sarà per questo nuovo rispetto per gli italiani sarà più probabilmente

[01:08:57] perché il giorno dopo via Rasella i tedeschi smettono di far passare i loro convogli dalle consolari e evacuano a tutti gli effetti Roma sarà per questo che Roma che fino al 23 marzo era bombardata dagli americani ogni giorno dal 23 marzo per due mesi non viene più bombardata però in Italia molta gente ha preferito pensare che l'attacco di via Rasella è stato un delitto e i ragazzi che l'hanno fatto sono dei criminali

[01:09:27] ed è qualcosa che ci insegna molto sul paese che siamo grazie grazie per aver ascoltato anche questa puntata del podcast del Sandro Barbero nella descrizione dell'episodio trovate il link al sito del Festival della Mente questo mercoledì continua il palco del mercoledì dalle 21 sulla community discord per un'oretta di 4 chiacchiere su questa puntata sulla storia e su un po' di tutto per partecipare è sufficiente collegarsi alla community all'indirizzo barberopodcast.it

[01:09:57] slash discord il link è in descrizione la musica è come sempre il Jot's Rich Huffle di Kevin MacLeod in Competech.com pubblicato con licenza Creative Commons CCBuy 4.0 ci sentiamo la settimana prossima con una nuova puntata del podcast di Alessandro Barbero ciao ciao